Per fortuna che c’è Milano altrimenti sarebbe da spararsi

Tarczewski Kaleb AX Armani Exchange Milano - Happy Casa Brindisi Campionato Legabasket 2018/2019 - LBA Milano 07/10/18 Ciamillo - Castoria // Foto Vincenzo Delnegro

Dalla Val di Non, dove il Trentino finisce e c’è Fondo, che anche il nostro basket ha toccato quest’estate con la nazionale di Sacchetti dimenticata dalle tivù del mondo, sono tornato con una cassetta di mele golden, un pugno di noci fresche, l’affetto di sette vecchi amici e un cestino di castagne che mi ha regalato Tomas Ress, capitano mio capitano, raccogliendole coi figli tra i boschi già dell’Alto Adige. Cose buone dall’autunno. Che ha colori bellissimi prima che calino le nebbie, gli alberi si svuotino e i prati si gelino. Ed è anche la stagione della palla nel canestro che muove i primi passi con la serie A dalle foglie gialle e le partite delle coppe europee con troppe patate americane e brutti rospi da ingoiare. A Fondo si corre ogni inverno, quest’anno il 5 gennaio, la Ciaspolada, ovvero la maratona sulla neve con le racchette ai piedi che un tempo erano fatte di corda intrecciata e adesso sono di plastica e per questo non mi piacciono. Come le caldarroste se non sono cotte come dio comanda. Cioè con la polpa che si stacca bene dalla pelle. Dolci e croccanti. E non basta tagliarle sulla pancia. Bisogna avere anche l’accortezza di bagnarle sul fuoco e rigirarle nella padella bucata con la pazienza che la mia Tigre non ha più o che, meglio, le ho fatto perdere. Come l’ho persa io con quelli della Banda Osiris che ieri sera prima di cena si sono segretamente radunati in un casolare sul Lambro e hanno tifato contro la Milano di Proli e Pianigiani all’esordio in EuroLega a Podgorica contro i montenegrini del Buducnost. Ora non dico che l’Armani debba essere per forza simpatica a tutti. Anzi. E comunque basterebbe confessarlo e non nasconderlo. Altrimenti si è pure ipocriti e bugiardi. Però la squadra dei campioni tricolori è anche l’ultima ciambella di salvataggio alla quale potersi sostenere un con l’altro e aggrapparsi in Europa per un basket che rischia invece dalle nostre parti d’affogare in una pozzanghera d’acqua sporca d’invidie e di miserie. Se Kaleb Tarczewski (nella foto, ndr) e le altre scarpette rosse avessero avuto una falsa partenza nell’ex Titograd li avresti infatti sentiti quelli che pensano d’avere le verità in tasca come le caramelle che avevano già cominciato a scartare durante la loro convention dell’8 e 9 settembre. Quando dell’Armani non avevano salvato nessuno. Tranne Mario Fioretti, l’assistente di Pianigiani, che vive in un mondo tutto per conto proprio e non sa nemmeno che il gruppo di Tranquillo odia con tutte le forze il suo padrone e il suo capo allenatore almeno da dieci anni a questa parte. Milano che vince bene con il Budicnost è stato invece un bel pugno allo stomaco della Banda che vorrebbe dividere la Lega d’Egidio Bianchi in guelfi e ghibellini. Da una parte Milano, Venezia e Brescia con Cremona (forse) e Pesaro. E dall’altra le suddiste Sassari, Brindisi e Avellino che hanno già tirato dalla loro la Virtus e Reggio Emilia e ora si contendono Trento e Trieste, Varese e Torino, trascurando per il momento Pistoia e Cantù. Ma si può? Separarsi in casa non è mai stato bello per nessuno e comunque non capisco perché la Lega dovrebbe supportare le iniziative proposte da una Banda Osiris che non può vedere Proli, Casarin e la Bragaglio, eppure bussa a quattrini. La Lega ha già dato inspiegabilmente una mano alla Gazzetta. Alla quale finanzia ogni settimana l’inserto del mercoledì (Time Out) che ti racconta sempre quel che gli pare e non piace alla gente. E ha pure sponsorizzato un magazine televisivo di serie A su una traballante emittente milanese che inizierà a fine mese e sarà condotto da Guido Bagatta che non segue dal vivo una partita della massima serie credo dal 1999. Cioè dallo scorso millennio. Evviva. Con il supporto in euro pure della Openjobmetis e persino della Federbasket di Giannino Petrucci. Che ha fatto pace con Alberto Mattioli, con il quale tornerà a passare le vacanze di Natale a Bormio, e persino con Gregor Fucka che ha addirittura promosso cittì dell’under 16 con Bocchino alla 18 e Capobianco alla 20 con relativo aumento di stipendio. Insomma, anche se ultimamente ho scritto poco e non leggo Mamma Rosa da un paio di settimane, mica per questo ho dormito e non sono andato a caccia di notizie. Di cui ho invece un sacco e una sporta strapiena. Tempo al tempo. Così come non mi sono dimenticato di fare l’elenco dei cento massoni della nostra pallacanestro, massone per massone, o di mettere in fila indiana le sedici di serie A dopo averle viste tutte all’opera nella prima giornata di campionato. Confessando che sinora mi hanno deluso in particolare Torino coi Do Forni che non so cosa avessero da urlare dietro agli arbitri al Taliercio e il Banco di Sardara che non poteva perdere con la tenera Grissin Bon di Cagnardi. Mentre la Varese di Caja non finisce più di stupirmi e domani vado a Bologna per capire se l’odiata Armani di Proli è davvero battibilissima come sostiene Luca Baraldi che viene dal calcio e non ho ancora ben capito se ne capisce almeno di pallacanestro.