Brindiamo al neo presidente di Lega: “Lo vedi, ecco Marino”

Calma piatta sulla pallacanestro come una sogliola. O, se il paragone non vi garba, come il mare di questi giorni senza anima né vento. Del resto si è già tutto detto e tutto è stato scritto aspettando che domani la temperatura davvero s’abbassi e siano tuoni e fulmini anche in pianura. A meno che, tra domenica e martedì, Milano non ce la metta davvero tutta e perda una delle due partite al Forum con Siena, ma mi sembra davvero un’impresa impossibile anche per Wallace, Cerella e gli altri musi lunghi dell’Armani. Al massimo posso raccontarvi che la Sperimentale di Artiglio Caja è ai monti trentini di Folgaria e che almeno lui sta al fresco tra un temporale la sera e un altro al mattino presto. O che Carletto Recalcati e Daniele Cinciarini hanno presentato in Federazione i lodi contro il Montegranaro che non ha più il grano e non ha pagato gli ultimi stipendi al tecnico e al playmaker. Poi ci sarebbe il discorso dei diritti d’immagine che è peggio del risotto al nero di seppia: meno ne parli, meglio è. E, se proprio devi, fatti dare, oltre alla ricetta, almeno la ricevuta. A Venezia si è per la verità dimesso a mezzogiorno l’avvocato Orsoni. Onde per cui, onda su onda, andremo tutti in laguna a votare a settembre il nuovo sindaco. Che potrebbe essere, perché no?, come già vi ho anticipato, anche il Gigi Brugnaro Fassotuttomi che – dicunt tra calli e campielli – si candiderebbe per una lista civica che sta con un piede a sinistra e con l’altro a destra: nel bel mezzo insomma. Come i veri democristiani di una volta. Intanto al paron della Reyer l’agenzia del Demanio ha respinto l’acquisto dell’isola di Poveglia che Brugnaro si era aggiudicato all’asta per 513 mila euro. “Troppo pochi: è meglio allora che resti allo Stato”. Pochi o tanti, almeno Brugnaro ce li ha i soldi e con questi potrà comprare oltre a Phil Goss, che mi sembra finalmente un bel piglio, anche un lungo che sia un po’ meglio di Magro, Crosariol e Easley tutti e tre insieme. Un’ottima idea sarebbe pure un altro romano de Roma e de Toti, Trevor Mbakwe, che piace però anche all’Armani oltre che a tutta la famiglia Brugnaro, compresi moglie e figlio più grande. A metà pomeriggio i club di serie A hanno poi eletto il nuovo presidente che è Marino. Non Ignazio, sindaco della capitale, né quello degli stornelli e del buon vino de li castelli, ma Nando, numero uno dell’Enel Brindisi che da ragazzino voleva fare il giornalista sportivo e che per fortuna da grande ha cambiato idea. Però neanche questa mi sembra francamente una notizia sconvolgente: l’avevo già data ieri e di nuovo Vampiria, la Gazzetta, me l’ha copiata un giorno dopo. Cantiamo comunque: “Lo vedi, ecco Marino, la sagra c’è dell’uva” e brindiamo tutti insieme al neo eletto all’unanimità. Almeno ha perso Giannino Petrucci che voleva il suo cane Rex come commissario. Quanto a Renato Villalta, che se ne è andato prima del voto assieme a Ciglione, mi permetto di dire in amicizia una cosa sola: Veltroni sarebbe stata una minestra riscaldata. E pure senza sale.