Brugnaro ci sta pensando: alleno o non alleno l’Armani?

giorgio

Se me lo avessero detto prima che il sindaco di Venezia sarebbe stato ad Avellino per andare a vedere la partita di pallone, non avrei avuto il minimo dubbio che giovedì sera avrebbe vinto la Reyer. E non perché Napoleone Brugnaro porta fortuna. Pure a lui è già capitato di veder perdere gli oro granata sotto ai suoi occhi: al Taliercio solo otto giorni fa o a Tenerife nelle catastrofiche final four di Champions. E’ che stavolta sapeva che il suo generale Walter De Raffaele non avrebbe potuto di nuovo disubbidirgli e ignorare gli illuminati consigli tecnici che regolarmente gli passa dalla tribuna, opposta alla panchina, attraverso quel povero diavolo di Federico Casarin. Non sempre si può del resto far finta di non sentire i preziosi suggerimenti che arrivano da chi è il padrone del vapore e in fondo butta via ogni anno dalla finestra sacchi e sacchi di quattrini. Prima o poi bisognava pur dargli soddisfazione. Tanto più che negargliela in questo delicato frangente non sarebbe stato oltre tutto carino. E nemmeno molto opportuno. E comunque non m’interessa sapere se sia stato il mio Ray Ban o il mio sindaco a decidere di consegnare la Reyer nelle mani di Ariel Filloy negli ultimi infuocati minuti della sfida del PalaDelMauro. Determinante è stato che l’argentino di Cordoba, che per quattro anni è stato anche prigioniero dell’Olimpia, sul 73 pari abbia trovato il coraggio, più dei celebratissimi Stone e Haynes, di sparigliare una partita che se Venezia avesse perso – adesso lo si può dire – sarebbe stata la sua morte quasi certa. Dall’1-3 infatti non si sarebbe potuta risollevare se non vincendo tre volte di fila, e due ad Avellino, con una Sidigas nella quale Adonis Thomas può anche oggi sbagliare di nuovo la partita, ma non certo Joe Ragland e forse nemmeno David Logan e Marquez Green. Ma come? L’incredibile Trento di Fred Buscaglia, che ho rivisto finalmente accennare un sorriso, strappa di dosso in quel malo modo lo scudetto all’Armani, il Forum è inferocito con il povero Repesa e i suoi smidollati frichettoni, sacchi vuoti, spenti e fulminati, senza orgoglio e senza forze, l’Ellisse di luna e Paperoga Crespi se la ridono di gusto, e non voglio neanche pensare a Ciccioblack Tranquillo e alla Banda Osiris che non possono vedere Proli, e tu ci parli di Brugnaro e di quel ricciolo che gli spunta sulla fronte e lo fa assomigliare davvero a Napoleone? C’è invece una connessione tra Venezia e Milano, oltre ad una alleanza sportiva difficile da capire, ma lasciatemi solo dire un cosa ancora e poi sarò da voi. Ovviamente stavo scherzando quando vi ho accennato alle dritte che il sindaco darebbe al suo allenatore: il livornese è persino più permaloso di me e quindi sarebbe anche capace di non mantenere la promessa che mi ha fatto mesi fa. Quale? Volete sapere troppo e poi potrò avere anch’io dei segreti o vi devo raccontare proprio tutto? Il dramma è che Napoleone Brugnaro non scherza mica quando confessa sempre alla sua truppa d’aver sbagliato tutto nella vita: avrebbe dovuto fare l’allenatore di pallacanestro e non il primo cittadino di Venezia-Mestre. Difatti ieri sera Proli, Livi(d)o ma Livi(d)o sul serio, quando i giornalisti l’hanno accerchiato e gli hanno domandato il nome del possibile successore di Gelsomino piangente, ha tentato di nascondersi dietro un “non sono decisioni queste che si possono prendere a caldo” che avrà anche incantato gli ArLecchini della Gazzetta, ma non certamente il sottoscritto che sa benissimo quali sarebbero i veri desideri del braccio destro di Giorgio Armani. Ovvero affidare la squadra il prossimo anno a Luigi Brugnaro. Il quale è molto indeciso se accettare o meno e intanto, come vi ho già anticipato, e la notizia straordinariamente non è stata ripresa dal Gazzettino, si è già iscritto al supercorso allenatori di Bormio. Al quale però vorrebbe partecipare quest’estate non come allievo, ma come relatore e maestro. E il presidente del sindacato Usap, Gianni Zappi, non è assolutamente d’accordo. L’intoppo è però ben clamoroso. Si sussurra infatti che Re Giorgio, per la prima volta contestato al Forum, abbia digerito molto male questo nuovo disastro del suo club dopo il vergognoso ultimo posto in EuroLega e abbia messo nuovamente in discussione Proli. Al quale Simone Pianigiani ha nel frattempo già scaricato la palla al piede di Alessandro Gentile. Che oggi rientrerà da Gerusalemme a Milano e a questo punto non sa se Ettore Messina lo convocherà comunque in nazionale per gli Europei di settembre. Dai quali ha tagliato di netto il Mago Bargnani. Alleluia.