Non mi sento italiano ma per fortuna e purtroppo lo sono

silvio

Non so di che anno sia questa canzone di Giorgio Gaber. Vado a informarmi. Appartiene all’ultimo album uscito poche settimane dopo la sua morte: nel gennaio 2003. “Io GiGi sono nato e vivo a Milano. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono”. Sedici anni (e mezzo) dopo mi viene da pensarla eguale. Se un italiano su quattro d’estate non si perde una puntata di Temptation Island su Canale 5. Il reality tanto caro a Maria De Filippi è condotto da Filippo Bisciglia che mi spiace ma non so chi sia e neanche che faccia abbia. E allora di nuovo mi aggiorno: è un ex gieffino (Grande Fratello) per il quale giusto in questi giorni Maurizio Costanzo ha speso una buona parola: “Merita molto più spazio in televisione perché è un ragazzo talentuoso e, al contrario di altri suoi colleghi, educato e pacato nei modi”. A Mediaset vedranno cosa si può fare, ma intanto, se la cosa gli sta tanto a cuore, perché l’ex piduista confesso (numero di tessera 1819) non ne parla con la moglie? Che, come sostiene Rocco, mio nipote, ha una voce da uomo e non riesco proprio a dirgli che ha torto. Oppure perché non prova a raccomandarlo direttamente al fratello massone Silvio Berlusconi (n.1816) che con le tivù mi sembra avere le mani in pasta? In verità ultimamente l’ex Cavaliere (nella foto) ha altro a cui pensare preso com’è dai suoi cagnolini che sono diventati undici. Dei quali solo due (poveretti) non dormono in camera con Lui e nemmeno fanno colazione insieme. “Un boccone a me e tre a loro”. Un tempo l’ex premier si portava a letto le migliori olgettine della terra. E pranzava con Gheddafi e Putin. Adesso non ha solo Dudù e Dudina, ma anche Peter, Trilli, Wendy, Harley, Rambo, Marilym e Ginny. Alla Santanchè ora preferisce la Brambilla e anche di Francesca Pascale non si sa quasi più nulla. E’ un Paese il nostro, ma a volte sarei tentato di dire il vostro, nel quale non si può nemmeno dare solidarietà a Carola Rackete. Ci ha provato Emma Marrone e sui social è stata travolta d’insulti. Del resto il Gazzettino di giovedì, cioè due giorni prima dell’arresto del comandante della Sea-Watch, aveva dipinto Carola con questo titolo a tutta pagina: “Pirata eroina della sinistra che gioca a fare il capitano grazie a papà”. E neanche vi leggo quello che l’articolista ha scritto sulla “ricca tedesca della Bassa Sassonia, protestante e luterana” perché mi vergogno di lui e di tutta la categoria. Vi propongo invece, perché forse ve le hanno tenute nascoste, le minacce sessiste urlate venerdì notte sulla banchina di Lampedusa da leghisti e grillini dell’isola, candidata al Premio Nobel per la pace, contro la donna che abbandonava la nave mentre gli uomini della Guardia di Finanza l’arrestavano e la portavano via. “Spero che ti violentino ’sti negri: a quattro a quattro te lo devono infilare”. Roberto Saviano l’ha riferito domenica, ma ovviamente si può credere a un porco comunista al quale Matteo Salvini ha già minacciosamente promesso “una revisione dei criteri per le scorte”? E comunque il Gip non ha convalidato in serata il fermo di Carola nonostante il leader della Lega avesse ordinato al Conte Giuseppe il pugno di ferro. Come il Duce – ha ricordato Massimo Giannini su Repubblica – che con Hitler in visita a Roma fece sfilare i carrarmati di cartapesta. “Ma qui, più che a Mussolini, siamo a Ridolini”.