AAA cercasi nuovo direttore di Lega, ma serve sul serio?

zurleni

Le ciliegie con le sfide dei playoff si sposano benissimo: una tira l’altra. E nascono e finiscono insieme. Però quest’anno mi sembrano un po’ annacquate. Le une e le altre. Colpa del maltempo dopo Pasqua. Colpa dell’Armani, sfacciatamente superiore, lo dicono tutti i santoni dei parquet. Ho assaggiato le prime ciliegie di stagione: non avevano alcun gusto. Così come non avranno probabilmente sapore i playoff con Milano-Capo d’Orlando stasera e Venezia-Pistoia domani. “Stavolta ti me xè piasuo”, mi ha detto il Paron. E di nuovo non penso serva la traduzione. Una volta il mio interlocutore preferito era Don Chisciotte della Mancia, troppo folle e troppo sagace per essere capito dagli assidui frequentatori della locanda da Rinaldo e dagli incolti lettori di Mamma Rosa e Papà Urbano. E così adesso parlo solo con Tonino Zorzi e da lui mi prendo le carote che gli altri non mi danno. E che semmai mi riempirebbero di bastonate. Eppure non mi sembravano male le ciliegi(n)e che vi avevo offerto. Rewind: Pietro il grande Aradori tentato dal Banco di Sardara e Vincenzino Esposito che, aspettando una chiamata da Reggio Emilia che non gli arriverà mai, intanto non dice no a Nando Marino. Il quale però ieri ci ha fatto sapere che Brindisi ripartirà da Marameo Sacchetti che non l’ha deluso: anzi, ha salvato l’Enel con largo anticipo. E allora sono io a non capirci più niente perché Brindisi era per me squadra da playoff o mi sbaglio? Come probabilmente Torino se Frank Vitucci non avesse perso Wright e Washington nel vivo della stagione. Le intruse sono state semmai Pistoia (settima) e Capo d’Orlando (ottava). Difatti, a torto o a ragione, Esposito è stato premiato quale miglior allenatore del 2016-17 e Sindoni junior quale dirigente numero uno dell’anno in corso. Ma vado oltre. Ora bisogna soprattutto capire cosa farà la Fiat o, meglio, cosa hanno deciso di fare Forni padre e Forni figlio. Perché se dovesse essere riconfermato Vitucci come si merita e se davvero devo credere alle parole dell’ex presidente di Lega, e cioè che MaraMeo non si sposterà da Brindisi, i sussurri e le grida di mercato resterebbero tali. Cioè solo voci. E’ certo invece, come vi ho anticipato l’altro giorno, che Federico Zurleni non sarà più il direttore generale di Lega nel prossimo campionato di serie A. Il Mago Zurleni, come lo chiama Angelino Costa, è durato poco: neanche un anno. E questo ci deve far riflettere al di là del fatto che l’ex manager di Ferrari, Adidas, Macron, Rcs Sport e Fila, fosse l’uomo giusto o sbagliato per il nostro basket. Di sicuro non è piaciuto a Livio Proli. Che imperat in Lega dietro le quinte ed è giusto che così sia. O dovrebbero forse comandare i peones con le pance vuote e poche idee ma confuse? Né Zurleni ha fatto molto per farsi piacere: la sponsorizzazione triennale di Poste Mobile non ha ingrassato i sedici club di serie A come speravano e difatti più di qualcuno di questi è oggi alla fame o, ben che vada, è magro più d’un’acciuga. Nomi non ne faccio perché sarebbe antipatico, ma la crisi di Caserta e Cantù è sotto gli occhi di tutti. I ricavi poi dalle final eight di Coppa Italia sono stati dell’ordine delle poche centinaia di euro e quindi, se vi ho raccontato che la manifestazione della Lega non si giocherà più alla Fiera di Rimini, ho le mie buone ragioni per confermarvelo una volta ancora. La domanda è però un’altra: serve davvero un Mago Zurleni per un basket che magari si vende anche male, ma che nessuno fa a gara per finanziare salvo tre o quattro eccezioni che confermano la regola? O non piuttosto sarebbe il caso che ad annaffiare l’orticello fossero le stesse società che si raccolgono attorno al buon Egidio Bianchi, presidente di Lega, invece di guardarsi sempre in cagnesco facendosi ognuna i cavoli propri? O sono forse io un visionario, sognatore e utopista? Può darsi. Però non penso che il mio ortolano abbia bisogno di un grande manager per vendere la sua frutta e verdura se è di qualità e non costa l’occhio della testa. Se invece vi interessa più sapere se è stata Guendalina Canessa a mollare Pietro Aradori o viceversa e non ve ne importa un fico secco che il miglior giocatore italiano di serie A possa lasciare Reggio Emilia e andare a Sassari o tornare a giocare in Spagna, magari insieme a Achille Polonara, allora ha fatto bene oggi la Gazzetta a non dedicare una sola riga di richiamo ai playoff che cominciano stasera anche con l’intrigante sfida dei quarti tra due allenatori giustamente riconfermati, Boscaglia Buscaglia e Pasquino Pasquini.