Gigi Brugnaro da Spinea partecipa alla corsa al Colle

Vado di fretta e non certo perché devo correre a vedere qualche partita. O perché mi scappa la pipì e me la sto facendo addosso. La Befana degli italiani se l’è già presa tutta il calcio. Gol o non gol di Astori, Roma capitale o ladrona? Se ne parlerà ancora come minimo sino a Pasqua. E non è mica finita qui. Dopo il tramonto c’è il Napoli di Gabbiadini e alle 21 i fuochi d’artifici con Juventus-Inter. Mi sa tanto che gli agnellini d’Allegri quest’anno non avranno vita facile come gli indemoniati di Conte, ma mi posso sempre (e volentieri) anche sbagliare. Mi dite che sta arrivando Sneijder e perché dalla Turchia non anche Felipe Melo? Vado di corsa semplicemente perché non ho proprio nessuna voglia di fermarmi a parlare di pallacanestro, dell’Armani che perde al Forum di venti con una squadra russa della quale Milano non sapeva neanche come si chiamava o dell’Umana che avrebbe dovuto vincere il campionato senza un playmaker e un pivot di ruolo. Sì, come no: di tiro al piccione? 43 fucilate da tre punti sparate in trequarti d’ora. Quasi una al minuto? Vi sembra basket questo? Sono stufo insomma di ripetere sempre le solite cose. Dall’alto del pulpito vedo infatti il popolo che comincia a sbadigliare come quando ascolta il discorso di fine anno del Capo di Stato e non ho proprio nessuna voglia di passare ancora per quello che poi magari pure sono: ovvero un odioso e presuntuoso rompicoglioni. Anche se continuerò comunque sino alla fine dei miei giorni a dire sempre quel che penso e mai quello che la gente vorrebbe invece sentire. Però Gigi Brugnaro da Spinea poteva anche farsi la barba per la televisione dal momento che sapeva benissimo che lo avrebbero inquadrato almeno cento volte durante la diretta dal Taliercio di Venezia-Sassari finita 90-100 dopo un tempo supplementare. L’anno nuovo è ricominciato né più e né meno di com’era finito. Cioè uno schifo. Parlo almeno per me. Sono stato a letto gli ultimi tre giorni del 2014 come i primi tre del 2015. Sarete contenti? Con la febbre alta che andava e veniva e la tosse che invece non mi ha lasciato in pace neanche un quarto d’ora. Tanto che non sono uscito di casa per un’intera settimana, non ho guardato la televisione, non ho letto i giornali e non ho fatto gli auguri a nessuno. Nemmeno a quelli della Confraternita o all’amico Riccardino Sbezzi. Me la sono andata a cercare. Così la prossima volta imparo a salire di notte in cabinovia ai 2700 del Sunney Valley di Santa Caterina Valfurva con venti gradi sotto lo zero. Anche se lassù era uno spettacolo e c’erano persino il governatore Roberto Maroni da non perdere, oltre al plurimedagliato Antonio Rossi e al commendator Igor Cassina, ma se Deborah Compagnoni e Paolo De Chiesa hanno preferito restare in albergo avranno avuto le loro buone ragioni. In vacanza a Bormio c’erano pure Annina Cremascoli e Giannino Petrucci: avrei voluto invitarli a pranzo, ma forse ad entrambi sarebbero andati di traverso i pizzoccheri alla valtellinese. La presidentessa di Cantù era di buon umore perché col successo di fine anno sulla generosa Reggio Emilia aveva salvato la panchina a Sacripantibus che mezza Brianza ora non può più vedere. Cosa vi avevo detto? Son tempi davvero duri per la Confraternita di Fratel Coniglietto. Con l’anno nuovo parlerò allora più di calcio su questo blog. Che sarà meglio. Così come non mi sbagliavo quando dicevo che Stefano Pioli era un folle a lasciare in panchina un Felipe Anderson che la Juve avrebbe già dovuto comprare a Natale e infiocchettarselo sotto l’albero. Altro che Sneijder o come cavolo si scrive? Ma Agnellino, col braccetto più corto di quello di Paperon de Paperoni, pensa ormai solo a far musina o a far cassa: ditelo come volete che poi è la medesima cosa. E vorrebbe vendere dopo Gabbiadini anche Vidal se soltanto qualcuno lo ingolosisse con una ventina di milioni d’euro sull’unghia. A Federico Casarin avevo invece regalato un pesciolino rosso: voleva essere un gesto carino, ma non è stato capito. E così il pesciolino rosso è tornato nel mio acquario. Neanche Silvio va matto per la barba lunga e incolta. Difatti ha suggerito a Cerci di tagliarsela e ha fatto sapere a Brugnaro che dovrebbe fare la stessa cosa. In verità Fassotuttomi non punta tanto alla poltrona di sindaco di Venezia quale candidato della destra berlusconiana, ma vorrebbe prima partecipare alla corsa al Colle soprattutto dopo che Mario Draghi e Romano Prodi ci hanno rinunciato. Emma Bonino e Anna Finnocchiaro gli fanno in fondo meno paura di Mara Venier e Renato Brunetta. Io comunque l’ho già detto che gli do il voto. Basta che si tagli la barba.