Matteo Renzi si dimette, ma è solo un pesce d’aprile

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Aiutatemi perché non ce la faccio più da solo. Silvio Berlusconi, per esempio, lo devo ancora chiamare il pregiudicato, come fa abitualmente l’amico Travaglio, che lavorava nel Giornale di suo fratello Paolo, oppure l’ex pregiudicato dopo che da circa un mese ha finito i servizi sociali a Cesano Boscone? In fondo gli hanno dato quattro anni per frode fiscale e la condanna è definitiva. Anche se non ha mai fatto un’ora di gattabuia come toccherebbe invece a me se rubassi una mela. Ma neanche posso dar sempre bada a Beppe Grillo che sul blog spesso esagera e recentemente ha scritto che “Berlusconi è tornato a piede libero da pregiudicato”. E sin qui magari è anche vero. Ma poi ha aggiunto: “E resta il leader di un partito che è nato con la mediazione della mafia e di Bottino Craxi”, e qui bisognerebbe approfondire il discorso perché le accuse mi sembrano particolarmente gravi. Tanto più che Napoleone B(u)onaparte Brugnaro ha recentemente parlato bene del povero Silvio: “L’ho incontrato e mi ha impressionato: ha una lucidità straordinaria”. Ora al presidente dell’Umana tutti i veneziani devono essere grati perché ha rifondato la Reyer che con Recalcati è oggi seconda in classifica, ma non ho nessuna voglia nel mio gazzettino di parlare adesso di pallacanestro. Lo farò senz’altro domani, ma nel frattempo mi domando e vi chiedo: posso dare il mio voto ad un candidato sindaco di Venezia appoggiato, oltre che da Brunetta e Salvini, anche da un pregiudicato o comunque ex pregiudicato? Vedremo. Da qui a domenica 31 maggio ne deve passare ancora molta d’acqua sotto al ponte di Rialto. Certo è che Marcello Dell’Utri, l’ex braccio destro di Berlusconi, o mi sbaglio?, è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Monza da dieci mesi dopo che è stato anche dalla Cassazione condannato a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa: è dimagrito non so quanti chili e giusto ieri è stato pure indagato per ricettazione ed esportazione illecita di 20 mila libri preziosi dal valore esagerato e comunque di milioni di euro. Intanto la disoccupazione è tornata a crescere del 12,7 per cento a febbraio con il 42,6 tra i giovani e un totale di 3 milioni e 240 mila italiani senza lavoro. E allora vi chiedo ancora aiuto e vi domando: non aveva il governo Renzi salutato la trasformazione di 79 mila contratti a tempo indeterminato come il primo grande successo del jobs act, o come cavolo l’hanno chiamato, mentre altre 42 mila donne sono rimaste a casa dall’inizio dello scorso mese? Una mano me l’ha data ancora Grillo su Facebook: “La disoccupazione aumenta e le balle pure”. Mentre Radio Padania all’alba d’oggi ha annunciato: “Matteo Renzi, umiliato da Matteo Salvini, ha gettato la spugna e si è dimesso”. Ma era solo un pesce d’aprile.