Mamma Rosa più fastidiosa della sabbia nelle mutande

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Cosa posso aspettarmi da un venerdì 17 del 2017? Farei salti di gioia se me la cavassi con una bella tegola in testa, ma so che mi andrà molto peggio. E comunque non uscirò di casa prima di mezzogiorno. Quando a Nyon, in Svizzera, ci sarà il sorteggio della Champions League. Intanto scaccio i brutti pensieri sfogliando i giornali di ieri e di oggi. E magari ricordandomi di scrivere che Mamma Rosa è più fastidiosa, irritante e insopportabile dello Zio Aurelio, ma anche della sabbia nelle mutande. Come ho sentito dire in un vecchio film da una cameriera al suo padrone di un fast food nel Bronk. Solo alla Gazzetta poteva infatti perfidamente venire in mente d’affidarsi a Roberto Beccantini per correre in soccorso dell’unico pennivendolo al mondo, Francesco Ceniti, che ho la fortuna di non conoscere, che ha scritto la stessa cosa che ha visto in diretta su Sky quel poveraccio di Luca Marchegiani che s’ostina a non portare gli occhiali ed è miope. “Mi sembra che De Sciglio abbia colpito la palla non con il gomito, ma di stomaco con l’addome”. Sì, col cazzo e magari di culo. Perdonatemi la volgarità: ma quando ci vuole ci vuole. O avrei dovuto usare i puntini dopo le ci? No, perché non piacciono a Gianni Mura. O avrei dovuto parlare di plin plin e di sederino? No, perché neanche mi sogno di portare via il mestiere alla Santarelli o a Kakà che potrebbe benissimo fare la pubblicità ai pannolini Huggies come la bella Elena per l’Acqua Rocchetta. Che spero non abbia silurato Laura Chiatti per il fatto che tifa Juve. Beccantini è il mio giornalista di calcio preferito: che poi sia anche un gobbo, tanto meglio. Ma Ceniti è davvero indifendibile perché, oltre a sostenere che alla Signora dei cinque scudetti di fila, e al sesto in arrivo, è stato assegnato il rigore sbagliato: “Dybala sì, mani De Sciglio no”, è arrivato al colmo d’aggiungere che “da regolamento l’extratime per l’espulsione giusta di Sosa si allunga di 30’’, però forse un arbitro di grande esperienza avrebbe lo stesso chiuso la partita al 94esimo”. Già “forse” ha sottolineato Beccantini come al solito obiettivo e moderato e come invece io magari non (sempre) sono. Lo ammetto. E lo ripeto: sono un manicheo convinto. E difatti il titolo d’apertura di Tuttosport di domenica l’ho ritagliato e incorniciato. “Chi vince e chi odia”. E ho detto tutto. Intanto alla Juve tocca in sorte il Barcellona. Che il 15 febbraio scorso Mamma Rosa aveva già seppellito con questo epitafio: “Il Barca non c’è più: è morto il tiqui-taca”. E a Messi un 4.5 in pagella con questo giudizio che avrebbe ucciso un cavallo: “Spento e lento: Rabiot e in seconda battuta Kimpembe se lo mangiano”. Peccato che dopo lo 0-4 di Parigi ci sia stato anche il 6-1 del ritorno a Camp Nou e allora “Barca 6 eroico: una remuntada pazzesca”, la Pulce è risorta e 9 di voto a Neymar. Domanda: ma non erano defunti solo venti giorni prima? Risposta della Gazzetta: avevamo scherzato. Bella questa. E adesso? Vado su Facebook. E copio e incollo Beccantini: “Sarà per la Juventus la rivincita della finale di Berlino. Era il 6 giugno 2015. Gli allenatori sono gli stessi: Luis Enrique che ha già comunicato il divorzio, Max Allegri che divorzierà anche se non l’ha ancora comunicato. Non sono più i marziani d’antan, ma sono pur sempre un megafono del calcio. Servirà una Juventus superiore allo spirito gestionale che spesso ne zavorra la manovra. In Italia è la più forte, in Europa è tra le più forti. Meglio la prima in casa. Bisognerà non aver paura, bisognerà far paura”. Una sintesi perfetta che faccio mia. Mentre l’Italia da mezzogiorno si è già divisa: c’è chi odia e si sfrega le mani assieme a Mamma Rosa e Papà Urbano, c’è chi vince ma stavolta teme che il sortilegio si ripeta come troppe altre volte è successo alla Juve in Champions. Difatti penso che la mia tegola di venerdì 17 del 2017 sia stata questa. Sperando di sbagliarmi: è ovvio, ma anche che Roberto si sia sbagliato sul futuro di Acciuga. Che non ho mai amato, ma che spero rimanga. Visto che non vedo oggi al suo posto allenatori migliori di lui. A parte il Conte Antonio. Che però andrà all’Inter. Con Verrati e Bernardeschi. E che la Gazzetta scriva pure quello che vuole. Magari ancora che Allegri nei sorteggi ha più sedere di quel gran culo di Cenerentola. Perché è solo fortunata o ladra. Brava mai.