Si è sentito strillare Brugnaro anche in piazza San Marco

brugnaro stefania

Non so perché ma è tutto il giorno che penso che oggi sia domenica. E invece è sabato. La colpa è forse di questi playoff che si giocano ogni ventiquattr’ore e ti sballano. Con Trento e Avellino che non perdono un colpo: quattro vittorie su quattro e l’ultima in trasferta. Al Forum e al Taliercio. E per questo ogni partita è diventata per loro una festa. Temevo che sarebbe stata una post season annacquata come le ciliegie di questo fine maggio. E invece le squadre di Fred Buscaglia e Pino Sacripantibus sono una meglio dell’altra: tanto succo e tanta polpa. E ci stiamo tutti divertendo un sacco. Sto riguardando in tivù il duello tra la Reyer e la Sidigas che ho visto dal vivo facendomi inutilmente fresco con il ventaglio. Primo quarto andante con brio, secondo già da spia rossa della benzina. Nel Taliercio non c’è l’aria condizionata e si schianta dal caldo. Non solo in tribuna, ma soprattutto sul parquet. Dove Bramos respira a bocca aperta e Fesenko arranca. All’intervallo sulle scalinate del palasport c’è un po’ di vento e la gente discute e scuote la testa più per l’inattesa sconfitta dell’Armani del povero Gelsomino, preso di mira da tutti, che per la rinuncia di De Raffaele a Batista. Del resto il gigante ucraino nel primo tempo non ha fatto male a una mosca. Ripresa e Venezia sembra prendere il volo: 39-32. “E’ uscita carichissima dallo spogliatoio”, conviene Geri De Rosa con me, ma ci sbagliamo entrambi. Comincia a pasticciare Tonut, Green frena Haynes, Stone è fuori giri, Filloy e Ejim sono fuori palla e questo ormai da un pezzo. Prendono coraggio le seconde linee di Sacripantibus: Zerini e Randolph soprattutto. Zerini a sorpresa, Randholph invece mi piace da sempre. Ragland è di un’altra categoria, Cusin becca una botta, così alla distanza chi detta legge sotto canestro è quello che sarebbe dovuto scoppiare per primo. Ovvero Cirillo Fesenko. E adesso? Penso che sarà più facile che stasera Milano batta Trento piuttosto che la Reyer riperda domani con Avellino che pure ieri sera ha vinto con largo merito. 1. perché l’Armani e l’Umana non possono giocare tanto male due partite di fila. 2. perché Repesa e De Raffaele rimescoleranno le carte e utilizzeranno sia Raduljica che Batista sperando che l’uno e l’altro di bighellonare siano stufi. 3. perché mi potrò anche di nuovo sbagliare, ma mi sa che entrambe le serie di semifinale andranno molto per le lunghe. Almeno alla sesta sfida. Le telecamere di Sky inquadrano un paio di volte nel finale di partita Luigi Brugnaro e la bella Stefania che parlottano tra loro con la mano davanti alla bocca e se la ridono di gusto. Meno male: sembra che Napoleone con la camicia a quadri l’abbia presa bene e abbia finalmente imparato che nello sport si vince e si perde. Non ci sono lapalissianamente alternative o scappatoie. Specie dopo il primo duello dei playoff. E così, quando vinci, non è proprio il caso che gonfi il petto puntando le mani sui fianchi. Mentre, se perdi, te ne stai buono buono e fai buon viso a cattiva sorte. E invece il mio sindaco nemmeno stavolta ha rinunciato ad andare nello spogliatoio dopo la bruciante sconfitta e a rampognare la squadra. Sia chiaro: non sono rimasto ad origliare dietro la porta. Anche perché scappo sempre dal Taliercio un paio di minuti prima del termine del match per evitare di rimanere imbottigliato nel traffico. Però che Brugnaro abbia strigliato questo o quel giocatore in puro dialetto venexiano l’hanno sentito anche i turisti che in piazza San Marco mangiavano un gelato ai tavolini del Florian. Ora che Napoleone ne mastichi di basket più di Ettore Messina l’ho già scritto una volta. E sapete la stima che ho senza scherzare per il cittì che a Mestre ha mosso i primi passi d’allenatore su consiglio del caro Paron Zorzi. Né sono qui per fare la predica a nessuno. Anche perché potreste sempre obiettare: senti chi parla? E dovrei subito scendere a rotoloni dal pulpito e mi farei male. Però la Reyer oggi come oggi non ha bisogno di strilli o di lavate di testa dal suo padrone, ma solo di preparare serenamente la rivincita con Avellino sapendo che ha perso una battaglia ma non ancora la guerra. E che comunque per lei questa stagione non finirà mai in una Waterloo.