Metti una sera a cena Sardara con Trinchieri e poi ditemi

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Che oggi sia il primo maggio sono sicuro: lavorano solo gli edicolanti (mezza giornata) e i pennivendoli come me (anche dopo cena). A parte la tabaccheria del centro che non chiude nemmeno quando vince la Fiat dei Do Forni. Cioè due volte all’anno. Nel 2018 solo con Pesaro e Capo d’Orlando. Un po’ poco per riconfermare l’enfant prodige, Paolo Galbi Galbiati. Anche se per la verità ha conquistato la Coppa Italia. Come nessuno si sarebbe prima mai sognato neanche d’immaginare. Piero Guerrini, che è del posto (Tuttosport), fa tre nomi. Anzi quattro: Mauri Buscaglia, Pino Sacripanti, Enzino Esposito e Matteo Boniciolli. E perché, già che ci siamo, non anche Sasha Djordjevic che si sta offrendo a tutti quelli che hanno due palanche e ha bussato anche alla porta della Virtus? Esposito lo escluderei. Però oggi uso il condizionale, mentre sino a ieri ero sicuro al mille per mille che sarebbe andato a Sassari. E’ che il nostro è un piccolo mondo, non più grande di un orticello, e quindi se Stefano Sardara, che a me sta un sacco simpatico, va una sera a cena con Andrea Trinchieri, e presto vi saprò dire pure dove, un paio d’ore dopo lo viene a sapere anche la portinaia della porta accanto alla locanda da Rinaldo che ha il figlio che gioca a basket nelle giovanili della Cipressina, la squadra più triste d’Italia. Ora Gas Gas non costa meno di mezzo testone, ma fa figo, lo capisco, chiedergli comunque di pensarci. Così come all’ex tecnico del Bamberg, che mira assai più in alto, costa ancor meno rispondergli se non altro per educazione: grazie, lo terrò presente. Piero Guerrini, con due erre, mentre Leo Turrini, tronfio com’è, di erre ne ha come minimo otto nel cognome, non esclude, allargandosi troppo, che a Torino l’anno prossimo possa finire magari MaraMeo Sacchetti, che pure è legatissimo a Cremona, o addirittura Don Gel Scariolo, cittì di Spagna. Insomma manca soltanto che Luca Banchi, in difficoltà con la lingua tedesca, faccia pace coi Do Forni e voglia tornare sui suoi passi, e allora può persino succedere che l’amico di Tuttosport, dopo averli nominati tutti, anche forse c’azzecchi. Scherzi a parte, qualche tempo fa avevo seriamente scritto che gli allenatori di serie A che rimarranno ai loro posti di combattimento sarebbero stati alla fin fine appena cinque: Walter De Raffaele, Simone Pianigiani, Andrea Diana, Maurizio Buscaglia e Meo Sacchetti. E, come vedete, non ho parlato di Max Chef Menetti e neanche di Artiglio Caja che fanno gola ad Avellino. Né, e ve lo do per certo, Frank Vitucci metterà su casa a Brindisi. Mentre adesso il numero dei fedelissimi potrebbe ridursi a quattro se non a tre: Ray-ban, Nazareno e PerDiana. Perché il richiamo di Torino potrebbe essere assai forte per il cittì della nazionale, mentre i rapporti tra Fred Buscaglione e Salvatore Trainotti non sarebbero più idilliaci come una volta. Sia chiaro: non è in atto nessuna guerra di coltelli e neanche di dispetti, tra gentiluomini certe cose nemmeno si pensano, ma che non la vedano più allo stesso modo è un dubbio che è venuto a più di qualcuno nell’orticello. Dove per carità in pochi pensano ai cavoli propri e molti coltivano rape o patate, però è anche vero che Buscaglia piace a quei due o tre buoni intenditori che non mancano nemmeno nella nostra pallacanestro. I quali, se gli facessero una lusinghiera proposta, potrebbero anche convincerlo di lasciare Trento dopo una montagna d’anni senza che il general manager dei vice campioni d’Italia si sogni di mettergli il bastone tra le ruote. Del resto non c’è solo il treno che va a Torino, ma anche quello per Bologna che in tanti prenderebbero al volo e tra questi non escluderei a priori Sacripanti che con  la Sidigas ha ormai chiuso. Sempre che Alessandro Ramagli non conquisti la semifinale-scudetto e così non me lo vedo Dalla Salda che arriva alla Virtus e la prima cosa che fa manda via il livornese più paziente della terra. Sacripantibus era ieri sera al Palaverde seduto in sala-stampa tra i due suoi angeli custodi, Virginio Bernardi e Massimo Iacopini, per seguire l’affascinante Treviso-Trapani 89-87 dopo un tempo supplementare. E non ho potuto neanche parlargli perché ho perso la voce correndo dietro alla Juve che credevo avesse ormai perso lo scudetto. Mentre oggi era lui leggermente indisposto ed è uscito dalla stanza d’albergo solo per l’allenamento della sera al Taliercio. Perché domani c’è la finale con la Reyer di Fiba Europa Cup: non dimenticatevelo. Come io non mi posso scordare d’inviare la mia scheda in Lega per votare l’mvp oltre che il miglior allenatore e dirigente del campionato. Domani infatti è l’ultimo giorno. Mentre è inutile che dia la mia preferenza per il miglior giovane under 22 visto che Diego Flaccadori (nella foto, ndr) vincerà a mani basse non avendo concorrenza se i rivali sono Leonardo Candi, che non vede mai il canestro, e David Okeke o Alessandro Pajola e nessun altro. Povera Italia di Petrucci, non ti credevo così mal concia. Tanto più che Flaccadori vuol scappare da Trento per rifugiarsi in Spagna e mi par strano che non voglia neanche prendere in considerazione l’idea di volare a Venezia.