Il generale Zaia ha dichiarato guerra ai terribili crucchi

italia

Chiudono le frontiere, ieri quelle dell’Austria e della Slovenia, e non fermano le Coppe europee di calcio e di basket? E nessuno dice niente? Men che meno Mamma Rosa e Sky. Che altrimenti dovrebbero anche loro chiudere bottega. Tranne il Gazzettino di Roberto Papetti, il trombone nemmeno lontano parente di Fausto, il famoso trombettista, che si è invece scandalizzato per “la clamorosa decisione presa dall’Austria nei confronti dell’Italia”. E dov’è il problema? Basterebbe dichiararle guerra. Come nel 15-18 del secolo scorso. E mettere il suo Luca Zaia, pluri medagliato, a capo dell’esercito padano. Tanto più che l’idea di chiamarlo, mettendomi sull’attenti, Generale Zaia non mi suona neanche male all’orecchio. Pure Salvini per la verità ha un cognome breve e quindi perfetto per un titolo sparato e inscatolato in prima pagina, ma volete mettere quanto è più bello chiamarlo il Cazzaro verde? Soprattutto ora che le toghe rosse, salite il 9 marzo sui tetti dei palazzi sventolando le loro bandiere (vedi foto), hanno stabilito che non è reato se Marco Travaglio lo dileggia in questo modo. E difatti l’hanno assolto con formula piena e la piena soddisfazione del direttore del Fatto Quotidiano. Tant’è che l’amico Andrea Scanzi ci ha persino scritto sopra un libro da leggere con molto piacere in un solo pomeriggio: “Il Cazzaro verde, ritratto scorretto di Matteo Salvini”. Che apro a caso. Pagina 53: “Giuseppe Conte ha appena parlato al Senato il 20 agosto (2019, ndr) demolendo spaventosamente il Cazzaro Verde. Mai vista una macellazione politica così in Italia. Sangue ovunque. Macerie e martirio. Una vera mattanza. E Salvini, dopo tale demolizione certosina, cosa ha fatto? Ecco la sua reazione in estrema sintesi. Ore 16.00: “Rifarei tutto”. Ore 20.00: “Ritiro la sfiducia a Conte”. Fatelo vedere da uno bravo”. Adesso m’immagino il quotidiano del Trombone che titola domani a tutta pagina: “Il generale Zaia all’assalto dei crucchi”. Dove? Di nuovo a Caporetto. Mi pare scontato. Come fece il suo illustre predecessore: il generale Luigi Cadorna. Che il governatore dei veneti ha sempre stimato e citato ad esempio. Ammirandone la grande imperizia e l’irresponsabilità più totale. Oltre all’arte dello scarica barile che Cadorna applicò benissimo rovesciando tutta la colpa della disfatta addosso ai poveri soldati italiani spediti da lui al massacro. Come Salvini e Zaia tentano del resto di fare con il secondo governo del Conte Giuseppe tutti i santi giorni da quel 20 agosto scorso. Beato quel giorno, mi viene da aggiungere: pensate infatti quali disastri avrebbero potuto combinare i salvinisti al potere se avessero dovuto gestire questa pandemia di cui non avevano ancora capito la gravità sino all’altro ieri e anzi pensavano che fosse poco più di una banale influenza di stagione. Vorrei però adesso che qualcuno mi spiegasse anche la ragione per la quale tutti ci raccomandano in televisione di barricarci in casa e di non metterci le dita nel naso. Giusto. E d’evitare le strette di mano e gli abbracci se proprio devi portare fuori a spasso il cane. Mantenendo comunque la distanza di un metro anche da un vicino parente. D’accordo. Ma allora perché nessuno invece ha detto niente ai giocatori dell’Atalanta, che pure ieri sera hanno fatto un altro figurone a Valencia, zittendo quel poveretto di Andrea Agnelli, ma che ad ogni gol del magnifico Giuseppino Ilicic, che di reti ne ha segnate addirittura quattro, si sono stretti in una terribile ammucchiata riempendosi di baci e di coccole e dimenticandosi completamente dell’esortazioni nazional-popolari ad evitare possibili contagi dal coronavirus? Oggi ho scritto perché son vivo. E domani vedremo. Così non penso ad altro e son contento. Ma, a quanto pare, un po’ felici quando scrivo lo siete anche voi che mi aiutate a tener duro contro questo cancro che non mi lascia ancora in pace. Compreso il caro Orso Cripto Eleni. Checché possano credere gli avvoltoi e certi sciacalli. E difatti, da oggi in avanti, lo prometto, nell’ora in cui gli inglesi prendono il tè, minuto più minuto meno, troverete su questo blog il vostro Scacciapensieri quotidiano che cercherà di farvi compagnia nella quarantena come al mattino il Caffè di Massimo Gramellini senza dimenticarmi però d’aggiungere qualche volta anche un paio di cucchiaini di zucchero. Ma adesso scappo sul serio. Perché a Padova mi aspetta una visita da un illustre luminare d’ematologia e come al solito sono in spaventoso ritardo. A domani. Sperando che nella notte qualcuno si sogni per caso di rimandare tutte le partite di calcio e di basket delle coppe europee sino a quando questa pandemia globale non sarà finita. Come sarebbe tempo e ora: non vi pare?