E’ saltata l’allegra abbuffata di pesce a San Felice Circeo

Poteva essere un giorno di festa per la Bandissima. Giannino Petrucci, appresa all’alba la notizia dei domiciliari di Ferdinando Minucci, aveva in un baleno difatti organizzato un’allegra mangiata di pesce in una trattoria di San Felice Circeo, di cui il presidente federale è il sindaco: due spaghetti allo scoglio, saraghi al cartoccio e spigole ai ferri, buon vino dei castelli. E aveva invitato tutti, ma proprio tutti tranne Giovanni Malagò, intimo nemico, e pochi altri, tra i quali ovviamente il sottoscritto. Al suo fianco avrebbe fatto sedere Stefano Domenicali, ovvero il prossimo (forse) presidente di Lega, mentre a capotavola, come s’impone a chi paga il conto, si sarebbe dovuto accomodare Renzi, non il boyscout di Firenze ma proprio il più famoso Valentino di Porto Sant’Elpidio. E intorno tutta la corte dei miracoli e dei giornalisti ai quali da qualche tempo andava sussurrando all’orecchio: “Vedrete che lo arresteranno” e lo diceva affinchè la notizia facesse presto il giro del mondo. Peccato che quelli della Banda Osiris fossero in lutto stretto dalla sera prima per lasconfitta, nel ritorno in casa della finale di Eurocup, dell’Unics Kazan, allenato dal loro amatissimo Andrea Trinchieri, che aveva per la verità già perso all’andata a Valencia. Ora, se mi avessero chiesto un pronostico sulla sfida, avrei indicato come favoritissima la squadra di Velimir Perasovic, terribile killer della Jugoslavia campione del mondo in Argentina nel 1990 e della Croazia seconda soltanto al Dream Team due anni dopo alle Olimpiadi di Barcellona. Lo ricordo bene, perché c’ero, mentre non giurerei che Gas Gas già allenasse. Forse sì. Ovvero il San Pio X, storica società milanese, promossa con lui in quarta serie. Lo scorso mese il Valencia di Perasovic ha vinto a Madrid infliggendo al Real l’unico dispiacere della stagione ed è ora secondo in campionato davanti al Barcellona. Insomma non sarebbe stato un dramma se il Kazan, come è poi accaduto, avesse straperso con gli spagnoli e con il mio caro masai di Siena, Romain Sato. E invece quelli della Bandissima l’hanno presa molto male: tutti a letto senza cena con la coda tra le gambe. E di feste o di banchetti non se parla per almeno un mese. Sin qui è stata satira, una brutta bestia che impone d’essere cavalcata anche quando non hai proprio nessuna voglia di provare a far sorridere per sdrammatizzare le cose. Però conoscendo Giannino da una vita sono convinto che anche a lui è venuto un groppo in gola quando ha visto al tigi Ferdinando in manette e non gli sarà certo piaciuto che gli sciacalli, gli avvoltoi e le jene adesso facciano a brandelli la nostra pallacanestro. Questo lo penso sul serio. E non me ne frega più niente sapere se a ciapa no ha vinto Petrucci o Domenicali. Tanto più che i pesciolini avevano già tutti abboccato.