La serie A sulla Rai o su Sky: questo è il problema

Tom&Jerry3

Proprio adesso che finalmente ho risolto l’amletico quesito di come si scriva Denbinski o Dembinsky. Con la enne o con la emme? Con la i o con la york finale? Semplicemente chiamandolo senza tante storie Dembisi, come ha più volte sotto-titolato Raisport durante le finali dei playoff. O ancor più affettuosamente Risi-e-Bisi, una minestra che va molto forte dalle mie parti anche d’estate se servita tiepida con un cicinin d’olio. Ecco che mi sono venuti a raccontare sul più bello che il campionato di serie A di basket potrebbe tornare il prossimo anno (dopo quattro) su Sky. Andate allora tutti a quel paese. E dite pure che vi ci ho mandato io. Per carità, i telecronisti della tivù di Rupert Murdoch sono tutti almeno tre volte più bravi e competenti, svegli e svelti, stakanovisti e puntuali, di quei quattro addormentati della Rai. Soprattutto dopo che Flavio Tranquillo è stato spedito nel pianeta Nba e nessuna navicella spaziale è volata più a riprenderselo. Mentre il suo (ex?) amico, Federico Buffa, continua a ruotare intorno alla terra inventandosi però storie che almeno parlano di football, tutti se le bevono e non fanno male a una mosca. Il guaio è che la triste verità è un’altra e cioè che la pallacanestro su Sky non la vede nessuno se si escludono i parenti stretti di Pietro Colnago e qualche ciclope di Polifemo che frequenta la taverna da Ulisse e Penelope. Né è il caso che ci prendiamo più in giro: le cifre infatti d’ascolto in passato delle partite di serie A sulla tv a pagamento sono sempre state ridicole e neanche ve le svelo perché non voglio qui mortificare Tom e Geri De Rosa. Però anche loro le conoscono e sanno benissimo che Sky è seguita solo dagli appassionati di calcio o al massimo di Valentino Rossi e della Ferrari, ma non di freccette e men che meno di palla nel cestino. E anzi mi stupisco che la Lega di Marino, dopo il milione e mezzo di telespettatori conquistati dalla settima finale scudetto su Raitré, tutti i record abbattuti e i consensi ricevuti, si trovi ora davanti a un bivio e non sappia ancora quale strada prendere. E balbetti e tentenni, assalita pure lei da un dubbio amletico: Dembisi o Murdoch? A occhi chiusi direi Risi-e-Bisi, dove Risi è Denbinsky, o come cavolo si scrive, e Bisi è Fanelli. Il quale l’ultima volta che mi ha visto a Reggio Emilia mi ha finalmente salutato e magari ha anche tirato un sospiro di sollievo pensando: se questo stronzo è qui, almeno non mi prende in giro e non mi chiama E.T. guardandomi in televisione con le cuffie e le antennine da extraterrestre. Però poi, ripensandoci, anch’io non saprei se svoltare o meno dalla parte di Murdoch che ha perso la Champions e non sa più come tappare la fuga d’abbonati, s’accolla le spese di produzione delle due partite di campionato, una alla domenica e l’altra al lunedì, e in più offre una cifra che fa gola ai sedici club di serie A: circa centomila euro, poco meno, a testa. Che se per la Milano di Repesa (dalle idee poche ma confuse) sono due lire e neanche i soldi per pagare l’eventuale buyout alla Grissin Bon per l’acquisto di Andrea Cinciarini, sono invece manna per Pesaro o Roma e per altre società con l’acqua alla gola che se ne fanno anche un baffo, e qui sbagliano, della miseria di 20.000 telespettatori – sì, con soli quattro zero – che Sky nel 2011 ha fatto registrare di media nelle finali tricolori tra Siena e Cantù. Tuttavia sarei anch’io tentato di girare le spalle alla televisione di Stato che si è montata la testa e ha deciso: a) di tagliare uno dei suoi due canali sportivi; b) di trasmettere solo il match di serie A della domenica sera; c) di non poter rinunciare per nessuna ragione al mondo al Processo del lunedì di Enrico Varriale che, avendolo ordinato il dottore, deve iniziare alle 20 in punto e durare almeno quattro o cinque ore. E perché no sino alle tre di notte? Tanto io non l’ho mai guardato. In più la Rai offre la metà dei quattrini di Sky e non sgancia un euro per la produzione dell’evento. Ma chi si crede d’essere? Sinora l’hanno salvata Stefano Michelini e pochi altri, fa il calcio con i piedi e il ciclismo con Martinello: non so se mi spiego. E comunque non vorrei essere nei panni delle sedici società (ma ci sarà Roma?) che martedì, riunitesi in assemblea, dovranno decidere tra Rai e Sky. Con Gazzetta Tv che sta a guardare e si prenderà gli avanzi da trasmettere non so neanche su quale canale digitale. Il 59 mi dicono. I cui programmi non riesco a registrare con My Sky. E non li vede neanche il vicedirettore Umberto Zappelloni Mazzanti Vien dal Mare impegnato com’è nell’ultimo tragico Fantozzi. Che domani vi dirò chi ho il sospetto che sia.