Ora però basta piangere: non è da donne che crescono

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Non ci ho mai capito niente di queste plus valenze che comunque, a voler essere eleganti, mi sembrano una grande e grossa porcheria per sanare i bilanci e salvare il fair play finanziario. Ad esempio l’Inter ha venduto Andrea Pinamonti al Genoa per 18 milioni sull’unghia. Vent’anni, di Cles, in Val di non, bomber e capitano dell’under 20 azzurra semifinalista nell’ultimo Mondiale di categoria, ha segnato cinque gol in serie A nella passata stagione con il Frosinone. Domanda: ma se è tanto bravo, perché Beppe Marotta, il signore delle plus valenze, non se l’è tenuto? Anche nello scambio SpinazzolaPellegrini non ci ho visto chiaro. 29 milioni è stato valutato l’ex juventino, 22 l’ex romanista in prestito al Cagliari. Spinazzola era uno dei pochi bianconeri da non vendere. Pellegrini non è Lorenzo, che (forse) andrà all’Inter, ma Luca, terzino sinistro, che ha Mino Raiola come agente e allora comincio a capirne di più. Il Venezia sarà ripescato in serie B: mi sembra giusto. E sarà allenato da Alessio Dionisi di cui mi ha parlato un gran bene Lorenzaccio Sani. Del giudizio del quale mi fido. Più nel calcio che nel basket. Dove anch’io ne comincio a capire sempre meno con tutti i casini che combinano le società della Lega con l’erario. Dionisi arriva dall’Imolese che nei playoff di serie C ha eliminato il Monza di Berlusconi e Galliani. Un predestinato? Lo spero. Non scherzavo quando sognavo Gian Piero Ventura alla Juve. Meglio di Marx Sarri? Solo il tempo potrà dirlo. Certo è che, se Paratici dopo Ramsey e Rabiot ha preso anche Paul Pogba, dovrò mangiare la cacchetta col cucchiaino e comunque aveva ragione Allegri a voler rivoluzionare tutto il centrocampo. O no? Intanto Ventura è stato ingaggiato da Lotito per guidare la Salernitana e di solito il padrone (anche) della Lazio ci  vede lungo e bene. E’ molto difficile smettere di fumare, più ancora dire basta alle corse. E’ il caso di Valentino Rossi che a Assen, dove ha vinto dieci volte, è partito in quinta fila e viaggiava nelle retrovie, lontano dalla testa, quando, al quarto giro e alla curva otto, è volato fuori pista partendo diritto per la tangente. Curioso è che il suo compagno di scuderia, Maverick Vinales, ha rifilato quattro secondi a Marc Marquez come non succede tanto spesso e ha fatto suo in solitaria il Gp d’Olanda. “Alla Yamaha abbiamo una solo moto buona e in questo weekend è toccata a Maverick” ha cercato di prenderla sul ridere il quarantenne intertriste di Tavullia, ma in verità i motivi ora non mancano per essere parecchio più basiti di lui. Stavolta non ho avuto il piacere di schiacciare un sonnellino guardando la Formula Uno in tivù perché appassionante è stato allo Spielberg il duello finale tra i due campioni precoci: Charles Leclerc e Max Verstappen, ventun’anni entrambi. Il monegasco avanti per 68 giri su 71 senza le Mercedes negli specchietti, poi a dieci chilometri, anche meno, dal traguardo il sorpasso in curva dell’olandese volante con contatto ruota a ruota e investigation di rito. I commissari di gara decideranno nelle prossime ore, ma intanto il giovane pilota della Rossa ha abbandonato per protesta la festa del podio durante il brindisi: si è preso il suo bottiglione (magnum) di champagne e se ne è andato. E questo non è stato bello. Soprattutto se, come pare, poi gliela daranno vinta. Stasera le azzurre del calcio rientreranno in patria e sinceramente spero che non sia un altro mare di lacrime. Ora basta: non è da donne che crescono piangere. Tutta Italia ha detto a tutte loro che sono state brave, bravissime, eccezionali. Infilarsi a sorpresa tra le prime otto squadre del Mondiale è stata tanta roba. Catturare ieri pomeriggio sei milioni e 100 mila telespettatori tra Rai e Sky con uno share del 44,35 per cento è stato un record pazzesco. Conquistare le semifinali e le Olimpiadi di Tokio era solo una grande illusione. Ha detto Sara Gama, la capitana: “Ricordiamoci chi siamo e da dove veniamo”. Ecco. Non dimentichiamole in fretta e diamole anzi la dignità che meritano sostenendo la loro battaglia per il professionismo che è una giusta causa. E se anche al telecronista di Francia-Usa è scappato di commentare “due uomini in barriera” non mi è sembrato poi così scandaloso, cara Emanuela (Audisio): in fondo, prima di tre settimane fa, pochi sapevano chi fossero Rita Guarino, che pure è l’allenatore della Juventus due volte campione d’Italia, e Valentina Giacinti, il bomber del Milan capocannoniere della serie A. E quindi ridiamoci magari sopra. Aggiungendo una carezza per questi poveri maschietti che non sanno quello che dicono.