Tutti i milanesi possono aprire le finestre sulla nazionale

gobboSmettiamola una volta per tutte di prenderci per i fondelli e di beccarci il boomerang sempre in mezzo alla fronte come i più stupidi del villaggio delle teste di legno. Giochiamo piuttosto a frisbee. Che presto diventerà uno sport olimpico. Così almeno non ci faremo del male e magari ai Giochi o ai Mondiali finalmente anche ci andremo. Le famose finestre della nazionale sono infatti un falso problema e ve lo dimostro subito. Giovedì l’Armani ha giocato a Mosca la prima delle sue trenta partite del campionato d’EuroLega e non ha fatto la figura barbina dell’anno scorso con Gelsomino Repesa al timone e una squadra che imbarcava acqua da prua a poppa. Ma non è questo il discorso che mi preme adesso fare. Anche se non ho ancora ben capito quale ruolo potrà avere Milano in questa competizione. E’ da playoff? Felicissimo di sbagliarmi, ma non credo. Dovrebbe del resto mettersi otto squadre alle spalle e ditemi voi quali? Almeno un paio delle cinque spagnole. E intanto Malaga ha già battuto i campioni d’Europa in carica del Fenerbahce, il Barcellona ha strapazzato il Panathinaikos, il Real Madrid ha vinto a Istanbul con l’Efes e solo Vitoria e Valencia sono cadute, ma in trasferta ad Atene con l’Olympiacos e a Khimki in Russia. Forse il Bamberg di Gas Gas Trinchieri e Daniel Hackett che è crollato in casa nell’ultimo quarto con il rivoluzionato Maccabi di Tel Aviv. Proprio il Maccabi è sulla carta probabilmente inferiore alle scarpette rosse di Simone Pianigiani. Come il Khimki di Bartzokas, la Stella Rossa di Belgrado e lo Zalgiris di Kaunas. Però manca ancora una squadra da eliminare e non è facile andarla a pescare tra le big. Né è il caso di provare a domandarlo a Dindondan Peterson che sulla Gazzetta è già stato più fumoso di una vecchia locomotiva. Menando da non dire il torrone con la storia dell’assenza di Pascolo neanche a Pianigiani manchino le alternative al Dada di Notre Dame. E dando la sensazione di non vedere l’EuroLega in televisione da una vita e mezza. Tranquilli, non mi sono perso per strada e mi ricordo benissimo quello che vi volevo dire a proposito delle finestre della nazionale dalle quali, se volete, vi potete anche buttare, ma non aspettatevi che vi venga dietro: al massimo mi posso mettere a ridere. Perché non so se avete gettato l’occhio sul tabellino di Cska-EA7 93-84 e contato quanti minuti hanno giocato i tre milanesi dell’Olimpia. L’ho fatto io per voi: nemmeno tre. Per l’esattezza centosessantanove secondi in tutto. Abass non ha neanche alzato il sedere dalla panchina e stava benissimo. Pascolo è rimasto a curarsi a Milano. Come del resto Cinciarini. Hanno così messo il naso sul parquet dell’Armata Rossa solo Fontecchio per poco più di due minuti, e manco un tiro a canestro, e Cusin che è entrato a partita già finita, ma è riuscito lo stesso a sbagliare due liberi dalla lunetta prima del suono della sirena. A Mosca c’era pure Massimo Oriani, spedito sin là da Mamma Rosa, però chissà perché si è dimenticato di sottolineare il fatto (comunque) strano preferendo invece chiudere il pezzo con questa profezia: “Coraggio gente, quest’anno l’Armani è roba vera. Ci sarà da divertirsi. E stavolta a ridere non saranno solo gli avversari”. No, rido anch’io. Se posso. Dal momento che sono mesi e mesi che Giannino Petrucci e Livi(d)o Proli s’affrontano a braccio di ferro quando invece la materia del contendere proprio non esiste. Difatti Marameo Sacchetti può prendersi tutti i giocatori di Milano che vuole, anche tutti e cinque, e vestirli d’azzurro senza temere che Pianigiani gliene neghi qualcuno per un paio di partite concomitanti (o quasi) dell’EuroLega con quelle di qualificazione per i Mondiali del 2019. Nove stranieri ha schierato del resto Milano giovedì contro il Cska. Che prossimamente potranno diventare anche undici con Patrick Young e Zoran Dragic ancora in sosta di parcheggio. D’accordo pure Micov, Kalnietis, M’Baye, Bertans e Gudaitis potrebbero essere impegnati con le loro nazionali durante le finestre infrasettimanali di novembre e febbraio che si è inventato Bau Bau Mann per mettere il bastone tra le ruote di Jordi Bertomeu. Però siete poi sicuri che Sacchetti convocherà Cinciarini, Abass e Fontecchio? Non penso. Insomma per Pascolo e Cusin l’Armani dovrebbe allora dichiarare guerra a Petrucci? Non ci credo. E quindi continuiamo pure a giocare a frisbee e lasciamo il boomerang di legno in un angolo dello sgabuzzino.