L’omertà del Tranquillo tacchino in difesa del suo Messina

tranquillo

Mi chiedevo perché ogni volta nel Giorno del Ringraziamento, che gli americani a stelle e a strisce festeggiano dal 1777 il quarto giovedì di novembre, come è accaduto anche una settimana fa, mi viene sempre in mente Cicciobello Tranquillo che, da quando ha confessato (a reato prescritto) d’aver preso anche lui il nero di seppia da Ferdinando Minucci, chiamo più appropriatamente Ciccioblack. Ebbene ce ne è voluto di tempo, ma proprio giovedì, vedendolo commentare l’ennesima rovinosa caduta al Forum, la quinta di fila, dell’Armani in EuroLega, con le cuffie che gli coprivano le orecchie e la pappagorgia che gli gonfiava il collo, ho finalmente capito il motivo: Ciccioblack (nella foto, ndr) è tale e quale ad un tacchino arrosto, il piatto tradizionale del Giorno del Ringraziamento. E’ quindi una (sua) fortuna che il Thanksgiving Day non abbia attecchito nel Bel Paese come Halloween, dolcetto o scherzetto, la festa più stupida dell’anno. Altrimenti gli avrebbero già tirato il collo e poi io di cosa e di chi scrivo? Di Ettore il Messi(na) che ho visto domenica sera al Palaverde che maltrattava il povero Baldasso sbattendolo a spintoni in panchina con l’Armani avanti non ricordo bene se di 12 o di 15 punti? Ve l’ho già detto: io non sparo sulla croce rossa. E poi tra Lui e me c’è un rapporto tutto particolare che voi mortali non potete capire. Tanto che, se pensate che Lui ce l’abbia a morte con me, siete completamente fuori strada.

Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi, come può uno scoglio arginare il mare, anch’io, disubbidendo ai medici che me l’avevano proibito, ho ascoltato le telecronache del Tacchino milanese di discendenza calabra sia contro l’Efes di Ergin Ataman che con il Fenerbahce di Dimitris Itoudis, emtrambi oggi più bravi di lui, affinché non possiate lavarvi la bocca dicendo che non sono un uomo di parola. E sono ancora vivo e vegeto nonostante sia stato molto dura sentire Tranquillo nella prima telecronaca con Andrea Meneghin affermare nel prepartita che “onestamente (!?!) parlare di crisi dell’Armani anche se perderà (e perderà 51-80) mi pare leggermente prematuro e poco sensato”. E nella seconda dopo l’ennesima sconfitta, stavolta con il Nonno di Heidi (Davide Pessina) al fianco, non fare il minimo accenno alla possibilità che l’allenatore Messi(n)a potesse presentare le dimissioni al presidente Messi(n)a come lo stesso Messi(n)a le aveva paventate quarantott’ore prima. “La svolta o lascio” tuonò, ma evidentemente rotolare all’ultimo posto della classifica dell’EuroLega non è bastato a convincerlo d’essere ormai arrivato al capolinea d’un’avventura iniziata prendendo il posto nell’estate del 2019 del Livi(d)o Proli e, già che c’era, anche di Simone Pianigiani già confermato per altri due anni dal pleonastico Panta-Panta-Panta leon-leon-leone Dell’Orco. Oppure passare dal -29 con l’Efes al -10 con il Fener è da considerarsi una svolta? O non piuttosto una farsa come vi avevo largamente preannunciato senza essere per carità Frate Indovino?

Però non è questo ancora il punto. A parte l’ennesimo cartellino giallo sbattuto in faccia da Claudio Limardi, il cerbero addetto stampa dell’Olimpia con quattro figli, all’Andrea Meneghin figlio unico del grande Dino perché s’era permesso di commentare così il massacro di Forte Forum ad opera di capo Ataman: “Milano in attacco non riesce più a fare le cose giuste, le cose semplici e i canestri facili, né ad andare nemmeno in lunetta”. Perché non è forse vero? Ma è proibito criticare Ettore: non lo sapevate? E soprattutto mi meraviglia che non lo sappia il buon Andrea che non vorrei facesse presto la stessa fine di Nicolò Trigari o di C10H16O Canfora? Guai. E comunque la cosa che più mi fa incazzare al mondo è che Ciccioblack fosse perfettamente al corrente di quello che so io standomene a casa a Mestre, mentre lui è l’unico a poter aver accesso nello spogliatoio dell’Armani senza doversi nascondere nella cesta (in vimini) della roba sporca e andando anzi spesso a cena con il Trinacriciuto insieme alle rispettive seconde mogli. E cioè che Nicolò Melli, e non Gigione Datome, dopo la partita con l’Efes si è presentato al cospetto del Messi(n)a e senza tanti giri gli abbia detto a nome dei compagni di squadra che a tutti non piaceva come giocava la squadra. Ma Ciccioblack non l’ha detto a nessuno per proteggere l’amico e s’è tenuto tutto per sé forse dimenticandosi qual è il mestiere per il quale Sky lo paga. Questa si chiama omertà, signori miei, e non mi sbaglio. Dove l’omertà niente a che fare con l’ndrangheta o con la mafia, ma come spiega lo Zingarelli è chi semplicemente “rifiuta di fornire informazioni in difesa di solidarietà altrui”. Sia chiaro. Ma qual è stata – vi chiederete curiosi – la risposta del dux dell’Armani al coraggioso contestatore? Questo ve lo racconterò nella prossima puntata: così vi costringo a leggermi almeno un’altra volta.

Dovrei ormai saperlo che, se al martedì vado al Giustinianeo di Padova in ematologia oncologica e mi sciroppo una fialetta di cortisone, poi non posso andare a letto dopo Carosello come facevo da ragazzino e magari anche pretendere di non essere sveglio come un grillo quando l’alba è ancora lontana dal destarsi. E difatti saranno state le quattro, o neanche, che ho acceso la televisione e mi sono visto con gusto tutta BresciaVenezia (60-80) di EuroCup dal letto con il doppio cuscino sotto alla nuca. E già che c’ero anche Mavericks-Warriors, insomma Dallas contro Golden State, 116-113, 41 punti di un Luka Doncic sempre più largo e grosso, godendo come un matto per i passi sacrosanti fischiati all’odioso Stephen Curry (solo 32) nell’ultimo assolto a canestro del campione Nba. Certo c’ero anch’io domenica al Talercio e la sconfitta d’un punto della Reyer con Trento è stata parecchio imbarazzante, ma da qui a stracciare l’abbonamento dell’Umana e chiedere la testa di Walter De Raffaele mi erano sembrate prese di posizioni un cincinin eccessive. Difatti la Germani di Magro sempre più magro, magrissimo, sarà anche stata poca cosa specie in Amadeus Della Valle a secco di triple e si sarà pure fatto male Petrucelli, che ora starà fuori un paio di mesi, ma quando gli oro-granata se l’erano già data a gambe (15-32) e nessuno li avrebbe più ripresi. Forse neanche la Virtus di Scariolo. In fondo la Reyer senza Bramos se non avesse ceduto per un punticino all’Ulm sarebbe in testa al girone di EuroCup con lo Jesunesse Iaique de Bourg-en-Bresse che è andato a vincere anche a Badalona (Juventut) e in campionato, se non avesse regalato tre partite per un canestro, anche a Varese e Pesaro, e l’ostilità dei cattivi arbitri Paternicò e Rossi, ora avrebbe gli stessi punti in classifica dell’Armani e sarebbe seconda avendo battuto i campioni d’Italia in laguna. D’accordo, di se e di ma, sono piene le fosse, specie nel biathlon dove oggi Lisa Vittozzi è risorta ed è stata splendida terza nella 15 km di Coppa del Mondo a Kontiolahti in Finlandia, evviva!, però non si può nemmeno perdonare tutto a Ettore Messina che ne sta combinando di tutte i colori o tollerare che P(r)ozzecco vada in tivù in slip indecenti o che gli arbitri con l’avvento di Citofonare LaMonica siano completamente allo sbando, e poi accanirsi con il Ray-Ban di Ovosodo perché la sua squadra parecchio forte, ma molto rinnovata, un po’ arranca e non riesce ad esprimersi come potrebbe e lui stesso pretenderebbe. Probabilmente De Raffaele ha troppi buoni giocatori e non può far giocare 20-25 minuti  tutti. Come del resto Don Gel Scariolo. Col rischio di non soddisfare nessuno. Però se lascerà più in panca Spissu e Parks come Scariolo fa spesso e volentieri con BelinelliMannion, anche mi sbaglierò, ma ugualmente la sparo grossa: Segafredo e Reyer potrebbe davvero escludere l’onnipotente Armani dalla finale tricolore.

P.s. Non li chiamo zebedei come il maestro Andrea Camilleri, ma proprio coglioni. E se i coglioni li avete rotti ad Andrea Agnelli sino a spingerlo a lasciare la Juventus, li avete spappolati anche a me. Quindi se volete un parere su come la penso di tutta questa sporca storia italiota, nazional-popolare, ignorante e disgustosa, o anche solo di Cairo, Lotito e De Laurentiis, dovrete aspettare per un bel pezzo che almeno raffreddi i bollenti spiriti e non scenda ai bassi livelli del Gazzettino di Venezia, che è fatto a Roma. Il quale per la squadra di Max Allegri, che almeno si è liberato di Pavel Nedved, prevede un’altra serie B. Ma mi faccia un piacere. E intanto continuo a scioperare coi Mondiali del Qatar che la Rai mi aiuta a detestarli ogni giorno di più.