10 medaglie d’oro con lode ma quella della 4×100 è di Tortu

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Ditemi che non è vero. Dopo tre giorni di battaglie titaniche per tentare di riuscire a sistemare il My Sky di montagna ed aver sperato invano che il Centro Tecnico di Cortina d’Ampezzo si mettesse una mano sul cuore per un pennivendolo disperato, ho creduto d’esserci riuscito l’altro giorno prima di cena avendo anche speso una cifra in decoder ausiliari, chiavette di fortuna, telecomandi strambi e diavolerie varie. E così sono andato a letto sereno, e non dirò mai tranquillo, dopo aver registrato la maratona notturna su Raidue e in particolare i dieci chilometri di nuoto nelle acque calde (30° gradi) del parco marino di Odaiba nella baia artificiale di Tokyo. Tra grattaceli tutti eguali e isolotti difesi dai cannoni. Ora qualcuno potrebbe anche dire: “Ma chi se frega dei cazzi tuoi”. Bravo e complimenti per l’educazione che ti hanno dato mamma e papà. Evidentemente non mi conosce nemmeno un cincinin e comunque è anche libero di non leggermi più per il resto della vita. Mica m’arrabbio. Anzi, come disse una sfitinzia delusa, chi non mi ama non mi merita. Preferisco però citare Oscar Wilde e il libricino di Aforismi che va gustato senza fretta: una pillola di saggezza alla volta prima di spegnere la luce dell’abat-jour sul comodino. “Tutti coloro che sono incapaci d’imparare si sono messi a insegnare”. Dedicato ai due Matteo del Bel Paese che non c’è: Matteo Salvini e Matteo Renzi. E ancora: “Solo io posso giudicarmi. Io so il mio passato, io so il motivo delle mie scelte, io so quello che ho dentro. Io so quanto ho sofferto, io so quanto posso essere forte e fragile, io e nessun altro”. Stupendo. Dedicato a chi mi vorrebbe indottrinare e a chi voglio inculcare nella zucca che queste sono Le mie Olimpiadi. Solo mie. E d’alcun altro. Così come nessuno deve permettersi di toccarmi Lo scacciapensieri e semmai si cominci a giudicare Mamma Rosa che poteva ieri benissimo evitare di sparacchiare in prima pagina “Clamoroso Lukaku: vado via!”. Clamoroso perché? Forse per la Gazzetta intertriste, non per il Conte Antonio che settanta giorni fa ha mandato a quel paese Zhang jr avendo capito che gli avrebbe ceduto i pezzi da novanta, da Hakimi a Romelu, e che la Benemata non avrebbe più vinto lo scudetto, come le auguro di tutto cuore, per altri undici anni. Eravamo rimasti alla mia odissea televisiva con Itaca ormai all’orizzonte quando l’ennesima pioggia torrenziale mi ha svegliato ieri mattina che saranno state le quattro e mezza, minuto più minuto meno. Non mi credete? Chiedetelo allora se non è vero all’amico Luca Cirillo che invece stava andando a letto a quell’ora e gli ho augurato la buonanotte su Facebook. Poi ho acceso la tivù per vedermi in registrata la mia gioia olimpica, Greg Paltrinieri, mentre la sua Joya è Dybala, a cui la Juve ha ora affiancato il promettente diciannovenne brasiliano Kaio (Sempronio?) Jorge che sempre Mamma Rosa aveva già assegnato al Milan: ne indovinasse mezza nel calcio-mercato. O sul serio pensate che ce l’ho con lei? Vi sbagliate. Devo infatti riconoscere che il suo esperto dei cinque cerchi, Riccardo Crivelli, aveva assegnato all’Italia nove medaglie d’oro prima che i Giochi di Tokyo 2020 avessero inizio e proprio oggi ci aveva preso in pieno. Dopo che a metà mattinata l’inattesa Antonella Palmisano con il tricolore a mantello ha trionfato nella 20 chilometri di marcia per non essere da meno di Massimo Stano e all’ora di pranzo, il Gorilla d’Avola, Luigi Busà, ha battuto nella finale di karate (kumite 25 kg) il mitico azero Rafael Agayev che di titoli mondiali ha fatto la collezione vincendone ben undici. Ma poi, alle 15.50, è arrivato il titolo olimpico della nostra 4×100 che mai avresti detto e le medaglie d’oro dell’Italia a Tokyo hanno toccato addirittura la doppia cifra: dieci. Come il voto che strameritano con la lode la fantastica spedizione azzurra in questa Olimpiade e l’ultima frazione di un altro juventino eccellente, Filippo Tortu, che mi ha ricordato la spettacolare rimonta del grande Pietro Mennea nei 200 di Mosca 1980 sull’inglese Allan Wells. Immenso. Non più di Lorenzo Patta, Marcell Jacobs e Fausto Desalu direte in coro sapendo però ipocritamente di mentire. Perché il ventitreenne brianzolo di Costa Lambro (nella foto) per un centesimo in meno della staffetta britannica ha trasformato l’argento in oro che poteva essere benissimo anche un quarto posto se Tortu avesse dato retta a quelli che solo domenica lo avevano crocifisso giudicando deludente la sua semifinale nei 100 metri da leggenda di Marcell Jacobs. In verità la Gazzetta ha azzeccato un solo titolo olimpico, quello del Gorilla d’Avola, dei nove indicati prima del via dei Giochi, ma sinceramente nessuno avrebbe potuto immaginare cinque medaglie d’oro dall’atletica leggera che da Seul 1988 a Rio de Janeiro 2016, un fiasco completo, ne aveva vinte in tutto quattro con Gelindo Bordin e Stefano Baldini nella maratona e con Ivano Brunetti e Alex Schwazer nella marcia. Con un direttore tecnico Antonio La Torre precario come MaraMeo Sacchetti nel basket e messo in discussione prima della partenza per Tokyo dallo stesso presidente della Fidal, Stefano Mei. Il 4 di coppia nel canottaggio e Marquez Chiamizo nella lotta non sono riusciti infatti a far meglio di un quarto posto, l’Italia della pallanuoto è stata travolta nei quarti dalla Serbia come il fioretto a squadre uomini, eliminato addirittura dal Giappone, e Simone Alessio nel taekwondo, mentre RossiDefilippis, ex moglie e marito separati in caso, non sono nemmeno approdati alla finale a sei del tiro a volo. Riccardo Crivelli è stato magari sfortunato nel suo pronostico nello skeet perché Diana Bacosi per un piattello scappato al suo schioppo ha dovuto accontentarsi dell’argento, però adesso mi deve anche spiegare come potesse pensare che Greg Paltrinieri potesse vincere la maratona del nuoto quando era risaputo che i medici gli avevano sconsigliato di partecipare alle Olimpiadi dopo la mononucleosi che si era beccato a giugno e che l’aveva costretto al riposo forzato per quasi un mese senza poter mettere neanche un piede in piscina soltanto per capire se l’acqua fosse gelata. Difatti che poi il supertifoso della Signora abbia conquistato la medaglia d’argento negli 800 e quella di bronzo nella 10 chilometri sono già passati alla storia come uno dei tanti prodigi inimmaginabili di questa nostra esplosiva Olimpiade dei record: 10 oro, 10 argenti e 20 bronzi. Tornando ai cavoli miei, eravamo rimasti che alle cinque di ieri mattina mi ero seduto in poltrona, sveglio più di un grillo, per gustarmi l’impresa di Paltrinieri nella maratona del nuoto in mare aperto quando ho avuto la sgradita sorpresa che il nuovo impianto televisivo non mi aveva registrato un tubo di niente mandandomi in bestia e prendendomi per il cesto con questa scritta: “No disk detected”. Che non serve sapere l’inglese, o disturbare Ciccioblack Tranquillo in vacanza nell’Isola dei Conigli, per capire che non mi dava più alcuna speranza di vedere quel che era successo nella magica notte italiana con l’ostinato bronzo di Greg a Odaiba e il clamoroso argento dell’aviere Manfredi Rizza nella sprint della canoa. Ebbene a quel punto un altro al posto mio sarebbe tornato di filata sotto il piumino prima che spuntasse l’alba tra le Laste dell’Antelao, ma io sono un pazzo da legare e ho continuato a seguire i Giochi in diretta su Raidue sino alla “Marcia trionfale di Stano ma vero”, un titolo bestiale che ho rubato oggi a Mamma Rosa, passando per le due medaglie di bronzo di Viviana Bottaro nel karate e di Elia Viviani nell’omnium su pista. Matto sì, ma non mona al punto da perdermi poi due pomeriggi di sole dopo quattro di pioggia battente e d’imitare le lucertole a pancia all’aria tra le pietre e i sassi delle mie care montagne. Difatti finiscono qui le mie Olimpiadi due giorni prima della cerimonia di chiusura e sono iniziate le vacanze. Anche perché ho preso a calci il decoder per registrare i canali del digitale terrestre e nei prossimi giorni al massimo m’occuperò saltuariamente del campionato di serie A, che tra due settimane prenderà il via con tutte le dieci partite spalmate su Dazn invitandovi sin d’ora a farvi il segno della croce, o della tanto bistrattata pallacanestro che invece meglio di qualsiasi altra squadra azzurra si è comportata a Tokyo. Dove mi ha deluso soprattutto Paola Egonu che consideravo la più spietata delle schiacciatrice al mondo e invece ha mostrato tutte le sue debolezze di ragazza di ventidue anni che non ha saputo neanche lei “staccarsi durante i Giochi da quella melma dei social che sono state una delle cause del nostro flop” come si è sfogato ieri il disperato cittì Davide Mazzanti Vien-dal-mare. Cioè da Fano. Anticipandovi una news che avevo tra i polpastrelli da giorni, ma non avevo trovato l’occasione per parlarvene. Ovvero il ritorno del 35enne Andrea Cinciarini a Reggio Emilia dopo sei stagioni a Milano. Finalmente Erode il Messina è riuscito a toglierselo di torno anche a costo di pagargli tutto l’ultimo anno di contratto e in pratica regalarlo alla società con le idee più confuse d’Italia da quando il magnifico patron Stefano Landi ha ceduto la presidenza a Veronica Bartoli e a un gruppo di dirigenti che pensano di saperne sempre una pagina più del libro e addirittura più di Alessandro Della Salda e di Artiglio Caja.