Ciccioblack head coach dell’Orlandina? No, meglio Mazzon

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Pasquetta al faro di Jesolo. Dove muore il Sile e nasce il mare. Che s’increspa e luccica. Voglia di sole saltami addosso. Come di tornare a giocare sulla sabbia. Costruendo castelli campati in aria. Che il vento porta lontano. Da piccolo sognavo di fare il giornalista e sono diventato invece un pennivendolo per giunta in pensione. Peccato. Pasquetta senza Mamma Rosa ed è forse per questo che oggi sono felice come una Pasqua. E di buon umore. Il che succede molto più spesso di quanto chi non mi conosce possa pensare. Felice per Stefano Tonut (nella foto, ndr) che ieri sera è stato il migliore della Reyer che nel secondo tempo ha spazzato via Avellino, lento e goffo come un gigante d’argilla, persino più di Fesenko. Anche se non ho mai temuto che il figlio di Alberto si fosse perso in un bicchier d’acqua e potesse affogarci dentro. Felice che Paola Ellisse mi abbia chiamato più volte “ragazzo” nella notte dell’Alamodome di San Antonio. “Ragazzi, questo Moe Wagner ha davanti a sé proprio un gran futuro” diceva mentre Fabrizio Ambrassa le dava spago: “E’ un indiano che galoppa spensierato nella prateria”. Una bella immagine. E comunque, cara Paola, grazie per il “ragazzo” che da quarant’anni ha i capelli bianchi. Felice come una Pasquetta che Moritz Wagner sia un tedesco di Berlino che studia e gioca a Michigan. E che nella festa delle Final Four Ncaa sia stato assai più bravo di tutti gli sbarbati nati e cresciuti negli Stati Uniti d’America di Donald Trump. Felice d’aver finalmente appurato che Loyola non è la sorella minore di Raiola e nemmeno, credo, la cuginetta molto chiacchierata di Ciccioblack Tranquillo. Il quale avrebbe attraversato a nuoto lo Stretto di Messina pur d’andare ad allenare l’Orlandina se il suo compare, Virginio Bernardi, non gli avesse legato mani e piedi urlandogli a muso duro: “Non sarai per caso diventato matto?”. Ma del fatto del giorno (dopo Pasqua) possiamo magari parlarne più avanti. Adesso voglio dirvi piuttosto che sono davvero felice che tutta Bologna abbia abboccato all’amo del pesce d’aprile che quei simpatici burloni di BasketNet hanno gettato in Rete raccontando che potrei presto assumere un ruolo importante nella comunicazione della Virtus. Ora non ho mai negato d’essere buon amico di Alessandro Dalla Salda, ma da qui solo a pensare di tornare a lavorare mi viene già male. A meno che la proposta non sia così indecente come quella che hanno buttato sul piatto Claudio Coldebella Gas Gas Trinchieri a Massimo Zanetti. Son felice, son contento perché la vittoria di Venezia sulla Sidigas è stata molto italiana: oltre a Tonut è andato infatti a mille anche Andrea De Nicolao. E ridagliela. Una tripla di Cerella Bruno ha rischiato di far crollare il Taliercio, mentre Paul Biligha sta maturando meglio di una nespola. Però anche non ce la faccio a nascondere che è stata un’autentica fortuna che Napoleone Brugnaro abbia passato la Pasqua con la famiglia nella sua tenuta in Toscana perché, se avesse visto il primo tempo di Peric, Sosa e Jenkins, li avrebbe tutti e tre appesi durante l’intervallo agli attaccapanni dello spogliatoio. Del resto Avellino sarebbe dovuto tornare sul parquet nel secondo tempo con una dozzina di punti come minimo di vantaggio e non appena quattro. Anche se si è subito scavigliato Ariel Filloy, mentre Zerini, Leunen e D’Ercole hanno fatto molto prima: non si sono nemmeno alzati dal letto e sono rimasti in pigiama. Nel cuore della notte ci sarà la finale Ncaa tra Michigan e Villanova che ha passeggiato con Kansas. Credo alle tre e mezza, ma non ne sono proprio sicuro. E comunque ho provveduto a registrarmela per guardarmela con tutta calma nel pomeriggio. Buonanotte. Scusate, me ne stavo dimenticando: vi devo ancora raccontare di quel che è successo nelle due isole del nostro basket. Nel Banco di Sardegna pare che il buon Pasquini tra Pasqua e Pasquetta abbia dato le dimissioni che stavolta sembra siano state accettate da Stefano Sardara. Il quale avrebbe contattato Cesare Pancotto senza però trovare l’accordo. E dunque? Ne sapremo di più oggi al termine di un paio di conferenze-stampa, una al mattino e l’altra prima di cena, ma la squadra potrebbe essere affidata a Giacomo Giacomo Baioni, fedele assistente di Federico, o a Zare Markovski, una minestra riscaldata, per carità di Dio. Nella Sicilia penta stellare è invece già stato tutto deciso: cacciato San Carlo, pardon Di Carlo, mi confondo sempre con le patatine, i premiatissimi Sindoni, padre e figlio, dannati e fustigati da Mamma Rosa che solo un anno fa li aveva viceversa beatificati, hanno assunto il mio compaesano Andrea Mazzon. Canestri d’auguri. Ne ha davvero bisogno. Dal momento che a Capo d’Orlando non ci voleva proprio più andare nessuno. Tranne Ciccioblack. Anche allenando gratis? Questo assolutamente non credo.