Alla fin fine Gentile ha firmato per l’Hapoel di Pianigiani

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Non avrei potuto scrivere sabato di “Alessandro Gentile tentatissimo di tornare a giocare a Treviso” perché tutti avrebbero subito pensato ad un pesce d’aprile. Per la verità l’hanno pensato in molti lo stesso, ma uno, se è cretino il 31 di marzo, lo è anche il primo d’aprile e in qualsiasi altro giorno dell’anno. Anche a Pasqua e Pasquetta. E quindi non faccio il minimo passo indietro confermando il segreto che da fonte certa avevo avuto e che vi ho svelato venerdì sera. Ovvero che il figlio di Nando moriva dalla voglia di vestire la maglia della De’Longhi. Magari la (sua) numero 5. E che la trattativa tra il club di Paolo Vazzoler e la famiglia Gentile era molto bene avviata. Mi disturba soltanto che i tifosi microcefali siano in continuo aumento anche nel basket come nel Calcio Napoli e non abbiano capito che, bomba o non bomba, sarebbe stato comunque entusiasmante se Alessandro fosse sbarcato di nuovo a Treviso. Indipendentemente dal fatto che la squadra del Pilla Pillastrini avesse poi vinto o meno i playoff di A2. La pallacanestro non è aritmetica. Ovvero non era detto che sommando Treviso a Gentile, cioè la squadra prima della classe (nel girone dell’est) alla guardia più talentuosa d’Italia, fosse poi matematica la promozione del club del Radicio Rosso in serie A. Contrario all’operazione era invero lo Zio Riccardo Sbezzi e non tanto perché avesse qualcosa contro la De’Longhi, anzi, ma quanto perché è uomo di questo mondo e sa bene come vanno le cose nell’orticello dell’invidia e della calunnia. Difatti oggi che Alessandro ha invece firmato per l’Hapoel Gerusalemme di Simone Pianigiani, mi tocca dar ragione a quello che io affettuosamente chiamo il Gabibbo di Ragusa perché ho finalmente anch’io capito la ragione per cui la notizia del possibile ritorno del più piccolo dei Gentile a Treviso avesse scatenato nei giorni scorsi molte più cattiverie che altro nelle menti bacate della controparte e in particolare dei tifosi imbecilli. I quali del resto negli ultimi tempi sono cresciuti come funghi pure nelle serre della nostra pallacanestro che non sono molto diverse da quelle dove spuntano nel calcio ogni domenica i fratelli dell’odio contro la Juventus. Difatti tutti volevano Alessandro. Anche le due Bologna e Verona, ma gli avevano giurato guerra se fosse andato a giocare a Treviso come lui avrebbe desiderato. Staremo comunque a vedere. Intanto stasera l’Hapoel, che è sesto in classifica, affronta in campionato il Gilboa Galil che deve assolutamente battere per rimanere in corsa per le final four che valgono il titolo. Altrimenti l’acquisto di Alessandro Gentile, che raggiungerà Gerusalemme a fine settimana, sarà servito a poco o niente per via del fatto che in Israele non si disputano i playoff e ci si gioca lo scudetto in due partite secche. Però non volto ancora pagina dal momento che l’A2, pur con una sola promozione in serie A, mi intriga sempre da matti. A ovest c’è Biella, imbattibile in casa, e basta. A parte la simpatica Tortona e la sconcertante Roma del Ciglione Toti. Agrigento si dondola sull’altalena degli alti e bassi. La cara Siena è troppo lontana, ma è già tanto che resti in vita. Reggio Calabria e Scafati rischiano addirittura la retrocessione. Diversa è la musica alla fiera dell’est. Dove a tre giornate dal termine della stagione regolare i giochi non sono ancora fatti: Trieste e Ravenna inseguono la Virtus e Treviso a due punti, la Fortitudo (a un passo da Daniele Cinciarini) e Roseto sono subito dietro, tutti nei playoff vorranno evitare la nuova Verona dell’Uomo Dalmonte, domenica c’è Verona-Treviso e venerdì santo il derby di Bologna. Ovviamente da non perdere come stanotte alle 3.20 la finale per il titolo Ncaa tra Gonzaga e North Carolina. Domattina dovete andare al lavoro? E dov’è il problema? Ve la registrate. Non avete My Sky? E da me allora cosa volete? Magari vi sareste anche aspettati che vi parlassi della magnifica Venezia che è volata nelle final four di Champions che si giocheranno a fine mese a Tenerife, ma sul carro dei vincitori oro-granata è salita così tanta gente dopo il trionfo di mercoledì sugli odiosi turchi del Pinar che non riuscivo quasi più a respirare e mi hanno portato via in portantina. Però tra un’ora sarò al Taliercio e sarà della partita con Avellino anche Napoleone Brugnaro di ritorno da due settimane in Brasile. Dove non so se ci sia andato in vacanza o per lavoro e non m’interessa nemmeno saperlo. So che la Reyer ha vinto anche senza di lui seduto in prima fila nel salottino fucsia, ma adesso tiratele voi le conclusioni che più vi sfagiolano: io ho già abbastanza rogne per conto mio e altro non voglio aggiungere se non che il duello tra l’Umana e la Sidigas vale per il secondo posto nella griglia di partenza dei playoff, ma anche, in caso di sconfitta, il rischio per entrambe di perdere pure il terzo a vantaggio delle emergenti Trento e Reggio Emilia. Anche se Maurizio Buscaglia ha forse perso in un sol colpo Baldi Rossi e Marble e due tegole del genere non se le meritava proprio tra capo e collo.