Per l’Europa domani voto Francesca Puglisi o non posso?

fortitudo

Ma quanto parla Hugo Sconochini? Glielo ho già detto una volta: respira tra un canestro e l’altro. Altrimenti ti soffochi e ti mangi le parole. E lascia che dica la sua anche Andrea Solaini. Poveretto. Ma non c’è niente da fare: non vuol capirla, però non gli mostrerò mai il secondo cartellino giallo perché gli voglio troppo bene. Dai tempi in cui lo chiamavo Fiorello per via di quel codino che piaceva un sacco anche a Dino Meneghin che lo trattava come un figlio nelle notti magiche sui Navigli che speravi non finissero mai. Al Torchietto. Quando tiravano le palline di mollica sulla schiena di Tranquillo perché a tavola parlava in inglese con D’Antoni. E Cicciobello si girava indispettito. Mentre anche Michelino se la rideva di gusto. Hugo aveva ventidue anni e veniva da Reggio Calabria. Due stagioni a Milano, la seconda così così con Boscia Tanjevic. Che l’anno dopo vinse lo scudetto e pure la Coppa Italia, ma Fiorello era già a Roma con Artiglio Caja, miglior allenatore del 1996. Prima d’andare a giocare ad Atene con il Panathinaikos campione d’Europa. Mi piace di tanto in tanto smarrirmi nei ricordi di un basket dove ancora esisteva il terzo tempo. Adesso invece tutti hanno fretta e dopo la partita scappano a casa col terrore d’essere fatti becchi. Mangiando in fretta il panino che li riempirà di brufoli in faccia. Domani si vota. E vi confermo che voterò Francesca Puglisi, la figlia del caro Santi. Anche se non sono fortitudino. E men che meno virtussino se è per questo. Ma la conosco bene, l’ho vista crescere e di lei mi fido. Nella sua campagna elettorale per le Europee l’ex senatrice del Pd ha distribuito infatti al Paladozza, prima di Fortitudo-Roseto e la festa del ritorno in serie A della squadra con l’aquila sullo scudo, dei volantini nei quali, indossando la t-shirt della promozione biancoblu, ha proposto questo simpatico slogan: Per una fortitudina in Europa! Nella foto. Perché no? A me è sembrata un’idea molto carina, ad altri meno e così non sono mancate sui social bolognesi le polemiche sull’invadenza dello sport nella politica. Alle quali bastava non badare come quando danno a me del reyerino o, peggio, del milanese, ma Francesca, che è assai più seria di me, ha preferito spiegare a Repubblica che il basket fa parte della sua vita ed è una passione che ha ereditato sin da piccola a Mestre dal grande padre. Che è stato negli anni d’oro degli scudetti di Giorgio Seragnoli il direttore sportivo della Fortitudo e prima della Scavolini di Valerio Bianchini. “E comunque mi fa ridere – meno male, ndr – che ci s’indigni più per il mio volantino, oltretutto distribuito all’esterno del palasport, che per Salvini, il ministro dell’Interno, che si è fatto fotografare con il mitra in mano”. O col rosario. Indossando certe felpe da far paura. Se invece v’irritate perché sostenete che il voto è segreto o perché non si fa campagna elettorale poche ore prima dell’apertura delle urne, vi rispondo subito. Il voto è segreto solo per chi si vergogna di confessare per chi voterà domani. E poi non fatemi arrabbiare parlandomi di regole in questo paese di fuorilegge e di squadristi quando anche ieri vi ho segnalato di un golpe della Banda dell’Osiris ai danni della nostra palla nel cestino e non avete fatto una piega. Eppure se Milano avesse perso ieri sera ad Avellino la quarta partita dei quarti di finale dei playoff sarebbero saltati in aria Livio Proli, che oggi ha compiuto gli anni, 51 o 52, non l’ho ben capito, ma comunque auguri!, e Simone Pianigiani che sarebbe stato sostituito da Ettore Messina seduta stante nonostante abbia un altro anno di contratto con l’Olimpia di Giorgio Armani. Mentre è ancora in atto il blitz nei confronti della Lega di Egidio Bianchi al quale dovrebbe succedere Andrea Bassani. Che magari neanche sapete chi sia, e ci credo, ma non importa: è sostenuto da almeno una decina di club della serie A tra i quali tutti gli avversari delle scarpette rosse ad eccezione della Reyer del sindaco Luigi Brugnaro che ha seguito stasera la sua squadra a Trento. Ma non sto scherzando. Anzi. E di più vi dirò nelle prossime ore. Non appena mi riuscirà di parlare con la talpa che sta scavando per me tra le logge massoniche del basket italiano.