Come canterebbe Vasco: Voglio una vita attorcigliata

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Mi sono vaccinato. Contro l’influenza di stagione e contro l’orticaria perenne che mi causa un prurito tremendo ogni qual volta, cambiando canale, becco con il telecomando per sbaglio Flavio Tranquillo. Dopo un anno e mezzo di blog satirico e quasi quattrocento articoli di palla nel cestino, che non legge nessuno, oltre a chiedermi perché continuo a scrivere, e mi rispondo subito: perché mi diverto troppo, dovreste ormai aver imparato anche a conoscere i miei gusti cestistici e le mie abitudini. Vado matto nell’ordine per i duelli in tivù d’Eurolega e per quelli dei colleges. Poi non mi perdo una sola partita della nostra serie A, che sarà anche quella che è ma non importa, e, se mi avanza ancora del tempo, assai poco, seguo l’A2, la Nba e pure distrattamente Basket Rom o come cavolo si chiama. Onde per cui è molto difficile che mi gratti come un cane tormentato dalle pulci. Ma Ciccioblack è come il prezzemolo: la Sky di Zappia e di Mammì lo mette dappertutto. E allora ho provveduto a immunizzarmi. Così oggi, al calar della sera, mi sono imbattuto più volte in lui e ho scoperto che il vaccino funziona alla grande: difatti mi posso ora anche tagliare le unghie perché non ho la pelle irritata e nemmeno un solo brufolo da schiacciare. Evviva. Maccabi-Bamberg 70-85 non ha avuto storia sin dal bel principio e nemmeno Gonzaga-Washington 98-71. Meraviglioso CamoMelli (27 punti e 13 rimbalzi) che non gradirebbe Alessandro Gentile al Brose. Deludente invece Markelle Fultz (18 anni) che diventerà comunque una star della Nba. Di modo che sono fatalmente scivolato tra le braccia di Tranquillo accoppiato a So-na-lagna Soragna nel finale di Toronto-Cleveland. I Raptors canadesi in rimonta (109-114) e DeMar DeRozan che s’inventa una tripla impossibile a dieci secondi dalla fine, ma pesta con il tacco la linea laterale e il canestro gli viene annullato all’istant replay furbescamente utilizzato dagli arbitri. Peccato. Ma è adesso che arriva il bello. So-na-lagna la fa lunga: “Un tiro difficilissimo perché tecnicamente, spieghiamolo (grazie mille, n.d.r.), stai andando in un movimento di torsione. A parte che hai saltato probabilmente un metro e allora hai delle gambe pazzesche, il tuo corpo è in rotazione, quindi devi essere in grado di tirare e DeRozan l’ha fatto”. Dio, che barba. Peggio di quella di Ezechiele Lupo, alias Paperoga Crespi, un altro di Sky e della Banda Osiris che la fa ogni volta troppo complicata. Mentre il basket è in fondo un gioco molto più semplice: basta mettere la palla nel cestino avvicinandoti il più possibile a questo. Ancor meglio se arrivando a schiacciarla a due mani. Come mi hanno sempre insegnato i miei grandi maestri. Ma ecco Ciccioblack che urla: “E’ 40 anni che corriamo dietro a sta palla e ancora una volta diciamo: è finita, mentre invece la partita finisce quando c’è lo zero”. Doppio o triplo? Ma ci avete capito qualcosa? Io no, ma se lo chiedete a Alessandro Mamoli, che fa sempre sì con la testa quando parla Tranquillo, magari ve lo spiega. Io invece mi permetto di correggerlo. Non si dice “è 40 anni che”, ma “sono 40 anni che”. O mi sbaglio? Di sicuro Ciccioblack conosce meglio di me l’inglese dell’italiano. Nel quale in verità è sempre stato una mezza tragedia. Però scrive tre libri all’anno, che evidentemente qualcuno poi gli sistema e gli aggiusta alla meno peggio, e quindi a lui non devo proprio insegnare niente. Ho tuttavia il serio dubbio che i suoi padrini, Mammì e Zappia, non lo ascoltino quando, come ieri, c’indottrina sull’istant replay. Perché altrimenti pure loro, la Mamma e la Zia di Sky, si chiederebbero: ma cosa sta dicendo? E comunque questo è stato testualmente il suo sproloquio sul canestro annullato a DeRozan che avrebbe avvicinato Toronto a due punti dai Cavaliers di LeBron James: “La sostanza è che quando tu intervieni con l’istant replay, e continuo a ripetere questo perché se ne parla anche nel calcio, devi avere un grado di comprensione del meccanismo, non di comprensione delle regole, ma di comprensione del meccanismo in generale, e una capacità di capire che ti aiuta moltissimo, ma non risolve tutto e a volte addirittura apre dei problemi, che, se tu lo accetti quando ti fa comodo e poi lo respingi quando non ti fa più comodo, non vai mai a casa nella vita”. Agghiacciante. Sono stordito. Senza parole. E, rinvenendo, vi rifaccio la domanda: ci avete capito qualcosa? Io no. Di nuovo. Ma non me ne importa un fico secco ed infatti ho cambiato in fretta canale canticchiando assieme a Vasco Rossi: voglio una vita attorcigliata, più che spericolata. Voglio una vita che se ne frega. Come Steve McQueen. O ignorante. Alla Ciccioblack Tranquillo. E intanto sono finito a Basket Room e ho finalmente anche compreso perché Peppe Poeta ha giocato il preolimpico di Torino e Amedeo Della Valle no. Ma questo ve lo racconto la prossima volta. Perché se aspettate che ve lo chiarisca Ettore il Messi(n)a state freschi.