E adesso mi vedo Tiger Woods e a voi lascio Inter-Napoli

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Se il tempo non fosse stato brutto, e da qualche altra parte anche orribile, come al nord d’Italia, sarei andato a Torino per la doppietta calcio-pallacanestro: prima Juve-Udinese, poi Fiat-Reyer. Che mi guarderò comunque in televisione. Ma c’è anche di molto peggio: una cartiera dalle parti di Milano e un tetto d’amianto che prendono fuoco. Ha pianto anche il cielo quando Firenze, nell’angosciante silenzio di un Franchi strapieno, ha ricordato Davide Astori. Le lacrime di Giancarlo Antognoni e di quel bambino con la sciarpa viola che apre la mano e lascia che il palloncino voli con gli altri in cielo: ho pianto anch’io e non ve ne vergogno. Il 13 era il suo numero ed è anche il mio: non so se porti fortuna, spero di sì, ma non ne sono troppo sicuro. Però all’uomo nero che all’angolo della strada mi dice “buongiorno”, e chiede l’elemosina, una monetina lascio sempre cadere nella coppola di lana che discretamente mi porge. Anche perché, dalla prima volta che l’ho fatto, la Juve non ha più preso gol. Cioè dall’ultima domenica dell’anno scorso e nell’ultima giornata dell’andata: al Bentegodi con il Verona, fiondata di Caceres. Poi Dybala firmò uno doppietta. Come oggi pomeriggio. In campionato i bianconeri di Allegri hanno solo vinto nel girone di ritorno: otto partite su otto. D’accordo: Acciuga è fortunato e basta. Mentre Sarri dà spettacolo. Stasera in effetti c’è anche Inter-Napoli: me la registro, ma prima in diretta (su Sky canale 257) mi vedrò il golf dal resort di Palm Harbor, in Florida. Sono impazzito? Può darsi, ma per Tiger Woods in T-shirt fucsia maniche corte e pantaloni grigio chiaro come il berretto. Non è più un bimbo. Ed è pure un po’ ingrassato sui fianchi: leggi maniglie dell’amore. Tiger era rotolato così in basso nelle classifiche mondiali che molti pensarono fosse finito. Più morto di Silvio. In verità senza di lui, il più grande golfista di tutti i tempi, era defunto (o quasi) lo sport dei fairway e dei legni da non buttare nel caminetto anche perché costano l’occhio della testa. Tra poco, alle venti in punto, Tiger partirà nel penultimo flight per le ultime diciotto buche del torneo del Pga Tour ed è secondo, a braccetto del connazionale Brand Snedeker e dell’inglese Justin Rose, ad un solo colpo dal leader a sorpresa, il canadese Corey Conners. Non potete assolutamente perdervi questo spettacolo. Altro che Marx Sarri, i suoi tenori e le sue frittole. Tanto più che Woods è diventato persino simpatico. Talvolta pure sorride a 32 denti (bianchissimi) e s’incazza se sbaglia (raramente) un ferro. Anche se a me sulle scatole non è mai stato. Forse perché era così bravo che nessuno lo gufava come si fa invece nel BelPaese con la Juve. Anzi. Speravo che continuasse a vincere in eterno. Battendo tutti i record dei green. Proprio come Buffon, Chiellini e Barzagli. Anche se Higuain sbaglia i calci di rigore, ma non importa.