Se c’è una festa che proprio detesto è la notte di Halloween

Altro che dolcetto e scherzetto. Le bimbe che si travestono da brutte streghe e i bimbi da mostri orribili. Uova marce contro portoni e finestre. Gli incendi dei cassonetti, gli eccessi di alcol e droga, una strage di patenti. Se c’è una festa che davvero non sopporto è la notte di Halloween. Che gli americani a stelle e a strisce hanno fatto loro dai celtici senza rispettarne la tradizione e conoscerne il significato. Una festa oggi più idiota che pagana: proprio da zucche vuote. Innocente solo per i più piccoli che sarebbero però assai più carini se mascherati da Fata Turchina o da Peter Pan, da Alice o da Bianconiglio: non credete? Anche se il nostro non è certo il Paese delle meraviglie. Dove un giovane su due è disoccupato e i poveri sono quasi dieci milioni. Agli Stati Uniti ruberei il basket. Forse i popcorn e i pellerossa. Che i visi pallidi hanno per altro provveduto a massacrare nei secoli scorsi. E poco altro. Non certo i teschi di Halloween, la Pepsi Cola o il baseball. Negli Usa in trentasette stati su cinquanta è prevista ancora la pena di morte. Con il 35 per cento delle esecuzioni in Texas. Solo in Vermont, Oregon, Washington, Montana e New Mexico è invece legale l’eutanasia. Brittany Maynard, 29 anni, californiana, aveva scelto Portland, appunto nell’Oregon, per andare a morire. Colpita da un cancro maligno e terminale al cervello aveva deciso di porre fine alla sua esistenza prima delle atroci sofferenze a cui stava andando incontro. I medici non gli avevano dato scampo. Lei si è fatta forza e sabato, come aveva annunciato in un video su YouTube, condiviso da dieci milioni di persone al giorno, si è tolta la vita prendendo i farmaci letali nel letto della sua nuova casa. Assistita dal marito, la madre e il caro padrino. Francamente non so cosa pensare: mi sento tremendamente angosciato. Di sicuro non giudico e mi piacerebbe che così facessero tutti. Ma so di chiedere l’impossibile. Prima di morire Brittany aveva voluto andare a visitare il Grand Canyon. Ecco un’altra meraviglia del mondo che invidio agli americani. Come Michael Jordan e Barack Obama. E poco altro. Ho dovuto invece leggerlo sulla Gazzetta. Cosa? Che a settembre sono state richieste e autorizzate in Italia oltre 104 milioni di ore per i cassaintegrati che così sono saliti oltre il tetto record del milione e centomila lavoratori a zero ore che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Quando vi avevo detto che le ultime pagine del giornale in rosa sono le migliori non vi avevo raccontato storie. E ve lo confermo ancora. Difatti su Facebook mi sono iscritto al club di “Leggo la Gazzetta alla rovescia”. Cioè dal fondo. E non solo perché adoro gli sport minori più del calcio e i suoi padroni, ma perché dall’oroscopo all’imperdibile fatto del giorno di Giorgio Dell’Arti, passando per le notizie tascabili e le rubriche non sportive, trovo tante curiosità di cronaca bianca e nera che i quotidiani politici invece snobbano o, più spesso, trattano con i piedi. Come la nostra povera pallacanestro.