Si vorrebbe Barabba libero ma Proli salverà il Nazareno

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L’Armani con le spalle al muro. Su, coraggio, sparate. Ma fatelo oggi perché già domani potrebbe essere tardi. Non è mai bello uccidere un uomo morto. Anche se è stato un tiranno. Però, sapendo quanto avete odiato Proli e Pianigiani in questi anni, posso anche capirvi. E’ dal 2008 che l’Olimpia è di proprietà del grande stilista piacentino e che Livio Proli è presidente di Milano, ma il primo scudetto è arrivato solo nel 2014 e per colpa soprattutto di Simone Pianigiani che allenava Siena. E la Montepaschi vinceva sempre. Ovviamente rubando come vi piace pensare anche della Juventus di Andrea Agnelli.  E’ addirittura dal 2007 che volete crocefiggere il Nazareno che non ha mai perso un turno dei playoff in vita sua e quindi gioco-forza vi è diventato insopportabile come il Conte Antonio o Max Allegri. E difatti vi vedo già con il martello e i chiodi in mano, il ghigno beffardo e la pancia piena. Senza rendervi conto che siete tutti dei poveracci. Anche se ieri sera l’Armani al PalaDelMauro ha fatto di nuovo pena. Come il sabato prima al Forum. Per l’occasione Mamma Rosa ha spedito ad Avellino il numero 4 della Banda Osiris che è di quelle parti (Napoli) e che aveva a lungo tenuto chiuso in uno sgabuzzino. E C10H16O ha potuto così finalmente sfogare tutta la sua rabbia, che si potrebbe anche chiamare livore, salvando nelle pagelle solamente Cinciarini e Tarczewski e bocciando con un impietoso 4.5 Pianigiani: “Mai visto tanto rassegnato, purtroppo per lui la squadra sembra non aver più birra”. Come è probabilissimo, ma detto da Mario Canfora mi entra da un orecchio e mi esce dall’altro. La Milano di Armani ha vinto i suoi tre scudetti negli anni pari e perso i successivi in quelli dispari. Dunque non mi sembra nemmeno il caso di stupirsi troppo se domani la Sidigas dovesse sbatterla fuori dai playoff. Però è pure vero che Gelsomino Repesa e Luca Banchi sono stati licenziati il giorno dopo la clamorosa eliminazione e quindi per onestà è giusto che anche il mio Nazareno sia processato dai sommi sacerdoti e dal popolo in piazza. Che libererebbero Barabba: potrei scommetterci. Però non è nemmeno detto che Proli stavolta se ne laverà la mani come Ponzio Pilato. Sempre che non dia prima un calcio al secchio come ha fatto con l’azienda di cui sino a un paio di mesi fa era il direttore generale. Anche questa è bella come quella di Mike James che da casa sfotte i suoi compagni di squadra, sfiniti e sfiduciati, accusandoli persino di sciatteria come lo spietato Canfora. A Milano infatti si sono tutti convinti pro domo loro che siano stati Giorgio Armani e i suoi eredi a liquidare il livido Proli, mentre è successo che sia stato Proli a voler interrompere i rapporti di lavoro con loro. Come può tranquillamente confermarvi anche Giannino Petrucci. Staremo a vedere. E intanto, aspettando domani sera, che non si sa mai, va dato a Cesare quel che è di Cesare. Ovvero va ridetto che Nicola Alberani, giemme della Sidigas, è stato anche quest’anno il più bravo sul mercato se, occupandosi pure di calcio e ottenendo la promozione dell’Avellino in serie C, ha costruito tra mille problematiche, un padrone (Gianandrea De Cesare) che non sai mai dove sia e cosa gli passi per la testa, e con molti meno soldi che in passato, una squadra (in festa nella foto) che non è affatto male. Anzi. Da Sykes a Harper. Tenendosi stretto Ariel Filloy che Milano ha fatto bene ad accaparrarsi per la prossima stagione al posto di un irriconoscibile e spento Amadeus Della Valle non più Ricciolino. Stasera vi farò una sorpresa. Spero gradita. Nel frattempo applaudo l’Happy Brindisi e stringo con un forte abbraccio Frank Vitucci che pare tentato d’andare ad allenare Reggio Emilia e cercherò di dissuaderlo se Fernando Marino mi darà sul serio una mano. Scivolando invece in A2, che la Gazzetta snobba e ve ne ho già spiegato il venale motivo, ieri Treviglio nella bella delle belle ha fatto fuori (81-76) Verona dopo un tempo supplementare e due triple nell’ultimo minuto di Lorenzo Caroti, classe 1997 da Cecina, come Bullo Bulleri che non è stato riconfermato assistente di Artiglio Caja a Varese. Il Caroti, con un erre sola, prima delle due bombe a segno aveva sparato al vento: 1/12 da due punti e 0/7 da tre per un totale al tiro di 1 su 19 che se non è un record mondiale poco ci manca. E non ditemi che questo è il bello della pallacanestro come vi raccontano quelli bravi. Semmai è curioso che per tutto l’anno si sia parlato di una enorme differenza di valori tra i due gironi della A2 in favore di quello dell’est quando poi tre squadre dell’ovest, oltre alla Remer Blu Basket anche l’Orlandina e Bergamo, hanno conquistato le semifinali dei playoff contro l’unica sopravvissuta a oriente: la De’Longhi Treviso di Max Chef Menetti. Che domenica dovrà di nuovo rinunciare a David Logan rendendo così incerto pure l’esito di questo duello con Treviglio al meglio delle tre partite su cinque.