Milano-Siena: non c’era storia e storia non c’è stata (74-61)

La partita in diretta dal Forum. Così come l’ho vista prendendo appunti al volo. C’è il pieno. Alice Pedrazzi mi sta anche bene: è una delle poche figlie di papà che è diventata più brava dell’illustre genitore. Ma Edi Dembinsky, o come cavolo si scrive, non lo digerisco proprio. Protesterò in Rai con Franco Lauro. A meno che Laurito non mi mandi il telecronista ultrà dell’Armani anche giovedì e sabato a Siena per la terza e quarta finale tricolore. La prima comincia con Otello Hunter in quintetto e Alessandro Gentile in panchina. Luca Banchi si è tagliato i capelli forse per somigliare ancora più all’orso Yoghi. Moss è grandissimo: 5-0. Una volta si diceva “passami gli steno” per dire che la partita non aveva più storia e che si poteva già benissimo dettare la vittoria di Milano. Paperoga Crespi a braccia conserte è meno isterico del solito: non sarà mica già rassegnato alla sconfitta? Non credo. E’ comunque lui per me l’allenatore dell’anno. Altro che Figaro Moretti. E malissimo ha fatto Brugnaro a non esserselo portato in spalla a Venezia. Green infila la prima e unica tripla di tutta la partita sconcertante della Montepaschi, una stoppata di Tomas Ress risveglia Siena, ma lo stesso Green e Haynes buttano via tutto: Milano avanti di 7 al termine del primo periodo con 13 punti di Jerrels, mentre Haynes è tale e quale a quello che ricordavano all’Armani: stranito e spento o molle e casinista. Insomma sta molto meglio seduto in panchina. Lawal esagera schiacciando a vanvera, Gentile è assai nervoso, ma non importa: Haynes sbaglia anche dalla lunetta cinque liberi di fila e solo Hunter fa centro nella Mens Sana che affonda (44-26) buttata sotto da un Jerrells che all’intervallo ha già battuto il suo record stagionale di punti (21) ed è stato (quasi) perfetto nelle triple (5 su 6). La Montepaschi proprio non c’è: ha lasciato il cuore e il suo spirito guerriero in Piazza del Campo. Pare non abbia voglia neanche di combattere e men che meno di difendere. Provo a rileggere quello che ho scritto: le galline scrivono meglio e pure i medici della mutua quando fanno le ricette. Non ci capisco più niente. Affondo allora disperato i polpastrelli nella tastiera del computer e non ci penso. Tanto c’è ben poco da raccontare. Milano domina, Siena è ai suoi piedi. Né do le pagelle: boccerei tutti i mensanini, a parte il mio Otello, ma non sarebbe giusto dopo la loro favolosa stagione. E allora fatemi un favore: ditelo almeno voi a Denbinski, o come cavolo si chiama, che non stanno in piedi i paragoni con i numeri della regular season: i playoff sono tutti un’altra storia. Come quella del primo duello tricolore: non ci doveva essere e non c’è stata. Anche se Siena, 1 su 19 nelle bombe che le sono scoppiate in mano, ha nell’ultimo quarto rispolverato almeno l’antico orgoglio e si è riavvicinata (62-50) senza però mettere mai paura ai longobardi. Come avrebbe detto il mitico Tanjevic: stavolta il culo non ha mangiato pigiama. Martedì si torna al Forum e sarà 2-0: non è difficile pronosticarlo. Scommettiamo?