Arcidiacono no a Messina sognando il sì a D’Antoni

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State dormendo? Scusatemi, ma non volevo disturbarvi con le mie quattro ciacole. Con una ci sola, mi raccomando. Mentre ho finalmente imparato come si scrive Turini o Turrini. Con una o due erre? Con cinque. Ovvero Turrrrrini. Per soddisfare la sua smania d’incomprensibile grandezza? Anche, ma soprattutto una erre per ogni lecca lecca che il Leonildo di Sassuolo consuma come minimo al giorno. Attento però al diabete. Quello non scherza. La siesta non la fanno più neanche gli spagnoli. E pure i negozi del centro tengono aperto all’ora della pausa pranzo. Del resto se chiudono lo fanno per sempre. Povera Italia. Anche Giannino Petrucci ha straordinariamente rinunciato oggi al sonnellino pomeridiano che dalle parti di San Felice Circeo si chiama pennichella. I suoi scagnozzi della stampa avevano invano cercato di tranquillizzarlo: vedrai che Fernando Marino si dimette. Ma ha voluto aspettare l’annuncio ufficiale della Legabasket intorno alle 14 per mettersi l’animo in pace. SottoMarino o un altro cambia per me invece poco. Almeno finché i quindici club della serie A continueranno a fare il gioco di Milano che fa e disfa a suo piacimento e nessuno fiata. O, meglio, disfa e impera in silenzio e nessuno batte ciglio. Al posto infatti del signore di Brindisi col cavolo che avrei anzitempo chiuso il mandato di presidente di Lega se prima Giannino non avesse ricucito lo strappo con le tre società ribelli e ridato dignità a tutte le altre. Tanto più che l’insistenza con la quale Petrucci ha chiesto la sua testa era ed è parecchio sospetta. Oppure me ne sarei andato fischiettando solo se Livido Proli, uscendo finalmente allo scoperto, ci avesse pensato lui a togliere le castagne dal fuoco proponendo se stesso, perché no?, è un mio vecchio pallino, o un suo manager fidato nel mulo contro mulo con la federazione di via Vitorchiano, a Roma, e la Fiba di Bau Bau Mann. Si sono invece tutti appisolati e guai a chi sveglia il can che dorme. Principalmente se legato alla catena della pizzeria di Mamma Rosa. Eppure ce ne sono e ce ne sarebbero di gossip di pallacanestro da scrivere che Beautiful al confronto è una soap così breve che ti verrebbe quasi da dire: tutto qua, non potevano tirarla un po’ più per le lunghe? Se invece pensate che C10H15BrO vi racconti qualcosa sugli sviluppi della storia di Ryan Arcidiacono, siete fritti e potete continuare a schiacciare sonni tranquilli e a non prendere pesci. Già Bromuro di Canfora Mario ha fatto finta di nulla sulla lavata di zucche che Ettore Messi(n)a ha dato a quelli del carrozzone del Circo Giannino. E che pure ha fatto il giro del mondo. Figuriamoci allora se adesso vi svela come il pasticcio è andato a finire. Va bene, mi tocca di nuovo informarvi io. Ma è l’ultima volta: lo giuro. E’ andata a finire, facendola breve, che l’interessante playmaker di Villanova, che da due anni poteva comodamente prendere il passaporto italiano e giocare in nazionale, non disputerà né il preolimpico di Torino (dal 4 al 9 luglio) né l’eventuale torneo dei Giochi di Rio de Janeiro (dal 6 al 21 agosto). E non perché mancherebbe il tempo necessario per chiudere la pratica d’ottenimento della cittadinanza italiana per l’mvp delle final four Ncaa di Houston, ma semplicemente perché il ragazzo ha altro oggi per la testa: in primis il draft del 26 giugno e poi la Summer League dal 23 luglio ad Orlando. L’avvocato Massimo Rizzo, che sarà presto anche il suo agente, aveva infatti garantito a me, come anche credo a Petrucci, che il Ryan con i nonni di Giarre avrebbe avuto il nostro passaporto nel giro al massimo di sei sette settimane. A farla grande due mesi. E il preolimpico del PalaRuffini inizia tra undici settimane a partire da lunedì prossimo. Dove sta dunque il problema? Il problema è che Arcidiacono vorrebbe tentare l’avventura nella Nba e farà tutto il possibile per realizzare il suo sogno. Che prima era di vestire la maglia azzurra e ora di giocare magari nella sua Filadelfia ai Sixers che a breve Jerry Colangelo affiderà a Michelino D’Antoni al posto dell’attuale head coach Brett Brown. Anche questa notizia mi tocca dare alla pizzeria da Mamma Rosa. Che pure si occupa prevalentemente di Nba alla quale ha dedicato anche oggi due pagine e appena cinque righe alla serie A, ma solamente perché Ricciolino Della Valle, luce dei miei occhi, è out per dieci giorni e salterà domenica la sfida tra la GrissinBon e il Banco di Sardara (e di Semolino Chiabotti?) che nel giugno passato è stata la finale dei playoff scudetto.