La sguaiata tivù di Fabbio il coatto e dello Zio intertriste

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Aridaje! Sabato sera il Re dei coatti era più nero del solito e del carbone che gli aveva portato la Befana di Sky. E così svarvolato che a Beppe, l’amico del giaguaro, è venuto spontaneo di chiedergli prima d’andare in onda: Fabio, confessalo almeno allo Zio che ti sei ingoiato a cena un rospo. “Un rospo? Magari. Mia moglie, al massimo, sa fare tre ova al tegame”. “Scusa, Fabio, ma tua moglie non è Benedetta Parodi?. “Sì, la sorella di Cristina. E non è una gran cuoca? “Come no? Se è per questo anche Di Francesco è considerato un buon allenatore e invece è ’na sòla che nemmeno t’immagini”. Pure di Spalletti dicevi l’anno scorso l’identica cosa. “E’ cotto e mangiato. E ora persino i cinesi se ne sono accorti: non vince infatti una partita da oltre un mese. Cioè da Inter-Chievo del 3 dicembre. O mi sbaglio?”. Ti sbagli. In Coppa Italia ha battuto il Pordenone. “Capirai: 5-4 dopo i calci di rigore. Ma fammi un piacere”. Anche due. “Dimmi allora che non è vero che la Maggica è riuscita a perdere in casa con l’Atalanta che ha giocato tutto il secondo tempo in dieci”. Purtroppo questo è successo. “E tu cosa ne pensi?”. Penso che Gian Piero Gasperini sarebbe un ottimo allenatore per l’Inter. “Ma se c’è già stato nel 2011 ed è durato neanche un’estate. Massimo Moratti infatti lo esonerò il 21 settembre e lo sostituì con Claudio Ranieri. Che a sua volta venne poi licenziato prima della fine del campionato e avvicendato da Andrea Stramaccioni”. Un altro di buono. “Non ti sembra piuttosto, caro Beppe, che all’Inter abbiano sempre poche idee ma confuse”. Se devo però essere proprio sincero, caro Fabbio, con due bi, così sono anch’io un cincinin coatto, pure io pensavo che la Beneamata quest’anno avrebbe vinto lo scudetto. “Per la verità le stesse cose le vai raccontando al bar di Sky da quando se ne è andato Mourinho, ma non prendertela. Almeno finché continueranno a pagarti”. Però adesso è arrivato Disney: devo cominciare a preoccuparmi? “Non ancora: in fondo un po’ assomigli a Pippo”. E tu al più vecchio e saggio dei tre porcellini. “E poi in giro c’era chi la pensava eguale a te”. Ovvero? “Luigi Garlando, capo-calcio nel giornale di Mamma Rosa”. Il quale un mese fa scrisse pari pari: “Chi guarda al primo posto dell’Inter come a quello di Fabio Volo nella classifica dei libri cominci a distendere le rughe del naso. Per quel che ha fatto finora, unica imbattuta, l’Inter sta dove deve stare. Magari non vanta i raffinati automatismi di gioco del Napoli, rodati da due anni con Sarri, e non ha la personalità d’acciaio che ti lasciano sei scudetti vinti. Ma l’Inter di Spalletti non è più solo fisicità e organizzazione. Sta diventando un’altra cosa: è in evoluzione da farfalla”. In effetti a quel tempo la Farfalla aveva 39 punti, il Ciuccio 38 e la Gobba 37. E ancora: “Non c’è squadra che sia migliorata più dell’Inter dall’inizio del torneo. Un autentico capolavoro di Mago Spalletti che sta lavorando duro sugli incompiuti Dalbert, Joao Mario e Brozovic e ha una squadra in volo verso la bellezza”. Trenta giorni dopo la classifica è ben diversa: Napoli 51, Juventus 50, Inter 42. Ma se magari nel frattempo la farfalla è impazzita, come può anche capitare e come cantava Johnny Dorelli, ostinatamente Luigi Garlando non ha invece cambiato maglia. Che è sempre nera e azzurra a strisce. Peccato ora sia quella dell’Atalanta. Che si allena a Zingonia ed è allenata dal Gasp. “Uno spettacolo divino che ruba gli occhi”. Fossi Gasperini mi toccherei precipitevolissimevolmente. Mentre la prima firma della Gazzetta ha intanto scoperto che Dalbert è deludente, Brozovic uno scansafatiche e Joao Mario probabilmente una pippa. Come per la verità l’ha sempre spiegato in tivù Caressa. Sferruzzando a maglia con lo Zio Bergomi. “Ma guardalo quello?”. Chi? “Joao Mario: non corre e neanche le rode il culo. E Brozovic? Ahò, almeno sputagli in un occhio al tuo avversario. Come dicono i romani”. O, meglio, i coatti. Che hanno eletto Fabbio loro re e signore. Perché parla come quando con Benedetta e i tre figli mangia la coda alla vaccinara dalla Sora Lella. “Ma io dico: vattelo a rivedé lo stesso ’sto Var, caro Calvarese. O me sbajo?”. Mentre Andrea Pirlo, presente in studio, lo guardava sconvolto. Magari domandandosi: “Ma dove sono finito?”. Forse al club dei coatti scamiciati?