Mi sono accorto solo oggi che non scrivo di pallacanestro da venti giorni. Eppure lo zoccolo duro del mio blog siete voi, magnifici aficionados di uno sport che ci piace da morire, ma che purtroppo in Italia è finito nelle catacombe soprattutto per colpa di Giannino Petrucci che nemmeno stavolta è riuscito a togliere dalle grinfie di Sky e di Ciccioblack Tranquillo il giocattolo dei Mondiali in Cina che inizieranno domani e lo sappiamo in tre: lui, il gatto e io. E non mi si racconti che la Rai non voleva trasmettere almeno le partite degli azzurri perché ho buoni amici in viale Mazzini che mi giurano che non è assolutamente stato così. Bene, contento lui, contenti tutti. Peccato che però intanto la pallavolo del Belpaese abbia messo la freccia e abbia sorpassato il basket anche come interesse presso gli appassionati. Per non parlare dei consensi televisivi che la serie A del volley, felicemente sponsorizzata da una banca emiliana (Banca Credem), ottiene rispetto a quella dei canestri che al massimo ottiene uno scambio-merci: tu mi regali un biglietto d’aereo della Turkish Airlines e io ti faccio volare sulle ali di Paul Biligha che non sa nemmeno lui come sia finito in Cina quando nella Reyer, campione d’Italia, avrà messo il piede sul parquet durante i playoff forse un minuto o anche meno. E senza contare che la nazionale femminile agli Europei di pallavolo ieri sera contro le padrone di casa della Polonia avrà anche perso al quinto set (15-12), ma ha pur sempre catturato un milione e 460 mila spettatori su Raitre dopo il milione e 432 mila di martedì su Raidue nel match vinto 3-0 con la Slovenia. Insomma non serve interpellare Pico della Mirandola, al secolo Luca Foresti, che collabora con Mamma Rosa, per capire che, se vai sulle reti ammiraglie della tivù di Stato, hai ottimi ascolti, mentre, se ti smarrisci tra i sotterranei di Sky o di Eurosport, sono fuochi d’artificio se oltre a me e al gatto vedono il basket, a farla grande, i miei nipoti Edoardo, Rocco e Sofia, ma solo per far contento il nonno. E non sto scherzando. Anzi, facciamo un gioco: io dico che domani alle 13.30 su Sport Arena (canale 204 della piattaforma di Murdoch) non saranno più di 280 mila gli italiani che seguiranno gli azzurri di Romeo, oh Romeo, perché sei tu Romeo?, nell’esordio ai Mondiali con i filippini in maglietta e calzoncini corti. In caso contrario giuro che ascolterò per punizione le altre partite del Mondiale senza togliere l’audio e senza tappi alle orecchie subendo le ire della Tigre che già la sento brontolare: “Ma come fai a sentire quello con quell’altro (Davide Pessina, ndr)? Che non la smettono mai di parlare e d’urlare quando dici sempre che non li riesci più a sopportare?”. Tre anni fa Pallino Sardara, il presidentissimo di Sassari cresciuto alla scuola di Messer Ferdinando Minucci, aveva avuto la buona idea di contattare Massimo Righi, eccellente amministratore della Lega Volley, per conto della Lega Basket, ma poi non se ne fece più niente per le soliti liti di cortile, che le società di serie A non si fanno mai mancare, e sono arrivati Mago Zurleni, raccomandato da Trento, e successivamente lo Zio Fester, alias Marco Aloi, voluto da Milano. E non penso serva aggiungere altro. Anche perché non ho nessuna voglia oggi d’essere polemico. Men che meno con MaraMeo Sacchetti che nelle prossime settimane avrà già i suoi cavoli amari con i precari Gallinari e Datome (nella foto). E io i miei. Piuttosto, restando in tema, ricordo quel che ha scritto Oscar Eleni sull’Indiscreto a metà estate: “Ci vuole una testa aperta e la pallavolo è davvero avanti a tutti. Pensano, creano. Hanno avuto la squadra del secolo, quelli che vincevano tanto con Velasco, ma non si sono fermati a guardare i trofei. Hanno sofferto, pagato e vinto di nuovo”. Come faccio a non essere d’accordo con il caro Orso? Che concluse il pezzo con una domanda che fece il professor Carlo Vittori, il gran maestro di Pietro Mennea: “Chi ‘sti suldati jenia la guerra?”. Andate in battaglia con questi soldati? Eh sì. Purtroppo.