Divieto di svolta, ma il Trinacriciuto non lascia l’Armani

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Non è ancora l’alba e già piove, governo ladro: mi rifugio così subito sotto la doccia che almeno è bollente. Sono da poco passate le sette, come sette sono in fila indiana le batoste che la Milano del nostro povero Messi(n)a ha beccato tra capo e collo in EuroLega. Accendo allora la televisione e sulla prima rete del regime già un sottosegretario della Lega sta elogiando la nuova manovra che in verità fa acqua da tutte le parti. Non se ne può proprio più. Tanto che quasi quasi sarei tentato anch’io di buttarla subito in vacca. Cioè in politica. Come ha fatto anche Gramellini nel suo caffettino senza zucchero che ho sotto agli occhi. “Dice Salvini che ciascuno deve essere libero di pagare come gli pare, però aggiunge che chi paga il caffè con la carta di credito è un rompipalle”. No, ti prego, anche le parolacce di prima mattina no. Dopo che con le belle Parole al sabato sera hai fatto i soldini. Adesso manca solo che torni Alex Del Piero alla Juventus da Los Angeles insieme al fastidioso fratello maggiore Stefano, che ancora vive in campagna, a San Vendemiano, tre passi a piedi dalle colline di Conegliano, dove Luca Zaia ha le sue vigne di Prosecco. E poi siamo a posto. Nel frattempo non mi meraviglierei se il ministro della giustizia, Carlo Nordio, noto simpatizzante di sinistra ma forse sto facendo un sacco di confusione, ripristinasse a furor di popolo la pena di morte per Andrea Agnelli e gli altri undici dirigenti bianconeri che si sono macchiati di gravissimi reati nel Bel Paese del pregiudicato d’Arcore, nonché presidente del Milan per oltre un ventennio. Il quale invece non si è fatto nemmeno un’ora dietro le sbarre, seppur condannato a quattro anni di galera per frode fiscale, ed è anzi tornato a sedersi su uno scranno del senato della nostra Repubblica, applaudito e osannato come un dio in terra. Viva l’Italia.

Però adesso forse sarà il caso che magari scriva d’altro. Altrimenti mi mangio il fegato. Ma prima vado a pranzo con un gran signore della palla nel cestino col quale si è parlato a tavola di tutto tranne che di basket. E siamo stati benissimo lo stesso. Gamberetti all’olio e limone o in alternativa con polenta bianca, risottino di pesce (squisito) e frittura (dolcissima) di scampi, calamari e moleche. Che non ditemi che non sapete cosa siano perché costano al mercato di Rialto non meno di 100 euro al chilo. Sono i granchi di laguna in fase di muta e in via d’estinzione perché le acque di Venezia sono diventate troppo calde e si mescolano con quelle del mare. Un vero delitto. E poi sono andato a vedere (di nascosto) mio nipote Dodo che giocava a calcio e si è divertito: questo è importante. Poi che abbia anche vinto (3-1) tanto meglio. Un freddo bestia che solo le moeche o le masanete hanno saputo apprezzare. Ho letto in settimana che se domani sera Max Chef Menetti non batte in casa Trieste lo cacciano. Può anche darsi ma non credo. E comunque, di grazia, da chi sarebbe sostituito? Da Simone Pianigiani. Come no? L’hanno scritto più di un giornalista di Reggio Emilia. Dei quali potete dire peste e corna, però non di certo che manchino di fantasia. Intanto rido per non piangere e mi distraggo guardando di nuovo la tivù. Dopo la discesa quel fenomeno assoluto che è la campionessa olimpica  Sofia Goggia ha vinto anche in superG a Lake Louise e ora è a un solo successo in Coppa del Mondo da Federica Brignone che si è fermata a quota venti. Io tifo per il sorpasso della bergamasca. E voi?

Questi sono i duelli che ancora m’appassionano. Altro che gli ottavi dei Mondiali del Qatar che sono iniziati con OlandaStati Uniti e ArgentinaAustralia. Di cui sono sicuro che non mi crederete, ma non conosco nemmeno l’esito finale che leggerò domattina sui giornali se proprio non avrò nient’altro di meglio da fare. Come oggi. Perché dopo lo sci non mi sono perso la coppia di fuoriclasse PuppoAmbesi del biathlon su Eurosport e il secondo posto nella sprint di Kontiolahti, pur con un errore al poligono, di quella stella alpina risbocciata che è Lisa Vittozzi ora leader della classifica generale di Coppa del Mondo. Chi l’avrebbe detto? Ci avrei invece scommesso che la Juve avrebbe castigato l’Intertriste in trasferta e l’ha fatto con una caparbia doppietta di Barbara Bonansea. Peccato che adesso s’inventeranno qualcosa per togliere alle fantastiche bianconere di Joe Montemurro dai dieci ai venti punti affinché non possano conquistare il sesto scudetto consecutivo. Così come con una doppietta del finlandese Pohjanpalo il Venezia del neo allenatore Paolo Vanoli ha colto i primi tre punti casalinghi della stagione dopo un pareggio e ben sei sconfitte a Sant’Elena. Ma si salverà? Adesso credo proprio di sì. Insomma tra una registrazione ed un’altra, compreso Dominik Paris che a Beaver Creek in libera è finito ventesimo a oltre un secondo e mezzo da Kilde e Odermatt, non mi sono perso nulla, pur di non scrivere le solite biliari storie di pallacanestro, e purtroppo anche il sonno. Così a mezzanotte e dintorni, dopo un sabato molto intenso, solo adesso mi sto finalmente rilassando al computer.

Da lunedì mi tufferò invece a capofitto nel campionato di serie A visto che se aspetto che dall’EuroLega arrivino liete novelle sto fresco. L’Armani è ultima con 3 partite vinte e 8 perse. E non sta meglio la Segafredo che ha appena due punti in più in classifica di Milano ed è distante quattro dai playoff. Ma ha anche un budget, non dimenticatevelo, che è la metà di quello a disposizione di Ettore Messi(n)a. Che è pronto a giocarsi anche l’ultimo visto e sganciare altri tre milioni d’euro per convincere Facundo Facu Campazzo a infilarsi le scarpette rosse. L’argentino è stato segato da Dallas che ha asfaltato 121-100 al Madison Square Garden i fischiatissimi Knicks. Pure questa news vi ho dato. E così domani potete benissimo anche non uscire di casa per comprare i quotidiani di Urbano Cairo perché, se non farà freddo, pioverà a catinelle. A mezzogiorno c’è Brindisi-Reyer (Eurosport 2), alle 18.10 il Banco di Sardara che proverà a fare l’improbabile sgambetto ai campioni d’Italia su La Nove e alle 19.00 lo stuzzicante Varese-Virtus (Eleven).

Un’ultima cosa che è poi il titolo di questo pezzo con foto segnaletica. Martedì 22 novembre dopo Armani-Efes 51-80 il Trinacriciuto di Catania sbottò: “Vergogna: la svolta o lascio”. Bene. Due giorni dopo Milano sempre al Forum ha perso 72-82 e giovedì a Vitoria 78-62 con il Baskonia. Insomma questa benedetta svolta non c’è stata. Né a destra, né a sinistra. Però il Messi(n)a è rimasto lo stesso alla guida di Milano, come era scontatissimo, sia come allenatore disennato che come presidente tirannico. In più Nicolò Melli a nome della squadra ha contestato il suo basket e Lui gli ha risposto piccato: “Siete pagati per giocare come dico Io”. Giusto. Anche malissimo. Però intanto Qs ha sparacchiato: “Euroflop Olimpia: sette sconfitte di fila per un fallimento”. Esagerato: in fondo mancano ancora 23 partite da qui al termine della prima fase d’Eurolega e dopo le feste natalizie potrebbero rientrare tutti gli infortunati eccellenti. Tranne Pangos che potrà essere comunque sostituito dal Facu o da un play migliore del canadese. Basta che Ciccioblack Tranquillo, ai ferri corti persino col Poz, non faccia più le telecronache delle partite d’EuroLega perché sinora non so se ve ne siete accorti, ma ha uno sfortunato zero su undici nelle vittorie delle due squadre italiane. Peggio di Mitrou-Long (0/10) due giorni fa nei Paesi Baschi. Buona domenica.