Petrucci nella tonnara non fa più paura a nessuno

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E adesso? Mi avete domandato in tanti. Sapete come la penso: s’i fosse foco, arderei ’l mondo. Come predicava Cecco Angiolieri, il primo grillino di Siena, contemporaneo di Dante Alighieri che per la verità non ha mandato meno gente di lui a bruciare nell’inferno. Sono stato chiaro? Non ancora. E allora, isolandomi sempre dal coro e continuando a prendere a calci i cani che vorrebbero mordermi, ve la dico tutta per intero: legherei Bau Bau Mann alla catena nel deserto del Sahara e lo lascerei abbaiare finché non si stufa. E già che ci sono darei in pasto Giannino proprio ai senesi che saprebbero loro cosa farne in piazza del Campo. E comunque ci penserà Giovanni Malagò, prima o poi, meglio prima che poi, a commissionare una federbasket che sembra si diverta ad attorcigliarsi le dita alla Fantozzi. Sempre che Reggio Emilia, Trento e Sassari non brucino con le chiappe il pigiama e s’arrendano con le mani in aria. In effetti le tre ribelli sono circondate come neanche Fort Apache dagli indiani e subiranno nei prossimi giorni tante di quelle pressioni politiche da parte di tutti i partiti dei miei stivali che anche le arriverei a capire se rinunciassero all’EuroCup e la dessero vinta alla Fiba. Ma non le giustificherei, sia chiaro. Non fosse altro perché nel mulo contro mulo tra Petrucci e la Legabasket e, ancor di più, tra Fiba e Euroleague, dalla parte del torto è sicuramente Patrick Baumann. Che sarà anche potente finché volete, ma che dovrà anche un giorno fare i conti con chi è meno misero di lui, e non ci vuole molto. Al Cio non piacerà di certo infatti di vedere alle Olimpiadi di Rio de Janeiro che il vecchio continente della palla nel cestino venga rappresentato per paradosso dalla Svizzera che affronta la Lettonia o la Moldavia. Come, ad essere onesti, ha scritto oggi pure Massimo Oriani sulla Gazzetta facendomi finalmente un po’ di compagnia. Max ha parlato infatti pari pari di nuove minacce, che io chiamerei anche ricatti belli e buoni, ma non stiamo qui troppo a sottilizzare, messe in atto da Bau Bau Mann e spedite a quattordici federazioni europee. Tra le quali la nostra. Ma anche quelle più grandi della nostra come la spagnola e la russa, la serba e la croata, la turca e la greca. Tutte e quattordici, in fila per sei col resto di due, sospese dalla Fiba. E Giannino come ha difeso la sua Italia? Scaricando vigliaccamente la colpa sulle tre società sopracitate che “ora si staranno rendendo conto della situazione che hanno creato al basket italiano”. Non lui che ha venduto l’anima al diavolo per un preolimpico pasticciato che in pratica non potrà più organizzare né a Torino né altrove. Ma questo l’ha scritto il suo sottopancia C10H15BrO, alias bromuro di Canfora Mario, che Mamma Rosa e il grande capo Oriani dovrebbero adesso mandare a lavare i piatti nel retro cucina della rinomata pizzeria. In verità Petrucci è un tonno finito nella mattanza che si agita invano e non intimidisce più nessuno. Questo dovrebbero capire Reggio Emilia, Trento e Sassari che hanno il coltello dalla parte del manico e non possono, sul più bello, proprio ora, tirarsi indietro. Nemmeno se Giannino mettesse in pratica quello che già ha minacciato attraverso il bollettino di guerra del balilla C10H15BrO. Ovvero l’esclusione delle tre coraggiose ribelli dal prossimo campionato di serie A. Ci provi. Che stavolta ci divertiamo sul serio. Sino a pochi giorni fa ero il solo a combattere questa battaglia contro i mulini a vento. Mentre adesso i Don Chisciotte si vanno moltiplicando come i pani e pesci se è vero, come è vero, che persino Andrea Bassani si è schierato al mio fianco e ne sono sinceramente commosso. Bau Bau Mann sta distruggendo il basket. E Giannino con lui. Finalmente questo è un dato di fatto. Dunque togliamoceli di torno e parliamo d’altro. Del resto anche Dionisio, tiranno di Siracusa, che pure ha avuto vita lunga, ha perso la quarta guerra greco punica. O vogliamo tornare indietro di 25 secoli? Non penso. Ieri vi avevo promesso che oggi vi avrei parlato di una cosa bella, ma bella, tre volte bella, come sono state le final four della Reyer School Cup di sabato mattina al Taliercio. Quaranta istituti degli ultimi tre anni delle superiori e oltre trentamila giovani studenti coinvolti in un progetto di pallacanestro che non ha eguali in Italia. E che mi hanno ricordato con nostalgia i campionati studenteschi del ’68 che poi la politica ha fatto a pezzi. Palasport gremito a pelle d’oca e uno spettacolo di tifo che l’Umana si sogna d’avere domani sera in casa con Pistoia. Chapeau e complimenti a Napoleone Brugnaro che ha avuto tre anni fa questa brillante idea. Perché queste sono le iniziative che il baraccone federale dovrebbe promuovere e far sue invece che buttare via i soldi per un preolimpico che ha già stancato tutti. Forse anche l’Ettore Messi(n)a.