Kuzminskas a Milano mentre Julian Wright resta a Reggio

julian

Tra Lega e Fip non metto il dito. Come tra moglie e marito. Anche perché alla gente del basket non importa un fico secco del 6+6 o del 7+5. Che comunque fa sempre 12. O mi sbaglio? Vorrebbe, questo sì, una nazionale che vada alle Olimpiadi. Come non le riesce da troppo tempo. E magari una Milano che non sia in Europa sempre la Cenerentola che non sale mai al castello in carrozza. Ma se ne sbatte che Giannino Petrucci tiri le orecchie ad Egidio Bianchi. Anche perché non sa probabilmente chi sia il signor Bianchi. Che è un buon senese e non lo scellerato Egidio della Monaca di Monza, però chi muove i fili delle marionette in Lega non è lui, ma un Mangiafuoco che tutti conoscono benissimo e che da oggi in avanti, restando al Manzoni, chiamerò l’Innominato. Il quale infatti non è neanche menzionato nel pezzo di Massimo Oriani, prima firma della pallacanestro di Mamma Rosa, che il 30 dicembre dell’anno scorso s’è occupato della guerra in atto tra le società di serie A e il Palazzo federale sul numero degli stranieri da poter utilizzare nel prossimo campionato. Tanjevic dice al massimo tre o quattro. E io sto con il grande Boscia. Ci mancherebbe altro. Però ugualmente non vado a braccetto con Daniele Dallera che sul Curierùn pure parla della lite Petrucci-Bianchi e non fa neppure lui alcun accenno all’Innominato. “Stranieri (brocchi) e italiani: urgente cercare il mix giusto”. Giustissimo. Ma è quella parentesi che non mi garba. Perché, se è vero che gli extra comunitari che sbarcano nel Belpaese sono spesso schiappe, sono più indecenti ancora gli italiani che a questi reggono la coda e legano le scarpe scaldando pigramente la panchina. O di nuovo mi sbaglio? E comunque non mi schiero. Come promesso. Piuttosto butto le braccia al collo del buon Oriani quando, nel bel mezzo del lungo articolo sopra citato, mi ha regalato canestri di gioia nel primo giorno del nuovo anno sotto la pioggia (e la neve in montagna) con una notizia che ho più volte ipotizzato nel mio audace blog, ma che adesso è stata ufficializzata dalla Gazzetta che in Italia fa ancora giurisprudenza. “Le risse verbali tra Fip e Lega non giovano a nessuno, men che meno alla visibilità del movimento che pure sta ottenendo ottimi risultati dal punto di vista degli ascolti. Gli abbonati a Eurosport Player hanno infatti toccato quota 150.000 ben oltre le aspettative (si puntava ai centomila entro Natale) confermando la bontà dell’offerta che gli appassionati hanno colto al volo”. E io cosa vi avevo consigliato durante tutto l’autunno? Ma il top della news è un’altra: “Anche i dati dell’audience su Eurosport 2 sono oggi superiori a quelli di Sky della passata stagione”. Cin cin. Evviva. E buon 2018. Ora per la verità non ci voleva molto a capire che la tivù esagerata di Ciccioblack Tranquillo aveva stufato il mondo intero. Così come non sarebbe male che lo capissero, meglio tardi che mai, anche il nostro Giannino e la Disney, nuova proprietaria dell’impero televisivo che fu di Rupert Murdoch. Viva Topolino. Però che Niccolò Trigari fosse con Andrea Meneghin il numero uno lo andavo dicendo solo io prima dell’altro giorno. Mentre quelli della Banda Osiris ridevano di me e mi negavano il saluto. Poveri diavoli. E comunque già metto in guardia Luca Gregorio Magno che mi sembra si stia allargando troppo su Eurosport: attento a quel che vai raccontando in telecronaca perché ti ho già nel mirino e, se schiaccio il grilletto, non sbaglio un colpo e non faccio nessuno prigioniero. Era per esempio una balla enorme quella che Julian Wright avesse giocato sabato a Reggio Emilia la sua ultima partita con la Grissin Bon. Intanto è falso che il moro di Chicago, elegantissimo ma un po’ bizzarro, se ne volesse andar via. Semmai è vero il contrario e cioè che la società di Stefano Landi non l’avrebbe trattenuto qualora Wright non avesse messo la testa a posto. Difatti a lui si erano interessate il Galatasaray, che gli aveva offerto 40 mila euro in più d’ingaggio, e pure la Reyer, che gli fa la corte da tempo, ma è stato Julian a decidere di rimanere alla Grissin Bon perché in fondo a Reggio non si sta male e lo stipendio lo riscuoti ogni fine del mese. Intanto l’Armani si è preso il terzo lituano perché evidentemente pensava che le mancasse qualche straniero. E’ un tre-quattro di valore assoluto, viene dai Knicks e il suo nome fa paura solo a pronunciarlo: Mindaugas Kuzminskas, però non fatemi aggiungere  niente di più. Perché Milano di solito li prende alti-forti-e-robusti e poi li molla che sono diventati mozzarelle di bufala. Come Cory Jefferson che sarà tagliato. E un altro milione di euro sarà buttato dalla finestra. Come le brioches di Maria Antonietta, regina di Francia ghigliottinata a Place de la Revolution.