Ora manca solo che il basket finisca su Supertennis

Oggi è il primo maggio, una festa ormai per pochi intimi tra disoccupati e precari in continuo aumento e milioni d’italiani che non hanno mai fatto nulla in vita loro. In più ci sono quelli che hanno fatto finta di lavorare, come il sottoscritto, i giornalisti e gli statali, e quelli che quando mi dicono che s’ammazzano di fatica, come i politici e i calciatori, mi viene solo voglia di mandarli a scavare con le unghie in miniera. Oggi è la festa dei lavoratori e difatti le strade e le piazze sono vuote come qualche testa di chi alle 18.15 (diretta su gazzetta.it) scenderà in campo sul parquet non poi così lontano da casa mia. Una volta almeno c’erano le bandiere rosse che facevano colore: adesso vedi solo pupazzi di cartapesta, coperti in faccia di cerone, bianchi come fantasmi, salire sui palchi o girare per le televisioni a fare campagna elettorale e nessuno che si sogni a dir loro: 1. che non li bada più nessuno; 2. che non lo sanno, ma sono già morti da un pezzo. Non so oggi cosa farà il sindaco di San Felice Circeo: se per esempio s’incontrerà davvero a Teano con Stefano Domenicali e lo sfiderà a ciapa no. Di sicuro comunque non starà con le mani in mano e come minimo s’agiterà per movimentare un po’ le acque affinchè non si mormori che, dopo essere stato presidente del Coni nel secolo scorso e in questo, avrebbe fatto forse meglio a 70 anni a dedicarsi come me ai nipotini. E invece, oltre che a rompere le palle a Malagò e a Minucci, si è messo in testa di fare anche lui televisione. Ma come? Un giorno ve lo spiegherò nei dettagli, intanto per il momento v’illumino su un progetto che mi sembra decisamente fare a pugni con la scelta “dolorosamente etica” sbandierata da Petrucci quando rinunciò a partecipare alla corsa per le wild-card dei Mondiali di Spagna considerando “immorale per i tempi che corrono” versare alla Fiba la tassa di un milione di franchi svizzeri. Già, forse troppi, ma Giannino quanto crede che alla Federbasket verrebbe a costare solo trasmettere le quattro interessantissime partite dell’Italia contro la Svizzera e la Russia (per le prossime qualificazioni europee) sul canale televisivo Supertennis che forse vedono in 44 gatti, in fila per 6 sol resto di 2, e che già alla Federtennis di Binaghi costa l’occhio della testa? Almeno un milione di euro, cioè più della partecipazione azzurra al Mundial 2014 di Spagna al quale saremmo andati se soltanto Petrucci avesse avuto qualche buona conoscenza politica in più fuori da San Felice Circeo e dal suo orticello.