Quell’antipatico di Mertens e la meteorina della Signora

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Tanto per cominciare, vi propongo due incipit del mio lunedì del pallone. Così poi magari mi farete sapere quale dei due vi è più piaciuto. Il primo: pane al pane e vino al vino, la più bella della domenica non è stata la tripletta della Joya, e men che meno quella di Mertens, ma quel che ha detto Silvio Berlusconi di Luigi Di Maio: “E’ una meteorina della politica”. E l’ex Cavaliere, fidatevi, è un grandissimo esperto in materia. Anche più di Emilio Fede. Il secondo: tutti si riempiono la bocca con l’Inter in testa alla classifica infischiandosene del fatto che poi avranno il fiato che puzza peggio di chi si è appena mangiato un topo in saor. Cioè con le cipolle marinate nell’aceto. E non è nemmeno il Napoli di Zio Aurelio la squadra che attualmente gioca il miglior calcio in serie A, ma la Lazio di Claudio Lotito che la mia fioraia giura sia o sia stato tifoso della Roma. Se è per questo anche Adriano Galliani era un fan della Juve prima di passare alla corte del Cainano e convincersi che il mondo è a strisce rosse e nere. Caso mai non mi meraviglierei più di tanto se oggi mi venissero a raccontare che lo Squalo è tornato all’antico amore. Ora che il Milan è diventato cinese. O almeno così pare, ma non ne sarei proprio sicuro al mille per mille. Se invece non vi è piaciuto nessuno dei miei incipit, poco male: mica me la prendo. Anche perché capisco che possa essere andato di traverso a chi è grillino o intertriste. Ed  infatti lo sconsiglio subito di continuare a leggermi. E amici come prima. Però non c’è due senza tre e ecco allora in regalo un terzo argomento di discussione tra quattro amici al Var che probabilmente risulterà indigesto a qualche napoletano che ha perso il gusto di sorridere anche per una barzelletta scema sui belgi. Soltanto perché Dries Mertens è di Lovano, nel cuore della Fiandre, ed è fiammingo, ma poteva benissimo essere anche vallone: a me sarebbe stato lo stesso antipatico da morire. Ma come? Hai già tirato (e male) un rigore che per un pelo Belec anche ti parava. Stai vincendo 5-0 con il Maleventum ed è il novantesimo. Sistema il pallone sul dischetto e fallo calciare a Marekiaro Hamsik che è in crisi nera come il Pipita o poco ci manca. Guadagnandoti oltre tutto gli applausi convinti dei cinquantamila del San Paolo. No. Ero in trans agonistica e non ho sentito il richiamo di Sarri, si è giustificato il belga che ha i capelli tagliati con la scodella e la faccia a spigoli. Ed è più alto di Lorenzo Insigne d’appena sei centimetri senza per questo essere più grande di lui. Neanche per sogno: ha voluto portarsi a casa sotto braccio il pallone assieme a qualche euro. Che nel calcio più elegantemente si chiamano bonus, ma sempre quelli sono: tanti bei soldini. E che il capitano si tolga pure dalle pesti per conto suo. Ma bravo. Bravo e antipatico. O forse mi sbaglio? Mentre di Dybala cosa volete che vi dica? Che è meglio di Messi? Non ve lo dirò mai. Anche perché di pensare una stupidaggine del genere non mi è mai passato nemmeno per l’anticamera del cervellino. Però, se la Juve lo cederà l’anno prossimo al Barcellona, delle due una: o prende almeno Iniesta, come ho sentito sussurrare in giro, o io marcio su Torino. E non sarò certamente l’unico gobbo pronto a farlo. Quaranta milioni è costato Federico Bernardeschi. Che per la verità non mi dispiace, ma per il momento poche storie: è la meteorina del nostro campionato e della Signora. Ieri Allegri l’ha buttato in campo sul 3-1 a 6’ dalla fine, il tempo di beccare un cartellino giallo e fare un paio di figure da pomi. Col Chievo aveva giocato 14 minuti. Più recupero. Venti in tutto: insomma sinora è costato alla Juve spendacciona due milioni al minuto. Che io piuttosto avrei infilato nella busta-paga di quel gioiello argentino come premio del suo settembre stellare. Così la Joya e il suo procuratore almeno per un po’ avrebbero fatto ancora i bravi. Mercoledì la Juve affronta la Fiorentina. Ebbene, se pensate che Acciuga farà giocare Bernardeschi sin dal bel principio contro i suoi ex compagni di squadra, evidentemente non conoscete il livornese della Leccia. E così a Marotta sarebbe anche passata la voglia di comprargli altri rinforzi a gennaio. Tanto poi non li usa. Per esempio che fine ha fatto Benedikt Howedes, campione del mondo tre anni fa al Maracanà di Rio nella finale con l’Argentina di Vomitino Messi? Quando tenne a bada Lavezzi e colpì pure un palo di testa su corner. Mi dicono si sia infortunato in allenamento a Vinovo. Di già? O non sarà piuttosto che Max Allegri gli ha dato una martellata sull’anca e gliela ha ammaccata piuttosto che farlo giocare? Mentre se mi chiedete cosa ne penso al volo dell’Inter di Spalletti, posso essere sincero sino in fondo? A Crotone ha vinto di solo culo. Che Mamma Rosa ha chiamato “pratica della sofferenza”. E non aggiungo altro per non essere anche volgare.