Paris e non più dispari: a Santa Caterina deve vincere

Almeno qui non devi alzare gli occhi al cielo e annusare ogni due per tre l’aria per capire se prima o poi potrà nevicare. Neve ce n’è in abbondanza sulla pista intitolata a Deborah Compagnoni: a valle e nel bosco l’hanno sparata i cannoni di Santa Caterina Valfurva. Giorno e notte. Mentre in cima, tra le rocce del monte Sobretta, non è mai mancata. Una pista che è un incanto. Ghiacciata e difficile come piace agli italiani e come è piaciuta a Hannes Trinkl, l’ex campione austriaco, oggi direttore della Fis per le prove veloci di Coppa del Mondo che mercoledì l’ha tracciata con molto buon gusto e grande soddisfazione. Gli organizzatori insomma la loro parte l’han fatta come meglio non avrebbero potuto. Adesso toccherà ai discesisti fare la loro. Cominciando da domani, nel giorno di Santo Stefano, con la prima prova cronometrata e la partenza del primo uomo jet alle 11.30. Nella notte di Natale la temperatura si è abbassata di brutto scendendo anche in paese sotto lo zero termico. E nella notte di sabato è prevista anche una perturbazione non proprio lieve: si parla infatti di una ventina di centimetri di neve che comunque non dovrebbe compromettere l’effettuazione dell’attesissima discesa di Coppa del Mondo che cade puntualmente in Alta Valtellina l’ultima domenica di dicembre e che quest’anno avrà come teatro di gara l’ambiziosa Santa Caterina Valfurva, in sostituzione di quella sulla mitica Stelvio di Bormio. Arrivo nel cuore della piazzetta che ormai è ora di cena. E chi mi regala il primo sorriso? Ovviamente la dolce Deborah Compagnoni che, per ricordarlo ai più giovani e ai più smemorati, è stata la più grande campionessa della storia dello sci azzurro senza discussioni. Dicevo della sua pista: perfetta, come orgogliosamente l’ha definita Omar Galli, direttore di gara. E assai difficile, soprattutto nella parte iniziale molto sinuosa, come avranno modo di rendersi conto domattina i signori della discesa. Dicevano quelli che ne sanno sempre una più del diavolo che questa non è una pista da uomini veri. Fandonie. E comunque gli organizzatori, per non saper né leggere né scrivere, hanno innalzato d’altri sessanta metri il via e hanno modificato il tracciato che scende dalla cima del Monte Sobretta rendendo il volo verso valle ancor più impegnativo. I nostri l’hanno già assaggiata di ritorno dalla tournee nel Nord America nel primo minuto di gara, cioè dalla partenza a quota 2750, a Cresta Sobretta, sino all’ingresso nel bosco, più o meno tra la curva dello skilift e la curva Gimondi. Dove Christof Innerhofer ha avuto ottime sensazione ed è stato il più veloce di tutti. Si, anche di Dominik Paris. Forse perché i dolori alla schiena l’avevano lasciato finalmente un po’ in pace, forse perché la pista gira e curva tra muri e salti proprio come piace a lui. Resta comunque Dominik Paris l’uomo di punta della nostra nazionale ora che va forte anche in superG e viene da una serie di risultati impressionanti nelle sei gare di velocità sin qui disputate. Quarto e terzo a Lake Louise, terzo e quinto a Beaver Creek, terzo e secondo in Val Gardena. Gli manca solo la vittoria. Kjetil Jansrud permettendo. “Ma prima o poi anche lui potrà e dovrà sbagliare” ha sospirato l’altoatesino. Magari domenica. Oggi era Natale per tutti e così la riunione dei caposquadra è slittata ad un orario inconsueto, cioè alle 21. E così, se vi può interessare, ho cenato che era già quasi Santo Stefano.