La Treviso di Vazzoler e del Pilla che ama Alex Gentile

pillastrini

Alessandro Gentile non ha mai ricevuto tanti generosi applausi come domenica al Palaverde. Neanche al Forum. Dove spero non ci sia più nessuno che s’azzardi ancora solo a pensare che Milano giochi meglio senza di lui tra i piedi. Forse ai quattro cantoni o a tressette, non certo a pallacanestro. Anzi, se devo proprio dirla tutta, non so come potrà andare a finire nel malaugurato caso in cui il capitano dell’Olimpia non dovesse guarire in tempo per le semifinali degli imminenti playoff. Nel senso che non sarebbe più così scontato che l’Armani di Giorgio possa rivincere lo scudetto due anni dopo quello rubacchiato alla Montepaschi di Siena e di Paperoga Crespi. Con Giannino Petrucci in scarpette rosse, Citofonare La Monica con le mutande del fiero guerriero e la mandria dei giornalisti che facevano un tifo matto per l’EA7 in nome di una bufala che va sempre di moda. Quella secondo la quale il basket nel Paese dei pinocchi, delle minacce e dei ricatti, non ha audience se Milano alla fine dell’avventura non s’ammanta di rosso bianco e verde. Per la verità le sette finali della passata post season tra Sassari e Reggio Emilia sono state una più bella dell’altra e gli ascolti sulla Rai i migliori degli ultimi dieci anni. Ma quando il popolo con le orecchie d’asino si fissa su una cosa poi è difficile fargli cambiare idea. E comunque si farebbe molto prima a svitargli la testa e dargliene un’altra. Dicevo del fratello di Stefano che domenica era in tribuna a Treviso senza papà Nando e mamma Maria Vittoria, morosa brasiliana o manager siciliano al seguito. Ai primi d’aprile ha subito la lesione capsulo legamentosa del pollice destro: non proprio una cosa da niente ed infatti dovrà stare fermo dopo l’operazione per almeno sei sette settimane. Ora ne sono passate appena quattro e i playoff sono alle porte. Con il via sabato dei quarti di finale dove non è escluso che all’EA7 possa capitare domenica anche d’affrontare Trento. Che in stagione ha battuto l’Armani tre volte su quattro e una volta pure al Forum. Non so se mi spiego. D’accordo, questa tra tutte sarebbe probabilmente la peggiore delle ipotesi, ma se la squadra di Gelsomino piangente Repesa dovesse vedersela con Venezia o con Sassari pensate che senza Gentile possa lo stesso fare tanti salti di gioia? Stasera sapremo e quindi è inutile che ci si fasci troppo la zucca. Però eccezionalmente butto là questi accoppiamenti: Milano-Sassari, Reggio Emilia-Trento, Avellino-Pistoia e Cremona-Venezia. E poi vedremo. In pratica vincerebbero tutte e quattro le quinte in classifica, ma mi posso sempre sbagliare. Anche se recentemente le ho indovinate quasi tutte. Di una cosa però sono certo. Che più di Caserta avrebbero meritato di retrocedere Torino, per la vergognosa partita di dieci giorni fa a Casalecchio, e la stessa Virtus, per il modo soprattutto con il quale ha messo alla porta Renatone Villalta, uno dei pochi dirigenti in Italia di cui mi potrei fidare con la benda agli occhi. Mi sono di nuovo smarrito, ma rientro in fretta al campo base. Alla Ghirada il ragazzo di Maddaloni, provincia di Caserta, è cresciuto e al Palaverde ha esordito in serie A. Con Frank Vitucci, poi sostituito a metà gennaio del 2010 da Jasmin Repesa. Adesso vi tornano i conti? A me sì. E in ogni modo in quella Benetton con Alessandro Gentile (1992) giocavano anche Andrea De Nicolao (1991) e un certo Daniel Hackett (1987). Vi è ora tutto molto più chiaro? Lo spero. E comunque Alex, miglior under 22 nel 2011, come del resto nel 2014, ha ancora molti cari amici a Treviso. Nonostante nell’ultimo lustro sia cambiato proprio tutto dopo che Gilberto Benetton ha ceduto Gentile a Milano e non ne ha più voluto sapere dell’ingrata pallacanestro. Ma per fortuna ha preso tutto in mano Paolo Vazzoler che non a ciacole, anche se è un amabile novelliere, ma con un poker di primi posti consecutivi ha riportato in auge il basket nella città di Signore & Signori con pochi schei e tanta ma tanta passione. Domenica ero al Palaverde e avrei voluto tornarci stasera se non ci fosse Pargo al Taliercio e non fosse l’ultima di serie A. Avrei ritrovato un palasport pieno come un uovo e spero lo stesso entusiasmo di tre giorni fa. Anche se all’esordio dei playoff di A2 la De’Longhi ha perso con Casale. Perché credo che non ve lo debba spiegare io che come è bugiarda l’eccezionale leadership della squadra dell’Oro Pilla Pillastrini al termine della regular season nel girone dell’est lo è altrettanto l’ottavo della Novipiù di Marco Ramondino nel girone dell’ovest. O forse ci si dimentica che appena un anno fa di questi tempi Treviso giocava ancora in quarta serie e che quest’estate ha riconfermato tutti rinforzandosi solo con l’ondivago Andrea Ancellotti e il diciottenne Davide Moretti, mentre Casale ha Niccolò Martinoni e soprattutto Brett Alan Blizzard che hanno già calcato i parquet della categoria superiore? Per carità, non voglio insegnare niente a nessuno. Altrimenti sarei Ciccioblack e i suoi amici Vanesi, ma a volte bisogna mettere tutti i puntini sulle i e tornare con i piedi per terra. Applaudendo per un lungo minuto Alex Gentile, il terzo miglior giocatore italiano dopo il Gallo e Datome, ma anche per almeno tre Vazzoler e il Pilla, ragazzo d’oro con un unico problema: la pancia. Alla faccia della dieta, eterna ed evidentemente sbagliata.