Tiger è il golf e il suo ritorno ha risvegliato il mondo

setnson

Vi piaccia o no, la domenica scrivo di golf. Perché non si può? Con la coda dell’occhio seguendo la Fortitudo contro Treviso su Italiasport di cui magari dopo vi dirò. O avrei dovuto per caso parlarvi dello 0-0 della Juve a Ferrara? Questo proprio no. Mi avete stufato: voi e il vostro Napoli che gioca il più bel calcio della terra, voi e il vostro Sarri che non la finisce mai di piagnucolare, voi e quelli di Sky che ieri sera non stavano più nella pelle e Ambrosini sarà ingrassato di venti chili, voi e Allegri che è stanco, più di me, delle serpi in seno che gli tolgono il respiro e sono diventate anche peggio dei milioni di gufi appollaiati sulle sue spalle. Che per fortuna sono larghe più delle bocche delle rane che vi raccontano un mare di stupidaggini. Sebastiano Vernazza sul giornale rosa di Cairo: “Tutto riaperto, troppo frettolosi i tanti che avevano ritenuto chiusi i giochi”. Tanti? Io no di certo. Anzi. Chi troppo vuole nulla stringe ho scritto dopo che i bianconeri hanno vinto a Wembley e così da Pasqua sino a metà maggio dovranno giocare ogni tre giorni. Sperando che almeno il Real di Zidane li facciano fuori. Altrimenti tra Napoli (22 aprile) e Inter a San Siro (29 aprile) la Gobba avrà a metà settimana addirittura la semifinale di Champions. Per la verità persino Mamma Rosa ha ammesso: “Entrataccia di Everton su Barzagli: era da rosso”. Anche se la Juve non avrebbe segnato alla Spal nemmeno se la partita sbadigliando si fosse trascinata oltre la mezzanotte del 17 marzo. Ecco ieri era il 17 e quindi Allegri deve essere ancora contento se la sua Signora non ha perso. Perché quando è entrato Floccari all’89esimo ho pure pensato: vuoi vedere che in contropiede e al primo tiro in porta beffa Buffon? Emanuele Gamba (Repubblica) non vedeva l’ora di potersi togliere qualche rospo sui rivali di tanti derby e così, dopo aver rosicato per mesi e mesi, finalmente ha potuto sparare quattro (a Alex Sandro) e cinque a raffica. Promuovendo invece l’arbitro Massa addirittura con un sei e mezzo ed arrivando a delirare: “Prima di ieri sera la Juventus era andata in bianco solamente al Camp Nou. La Spal come il Barcellona: massì, ci sta”. Brindiam, brindiam, brindiamo. Almeno l’amico Vernazza mi sta simpatico e mi piace qualche sua immagine: “La squadra di Semplici, del tutto disinteressata all’attacco, si è più coperta di un viandante in Siberia a gennaio”. Mentre non capisco cosa aspetti ancora Papà Urbano a portarsi Granatina Gamba al Corriere della sera dopo i gemelli Nerozzi e Timossi. O Timozzi e Nerossi: fa lo stesso. Oggi scrivo di golf avevo promesso. E lo farò tutte le domeniche adesso che è tornato Tiger Woods. Che è il golf. Come Valentino Rossi è il Motomondiale che riparte dal Qatar (senza u) tra poco meno di tre ore. “Ma gli exit poll dicono Dovi”, ha titolato il Corrierun. Dovi è Andrea Dovizioso (Ducati). Mi spiace ma io continuerò a tifare Valentino (Yamaha) almeno finchè The Doctor honoris causa non annuncerà il ritiro. Tiger c’è: urlerebbe Guido Meda (ottimo e abbondante). Secondo la settimana scorsa a Palm Harbor ad un solo colpo dall’inglese Paul Casey, non vincerà neanche l’Arnold Palmer Invitational, sempre in Florida, che si concluderà stasera al Bay Hill Club, perché è decimo (-6) prima dell’ultimo giro e lo svedese Henrik Stenson (-12) è parecchio lontano. Però ci siamo. Specie con il putter e i ferri. E il suo golf è sempre divino. Come ieri alla buca 16, un par 5. Il drive in bunker e, non bastasse, la pallina butterata anche sotto sponda. Il green, protetto dagli alberi e dall’acqua, a 150 metri. Ebbene Woods ha quasi preso la bandiera sfiorando l’eagle e chiudendo comunque con un birdie. Per la verità sono tre anni e 387 buche che il Fenomeno non centra più un eagle, ma non importa: conta molto di più che Tiger e il golf abbiano finalmente fatto pace tra loro. Il golf senza di lui era un altro sport. Bravi, anzi bravissimi i primi tre del world ranking: Dustin Johnson, Justin Tomas e Jon Rahm. E aggiungeteci pure Jordan Spieth, numero 4. Però è cambiato tutto da quando Woods, ora al 149° posto ma in vertiginosa ascesa, è di nuovo in corsa per il titolo di un torneo del Pga Tour. Come sta accadendo ad Orlando. Dove assieme a lui si sono risvegliati gli altri big dei suoi tempi d’oro e non solo Henrik Stenson (nella foto, ndr), ma anche Rory McIllroy (-10, terzo), il mio coccolo, Justin Rose (-9, quarto) campione olimpico e Rickie Fowler (-8, sesto), genio e sregolatezza. E tutto il mondo è ora tornato a seguire il golf in televisione. Anche dopo cena e oltre mezzanotte e dintorni.