Non so se devo aver più paura degli arbitri o dei pretoni

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Avevo detto 4-1 per Milano. Ed è finita 4-2. Morale della favola: mi sono sbagliato di poco. E solo perché in gara 3 Venezia è stata semplicemente perfetta, la più bella che abbia mai visto da quando Napoleone Brugnaro l’ha conquistata. E adesso? Intanto vado a Reggio Emilia e poi magari se ne riparla. La GrissinBon, dopo Veremeenko, ha perso anche Stefano Gentile. E quindi le dieci pizze (e birre) che ho non in ballo con ET Fanelli rischio di doverle magari perdere. Ho detto: rischio. Voce del verbo: rischiare. Indicativo presente, prima singolare. Meditate, gente del basket, meditate. Intanto pensavo all’avvocato Gigi Porelli e a quel che diceva con affetto dei pretoni di Cantù: “Sono bravi e buoni, ma stai attento: quando alzano la sottana, lunga e nera, mollano dei calci tremendi”. Lui ovviamente parlava degli Allievi, padre e figlio, Aldo e Roberto, due persone eccezionali. Io del pretone Pino Sacripanti(bus), della scuola del Kantucky, che in carriera ha fatto arrabbiare tutti i suoi colleghi. Da Ettore il Messi(n)a a Max Chef Menetti. La ragione? Perché davanti ti fa le belle e le belline, ma basta che ti giri e ti becchi una brutta pedata sul sedere. In più è un membro della Confraternita dell’Osiris: non dimenticatevelo mai. La sacripantina è invece una torta genovese inventata da Giovanni Preti nel 1851. Sì, Preti: avete letto bene e non può essere un caso. Ecco comunque la ricetta in modo tale che vi venga subito l’acquolina in bocca: mezzo litro di latte fresco intero, 250 g di burro, dieci tuorli, un bicchiere e mezzo di zucchero, un bicchiere di farina e uno di Marsala, mezzo di Rum, due cucchiai di cacao amaro olandese e un pan di Spagna. Ma, se avete il diabete o problemi di dieta, forse è meglio che lasciate stare. Così come è poco ma sicuro che in caso di finale tra Milano e Avellino anticiperò le mie vacanze al mare. Tanto una tivù con la parabola di Sky da qualche parte la rimedio anche al Lido di Jesolo. E poi devo andare a giocare a golf a Grado con Tonino Zorzi e Frank Vitucci. Il Paron è in gran forma, mi dicono, e batterlo sarà un’impresa titanica. Ma non si sa mai. Quanto al paisà trapiantato a Torino, basterà che gli parli di Mancinelli e Rosselli sul green della buca 8 che gli sarà andata ancora bene se chiuderà la 9 con un triplo bogey. Però è anche vero che, se lui solo mi nominerà Ciccioblack Tranquillo alla 10, come minimo alla 11 sparerò la pallina butterata due volte in acqua. Se invece soltanto un po’ mi conoscete, non vi sarà sfuggito che sto girando intorno agli arbitri italiani come un avvoltoio, ma non è ancora arrivato il tempo di fiondarmi sulla preda perché già Manuel Mazzoni da Grosseto mi ha fatto andare di traverso ieri la cena, e quella di giovedì dopo gara 5 a Reggio Emilia, e non voglio rovinarmi la merenda a Vignola con il cestello di ciliegie sulle ginocchia e anche qualche albicocca a portata di mano. Nel frattempo, menando il can per l’aia, leggo i nomi dei fischietti di stasera: Lamonica, Sabetta e Begnis. E mi metto tranquillo. Anzi, sereno. Perché Tranquillo non lo sarò mai. Citofonare la Monica è una garanzia d’equilibrio quando non ci sono di mezzo le scarpette rosse, per le quali ha un debole come del resto Giannino Petrucci. E così Sabetta non sarà pericoloso e non farà dei danni soprattutto alla GrissinBon. E James Nunnally non potrà più dire che Avellino gioca sempre in cinque contro otto. Sinora non vi ho mai parlato di questo twitt del californiano della Sidigas e non lo farò nemmeno stavolta. Però penso, e sono sincero, che se una cosa del genere l’avessero scritta Danny Hackett o Ale Gentile li avrebbero messi entrambi al muro e squalificati sino a ferragosto. Scappo, altrimenti poi corro e mi tolgono la patente che già ha pochi punti di riserva. Mentre mi chiedono come sarà la Reyer di De Raffaele l’anno prossimo. Ruoterà intorno a Stefano Tonut: questo è certo. E dei vecchi ne resteranno pochi. Credo capitan Ress e Peric soltanto. Forse Ejim. E io terrei anche Krubally per la panchina. Se invece volete sapere perché non ha giocato Jackson contro l’EA7 vi rispondo come la Sibilla Cumana: ha lo stesso vizietto del suo amico Goss e adesso indagate voi. Tanto non ha più importanza. E piuttosto andatevi a riguardarvi “Mi manda Picone” di Nanni Loy. Così magari poi mi saprete anche dire chi è il Picone della nostra pallacanestro. Non è facile, ma so che ce la farete a scoprire pure questo. Al volo io invece in registrata mi sto rivedendo quello che sotto ai miei occhi mi era sembrato allucinante. Ovvero il secondo fallo e il tecnico successivo che Mazzoni ha avuto il coraggio di fischiare a Ale Gentile, ma peggio ancora come ha frenato la rimonta della Reyer sul 48-51. Batista frana scendendo dal rimbalzo addosso a Krubally: non è successo niente. Simon perde la maniglia, come dice Paola Ellisse, e Mazzoni punisce l’incolpevole Pargo. Protesta di De Raffaele che è di Livorno. E al grossetano non par vero d’affibbiargli un altro bel tecnico. E non vado avanti. Altrimenti sarei troppo pesante. Aggiungo solo che non sapevo che pure tra livornesi e maremmani non corresse buon sangue.