Biancanera e i sette nani: l’ultimo libro di Ciccioblack

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Martedì grasso e un proverbio come cicheto. Cioè come prologo. Sono tra Marco e Todaro. Ovvero mi trovo in una brutta situazione. A dir poco imbarazzante. Frittole o galani? Mi chiede la Tigre. Cosa sono i galani? Le vostre chiacchiere. O le vostre bugie. Come quelle che vi raccontano tutti i giorni le gazzette quando vi parlano di basket e di Giannino Petrucci che se le è comprate. Insomma i crostoli del Carnevale veneziano. E le frittole? Quei giocatori che non ti dicono niente se non ci mettono un po’ di uva sultanina, o di crema o di zabaione, nell’impasto della loro partita. Come, tanto per capirci, Ukic o Giachetti domenica a Torino. I cicheti anticipano invece il pranzo o la cena, ma non sono – sia chiaro – né il pranzo, né la cena. Non so: un’acciughetta o una polpetta, uno spuntino. Con un’ombra di bianco o di rosso. O, meglio, di nero. Come ti chiede l’oste della locanda da Rinaldo. In bocca di campiello. Essere invece tra Marco e Todaro è un modo di dire sempre e solo nostro. Perché ai tempi della Serenissima il palco delle esecuzioni, e più non scherzo, era collocato tra la piazza San Marco e il Molo. Cioè tra le colonne che reggono le statue del Leone alato e di San Teodoro. Ora vi è tutto più chiaro? Lo spero. Grazie anche all’inseparabile libro di Espedita Grandesso, veneziana che vive a Mestre: “Prima de parlar, tasi”. E quindi, se non vi chiedo troppo, dovete aiutarmi a capire anche alcune cose. Per esempio perché non scrivo più su Superbasket. Ho pestato forse qualche cacchetta? E’ probabile. Succede. Anche se erano solo interviste allo zucchero velo che copre più i galani delle frittole. E comunque non è che il fatto particolarmente m’addolori. Mi spiace assai di più che le cose vadano male a Siena. Dove ho tanti amici. Tra tutti Ylenia e Riccardo. E tanti affezionati lettori. Oltre che molti cari ricordi. E non parlo solo dei sette scudetti di fila. Ma dell’olio di frantoio, dei carciofi del Lercio, degli alberi di ciliegie, sui quali mi arrampicavo, o del Brunello di Montalcino. Piuttosto mi è più difficile comprendere la ragione per la quale a Ciccioblack Tranquillo continuino ad andare tutte lisce come l’olio. A parte la Confraternita dell’Osiris, ex Banda, che si sta sfasciando giorno dopo giorno. Ora che anche Virginio Bernardi la disconosce. Qualcuno è andato in pensione o a lavorare in Germania. E qualche altro si è ritirato dalla scena. Insomma è rimasto in piedi solo il capo storico. Una sorta di Berlusconi della nostra pallacanestro. Il quale ha confessato, senza che nessuno glielo chiedesse, d’aver preso il nero dalla Montepaschi di Messer Minucci, il suo nemico numero uno e il diavolo per tutti, tranne che per il sottoscritto. Pochi euro, sia detto, e non m’interessa nemmeno sapere quanti. Né m’indigno. Alzi un dito infatti chi ha pagato l’idraulico pretendendo insistentemente ogni volta da lui la ricevuta di ritorno. Però non mi sembra neanche normale che da questa ammissione di (lieve) colpa Ciccioblack ne sia uscito alla grande. Santo e martire. E non solo. Ma pure gratificato. Giovanni Bruno o Bruno Giovanni, fa lo stesso, gli ha per esempio raddoppiato le repliche settimanali di Basket Black, il salotto del lunedì più uggioso e nero funebre del secolo: da dieci a venti. Rischiando un suicidio di massa e una moria d’abbonati di Sky senza precedenti. E l’editore, Ercole Baldini e Castagner, o una cosa del genere, gli ha proposto di scrivere un nuovo libro: dopo “Altro tiro, altro giro, altro nero” ora “Basketball (R)evolution”, storie di giocatori soprattutto di colore e spero anche oscuri. Il titolo è ancora provvisorio e, disinteressatamente, mi permetto di consigliarne un altro che sia un po’ più accattivante. Come “Biancanera e i sette nani”. Dove i sette nani tutti neri di Ciccioblack potrebbero essere Marques Green (un metro e 65), David Logan, Phil Goss e Mike Green (tre play di 185 centimetri), Allan Ray (1 e novanta, stasera al rientro), Ronald Moore (183 cm) e Stephen Curry, la superstar della Nba che non credo di bestemmiare se vi confesso che mi è particolarmente odioso quando mastica in lunetta il paradenti di gomma come un bambino maleducato che fa le bolle con il chewingum. Ma chi sarà mai il principe azzurro? Provate ad indovinarlo. Ve lo dirò la prossima volta. Sempre su questo schermo. Intanto vi domando: riuscirà Ciccioblack, come promesso, a spiattellarci nel libro da quale altro club ha preso ancora il nero in passato? O aspetta di nuovo la prescrizione del reato?