Incantano Belinelli e Dybala, tesori dell’Italia e della Juve

beli dybala

Hai capito la Germania? Ha battuto la Francia e l’ha eliminata dagli Europei. Agli ottavi di finale. Dopo pranzo. E l’Italia di Ettore Messina? Ve lo dirò dopo. Magari in presa diretta. Prima di cena. Adesso sto vedendo il Venezia di Pippo Inzaghi. A segno con Bentivoglio su calcio di rigore a metà del primo tempo. E non mi potete disturbare in questo sabato pomeriggio, dalle mie parti ancora caldo, in cui calcio e basket s’accavallano su Sky e volo da un canale all’altro come un saltimbanco per non perdermi niente di niente. L’ambiziosa Francia di Nando de Colo forse già pensava ai quarti con la Spagna di Gel Scariolo e se è fatta uccellare (81-84) dalla Germania di Denis Schroeder, 21 punti e 11/11 dalla lunetta. A dimostrazione che si può umilmente vincere anche segnando (tutti) i tiri liberi e non solo con le triple a mitraglia. Avrò pure detto una banalità, ma così sono andate le cose. Anche perché il moretto degli Atlanta Hawks oggi non ne ha indovinata una di bomba. In compenso gli ha dato una mano Daniel Theis (22) che giocherà dal 20 ottobre con i Boston Celtics. Intanto raddoppia al quarto d’ora della ripresa Gianmarco Zigoni, figlio di Gianfranco, e il Venezia fa saltare in aria il San Nicola di Bari. Zigo-gol racconta ancora: “Ero io il vero ribelle del calcio italiano: quaranta sigarette, whisky e pistole. Come Che Guevara”. Suo figlio non lo conosco, ma mi dicono sia fatto di tutt’altra pasta e al massimo divide col padre un solo vizio: quello del gol. Perdonatemi se sto facendo un po’ di casino, ma vorrei vedere voi al posto mio. Devo raccontarvi di Italia-Finlandia e non ho più di due mani, anche se qualche volta mi accusano di scrivere con i piedi. Come non è colpa mia se la Juve con il Chievo scende in campo un quarto d’ora dopo il salto a due tra Cusin e Kotti con il kappa. Il Messi(n)a non cambia: con Cusin ci sono Hackett, Belinelli, Datome e Melli. Max Allegri invece s’inventa una nuova Signora versione 4-3-3 con Szczesny (due zeta e una sola vocale), Benatia, Rugani, Sturaro, Matuidi e Douglas Costa. Rinunciando a Dybala e mai a HiguainMandzukic. “Cusin come un fuso”, strilla Ciccioblack Tranquillo. E io azzero il volume. Partiamo fortissimo: Datome e Belinelli non sbagliano un colpo: 23-9 in un amen. Uno spettacolo. I finnici non ci capiscono un fico. Belinelli già tre triple e Melli già dieci punti. Segna anche Filippo Baldi Rossi: 30-17 alla prima pausa. Passo alla Juventus Stadium. “Il Chievo si difende bene”, rassicura Giancarlo Marocchi. Scrivo, prendo appunti e guardo, ma ho sempre solo due occhi. Sono più 17 al 14esimo punto di Marco Belinelli. Sbaglia Melli la schiacciata, ma non importa: affonda invece Biligha le mani nel canestro. Ovviamente con la palla. C’è pure Filloy. Ce la prendiamo troppo comoda in difesa, pasticciamo qualcosa, ma non siamo marziani. E nemmeno fenomeni, a parte Belinelli e Datome, ma meravigliosi sì: 48-29 all’intervallo lungo. E a Torino è sempre 0-0? No, perché al quarto d’ora Hetemay su una punizione di Pjanic, per anticipare Sturaro, l’ha infilata di testa nella sua porta e ha battuto Sorrentino. Szczesny, o come cavolo si scrive, e Benatia non fanno rimpiangere Buffon e Bonucci. I veronesi non si difendono e basta, ma davanti ci sono Pucciarelli e Inglese: ci siamo insomma capiti. Secondo tempo a Istanbul: 22 di Belinelli e 56-36. Si sveglia Koponen, ma è una puntura di zanzara. Si esalta Hackett in difesa, potrei anche cambiare canale. E lo faccio. Peccato che Juve e Chievo stiano bevendo il tè, spero tiepido, negli spogliatoi. “Non una grande Juventus”, sostiene Ambrosini che non riesce a digerire la Juve sin da bambino. Per la verità una traversa di Pjanic e poco più. Higuain dimenticato, Douglas Costa sempre un dribbling di troppo. Solo dieci punti nel terzo quarto degli azzurri, però la Finlandia è comunque lontana (58-42). C’è da preoccuparsi? Non credo. Anche se l’Italia si è spenta assieme a Belinelli, non corre più come la Juve nella ripresa con il Real. Quel 4-1 di Cardiff non lo riesco proprio a dimenticare. Inchiodati a quota 60. Aradori come Mandzukic: chi li ha visti? Soffrono anche i bianconeri: dentro allora Dybala. Ed è tutta un’altra musica che non esagero a chiamare sinfonia. La Finlandia arriva a meno 9, ma mancano appena due minuti ai quarti di finale. Ci salva Danny Boy con un paio d’invenzioni delle sue. Finisce 70-57. E chi si ricorda più Danilo Gallinari? L’Italia del basket è tra le prime otto d’Europa. Ed è già qualcosa. Ma non penso possa far meglio. Mercoledì gli azzurri affronteranno probabilmente la Serbia e potranno spuntarla soltanto giocando tutta la partita come oggi nel primo tempo. Sognare costa poco o nulla, però intanto non potete più dire che ero matto da legare quando da Tel Aviv ho pronosticato un’Italia da medaglia. E quasi ci siamo. S’alza il vento, è in arrivo il temporale. Non piove ancora quando raddoppia la Juve con il Pipita su assist di Pjanic. Piove a dirotto, ma nessuno se ne accorge quando la Joya dipinge il suo quinto capolavoro stagionale. Lo scudetto lo vincerà anche il Napoli. O l’Inter o il Milan. Ma intanto i campioni d’Italia, pur non incantando, sono sempre lì: davanti a tutti. Ed è così ormai da sette campionati. Vero Ambrosini? E buon sabato sera.