E nonno Nicevic si porta ancora a spasso i nostri bimbi

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Cosa ci facevano tutti quei tifosi del Verona giovedì sera a Tel Aviv? La Yad-Eliyahu Arena era infatti piena: dodicimila spettatori, la metà dei quali vestiti di giallo e blu. Eppure un Maccabi così scarso non lo si era ancora visto in questo millennio. Eppure la squadra di Paperoga Crespi, sempre più fuori di testa, non va a mille, anzi: due sconfitte su quattro nel campionato di A2 che avrebbe dovuto dominare. Eppure il Banco di Sardara è riuscito a perdere in Israele di 16 punti e 22 li ha lasciati segnare a Devin Michael Smith che credevo fosse già andato in pensione, quando invece di anni ne ha addirittura cinque meno di Sandro Nicevic. Col quale ha giocato insieme nella Benetton del 2010. Altri tempi. Dio mio, che confusione. La stessa che sta facendo Gerri De Rosa tra una diretta di basket e una di calcio. E una discesa in slittino. In verità nessuno sgobba al pari suo nella redazione sportiva della tivù di Murdoch. A parte Luca Di Marzio che a Sky anche ci dorme sul divano-letto che si è portato da casa. Jerry è bravo, uno dei migliori, indipendentemente dal Tom che ha a fianco, ma non può far tutto lui. Mentre gli altri bighellonano trastullandosi con le lavagnette e le microspie. E così succede che confonda Mandzukic con Sturaro e Pogba con Lemina. Senza accento sulla a. E giorno verrà che pure dica: “Gol di David Logan su assist di Armin Zoegler”. Come no? O “canestro di Balotelli su cross di Cerella”. Anch’io non ci capisco più nulla: vedo troppe partite in televisione e faccio un casino dopo l’altro. Vado dietro a tutto e sbaglio. Saltando di palo in frasca. Abbiate pazienza. Dunque dicevo di Sandro Nicevic da Pola che a giugno farà 40 anni e che a Capo d’Orlando ancora si porta a spasso tutti i bambini che lo affrontano sotto canestro. Pistoia è da sola in testa al campionato, ma non ce l’hanno ancora fatta vedere. Né su Sky, né sulla Rai. Complimenti vivissimi. Una volta Claudia Angiolini, quando mi vedeva, mi buttava le braccia al collo: adesso mi saluta a denti stretti e non ne ho capita la ragione. Certo è che se prima mi esalta Dragan Bender, accostandolo al grandissimo Toni Kukoc, che mi ha dato la sua amicizia su Facebook, e mi annuncia: “Lo vedremo stasera contro Sassari”, a me viene l’acquolina in bocca e ci resto poi male quando scopro che il promettentissimo bosniaco del novembre 1997 non è stato neanche incluso nei dodici del Maccabi da Guy Goodes. Il quale mi è piaciuto quando alla domanda “perché nella ripresa non ha fatto più entrare Jordan Farmar?” ha sinceramente risposto: “Perché stava giocando male e l’ho tenuto con me in panchina a guardare i suoi compagni che sul parquet stavano facendo molto meglio di lui”. Più chiaro di così si muore. E io non muoio di certo dietro alla Gazzetta che si è adombrata perché nel ranking della Fiba l’Italia è al 35esimo posto dopo la Giordania, Uruguay, Panama e la Gran Bretagna. Probabilmente non è proprio vero, ma di sicuro non siamo la seconda potenza cestistica al mondo dopo gli Stati Uniti America come pensa Giannino Petrucci. Secondo il quale avremmo dovuto vincere la medaglia d’oro agli ultimi Europei. Sì, col piffero. Intanto, per associazione d’idee, è cominciata anche la Nba e gli Spurs di Ettore Messina, vice di Popovich a San Antonio, hanno tenuto testa ai Thunder di Kevin Durant (solo 22) sino a una dozzina di secondi dalla fine (106-108, 31 di Kawhi Leonard) quando l’australiano Steven Adams ha schiaffeggiato una mano di Danny Green sulla tripla del sorpasso, ma gli arbitri hanno finta di nulla come Bibì e Bibò, alias Mamoli e Tranquillo, e Oklahoma ha vinto (112-106, 33 di Westbrook) rubacchiando. Ma allora la vedi la Nba? Sì, almeno la prima della stagione non me la perdo. Poi una partita al mese. Come ai tempi del cinema muto. Ovvero sempre senza sonoro. Però non saremo neanche la 35esima nazione al mondo e nemmeno la sedicesima o giù di lì in Europa, ma se i campioni d’Italia di Sassari in questa e nella scorsa EuroLega hanno vinto una sola partita su tredici del primo turno, qualcosa vorrà pur dire. Obietterete: il Banco di Sardegna non ha neanche un azzurro tra le sue fila. Obiezione accolta. Ma allora il nostro è un campionato di bassa lega con un mare di stranieri che sono per lo più scarti delle migliori squadre all’estero? Pensateci. Nel frattempo scappo a vedere EA7-Olympiacos di cui non conosco ancora il risultato finale. Arrivederci a domani. Assieme alle pagelle del mese di ottobre. D’accordo? Come diceva Wanna Marchi che si è risposata a 72 anni e gestisce con la figlia Stefania un locale a Milano, in zona Greco, La Malmaison Cafè, di cui Edoardo Raspelli ha scritto un gran bene: “100-120 euro per un posto curioso unico e buono”. Vi fa gola? Non credo.