Il lunedì è più bello quando la domenica perde l’Inter

 

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Articolo in esclusiva per i gobbi. A rischio e pericolo per tutti gli altri.

Guardando dalla mia finestra, ho visto una foglia cadere: è autunno. Questa è la prima filastrocca che i miei gemelli, Giorgia e Bicio, hanno imparato all’asilo. Come dimenticarlo? Una piccola pausa dopo i due punti e la e accentata con un deciso del capo. Guardando dalla mia finestra, non ho visto all’alba l’abbazia del monastero di Monastier che pure ho a un tiro di schioppo: se l’era ingoiata una nebbia che, come dicono quelli bravi, si poteva tagliare con il coltello. Mentre è il tonno che si può tagliare con un grissino, ma è tutto un altro discorso. A mezzogiorno invece ho potuto vedere senza il binocolo le creste del Grappa, credo, illuminate da un sole neanche tanto timido. Questo è l’autunno. La stagione più strana e triste dell’anno. Come il lunedì. Tranne che per le parrucchiere e i barbieri. A meno che la domenica non abbia perso l’Inter. E magari pure in casa. Con il Cagliari di Federico Melchiorri, un mio vecchio pallino. Che nell’ultimo giorno d’estate ne aveva presi quattro di gol dalla Juve. Che veniva dalla sconfitta di San Siro proprio con la Beneamata. Che è la preferita di Mamma Rosa (la Gazzetta) e del Mulo di Trieste (Paolo Condò). Che non riesce a darsi pace: l’aveva pronosticata in corsa per lo scudetto dopo il gentile regalo di Asamoah, più sciagurato del Profeta (de che?) Hernanes, mentre all’ottava giornata i nerazzurri hanno già dieci punti in meno dei bianconeri e occupano la parte destra della classifica. Quella dall’undicesimo posto in giù. Però hanno pur sempre dieci punti più del Crotone. Condò comunque non s’arrende: “Anche la Juve l’anno scorso di questi tempi (0-0 a San Siro con l’Inter, ndr) era staccata di nove punti dalla vetta”. Dove stava la Fiorentina del grande Paulo Sosa. Che adesso non va più bene. E la Signora dei gobbi era quattordicesima. Morta e sepolta da Sconcertino Sconcerti, lo Zio Bergomi, l’indovino De Grandis, l’insopportabile Fabbio con due bi Caressa e compagnia cantante. Allora tutti su Sky. In maniche di camicia. Purtroppo ho la memoria lunga, mentre lo andate voi a spiegare al Mulo di Trieste, perché a me vien da piangere, che la Juve di Acciuga Allegri in Italia è capace di tutto e non è l’Inter di China Town. Che, se non esistesse, bisognerebbe inventarla e chiamarla la Signora delle comiche. Che perde 0-2 a San Siro con gli israeliani dell’Hapoel Be’er Sheva subendo una lezione di calcio. Oppure Condò lo fa apposta e ci prende lui tutti in giro. Non lo escluderei. Essendo molto amico di Meches Mancini e volendo mettere in cattiva luce lo stralunato Frank De Boer. Che qualcuno vorrebbe già rispedire nei Paesi Bassi. Tra i mulini a vento e le belle olandesine. Ma il Mancio ha già stravinto. Intuita la mala parata, con Wanda Nara che voleva il maritino a Napoli, ha fatto di tutto quest’estate per essere cacciato ed è stato presto accontentato dalla nuova proprietà. Ma non con un bel calcio sul sedere, bensì con un assegno brevi manu di due milioni e mezzo di euro. Sulla grottesca autorete di Mauro Icardi non ho invece niente da aggiungere a quello che firme molto più autorevoli della mia hanno già vivisezionato e severamente condannato. Maurizio Crosetti (Repubblica): “Lo scrivano Icardi, giovane biografo di se stesso, ha scritto stavolta fuori dal vaso”. Sconcertino (Corrsera) dalla prima pagina: “Una domenica da accartocciare e buttare via”. Perché mai? Alla Juve è piaciuta invece e se la tiene molto stretta. Pur continuando a giocare da cani. “L’Inter e Icardi hanno fatto di tutto per farsi male”. E dov’è la novità? Molto meglio Mirko Graziano (Gazzetta) e una frase del diesse nerazzurro Ausilio buttata là nel caos più completo: “Io non pensavo che a 23 anni fosse necessario scrivere un’autobiografia”. Pensava anche lui male. O Luigi Garlando, al quale nella casa di Mamma Rosa preferisco solo Sebastiano Vernazza: “Il vicepresidente Zanetti, che con tempismo peggiore di Icardi, ha motivato i provvedimenti in arrivo (ma Maurito resterà capitano, ndr) con la necessità di rispettare i tifosi. Quali tifosi?”. Forse gli ultrà della curva che diedero fuoco alla macchina del povero Alberto Zardin o gli stessi che gettarono giù da basso un motorino dal secondo anello di San Siro? Io li chiamo delinquenti. Che tengono sempre l’Inter sotto schiaffo. E sotto ricatto. Tuffandomi alla fin fine di nuovo tra le braccia dell’imbattibile Gene Gnocchi: “Brutto momento per Icardi: quello che lo detesta di meno è Maxi Lopez”.