Trevisani pazzo per l’Inter quanto Malgioglio per Salvini

anatra

Dite la verità: quanto è carina? E quanto è apparentemente simpatica? Da uno a dieci: undici. E’ l’anatra mandarina (nella foto) dello stagno di Central Park. Tanto colorata che pare addirittura finta. Invece è pestifera: becca tutto ciò che le capita a tiro. Cominciando dalle sue sorelle molto più bruttine di lei. Ma da dove salta fuori? Pare da una fattoria del New Jersey troppo modesta per essere il suo habitat quotidiano. Dalla quale è volata trovando presto casa tra i grattaceli di Manhattan. Dove è diventata la star più fotografata della Grande Mela. Ma cosa c’entra adesso l’anatra mandarina dalle spiccate origini orientali col mio Scacciapensieri? Forse anche niente. E comunque mi hanno tolto la corrente dalle 10 alle 16 e non chiedetemi la ragione. Fatto sta che mi sento perso: senza luce. E pazienza. Ma soprattutto senza riscaldamento, televisione e Internet. Anche se finalmente mi sono reso conto di quanto fosse dura la vita per l’uomo delle caverne. Battendo i denti, poco in effetti mi è rimasto così da fare. Visto che, per via dei miei ultimi acciacchi, è sconsigliabile anche solo una camminata (a passo lento) nel parco oltre la trequarti d’ora. Che non sarà affascinante come quello di New York ma ha pure un laghetto. Con le anatre e le oche, le tartarughe e i ponticelli. E tanti spacciatori di tutti i colori e di tutte le razze che puoi incontrare anche in pieno giorno. Si chiama Piraghetto. Nel quale si potrebbe anche giocare a basket: i canestri ci sono e, se stai attento a non pestare le siringhe dei tossici e la cacchette dei cani, puoi benissimo organizzare persino un tre contro tre. Che sarà da Tokyo 2020 disciplina olimpica. Più di tre anni fa, quando Luigi Brugnaro fu acclamato sindaco di Venezia, e quindi anche di Mestre, e da allora lo chiamo Napoleone, molti hanno sperato al di qua e al di là del Ponte della Libertà che le cose potessero cambiare in meglio dopo un colpo della sua bacchetta magica e dopo lustri e lustri di disastrose giunte rosse. In verità la Reyer ha conquistato lo scudetto, evviva, ma a parte l’Austerlitz trentina sono state più le battaglie perse da Napoleone di quella vinte. E, se anche Waterloo non è dietro l’angolo, sembra che Venezia-Mestre torni a risplendere solamente quando vengono a farle visita Maria Elisabetta Alberti Casellati da Rovigo non m’intrigo Matteo Salvini senza fidanzata prossimamente di scena sugli schermi della Misericordia. Nei confronti del quale Cristiano Malgioglio non ha nascosto in un’intervista al Corriere della sera la sua particolare simpatia: “Mi è molto simpatico e proprio mi piace. Io sono gay. Lui è ministro dell’Interno, almeno mi pare. L’ho lodato in radio e mi ha ringraziato. Come non tutti i politici fanno”. Ecco, è tornata la luce. Posso così riaccendere la televisione e vedermi Polonia-Italia di palla nel cestino che mi ero ieri sera registrato. Stamattina infatti i medici, dopo essersi a lungo consultati, mi hanno dato eccezionalmente il permesso di sentire stasera Tranquillo e Pessina su Sky, ma soltanto perché tra quattro settimane è Natale e comunque a volume molto basso. Se invece mi domandate come siano andate le cose a Danzica, dove è scoppiata la seconda guerra mondiale, e lo ricordo soprattutto a Fabbbio Caressa perché non faccia altre brutte figure coi suoi figli, giuro che nessuno me lo ha ancora comunicato. Cose che succedono quando si gioca in contemporanea (o quasi) a Roma-Napoli e Riccardo Trevisani, al gol di Icardi, si mette ad urlare come neanche quando Vecino segnò al Tottenham e dovettero chiamare il 118. E poi dicono di Ciccioblack. Che al confronto è una voce bianca.