L’Italia è un Paese abitato da 19.419.507 poveri italioti

renzi

Scacciando i cattivi pensieri e la tentazione di scappare lontano dal coacervo degli irresponsabili No, almeno adesso lo so per certo che l’Italia è un Paese abitato da 19.419.507 poveri coglioni che ho contato ad uno ad uno. Tra i quali molti giovani. E dunque coglioncelli ad un tanto al chilo: analfabeti durante la settimana e impasticcati il sabato sera. O, meglio, ora lo sappiamo in tredici milioni e mezzo che l’altra maggior parte degli italiani non sono soltanto squadristi e sfascisti, dopo essere stati plagiati da Mussolini, Craxi e Berlusconi, ma anche i soliti inguaribili idioti. Cioè italioti. Belli e buoni. Al pari degli inglesi che hanno votato la Brexit e dei visi pallidi che hanno eletto Donald Trump loro presidente. E tiro l’acqua mentre guardo Brunetta che abbraccia D’Alema e Casson o il Maiale che strizza l’occhio ai masturbatori di grilli(ni) del Fatto Quotidiano o la Meloni che fa la gatta morta con Bersani. Tutto perché ha perso Matteo Renzi. Che in verità ha preso due milioni di consensi più di quanti ne aveva raccolti alle ultime elezioni europee. Solo contro tutti. E quindi quella del No è stata la vittoria di Pirro. Che adesso agli italioti dovrei anche spiegare chi era, ma ci rinuncio perché da una sola vacca non si cavano due pelli e dalle rape niente di niente. Né acqua, né meno che meno un ragionamento che abbia un po’ di sale (in zucca) o un minimo di buon senso. Sia chiaro. Se il vostro è stato un voto di pelle, accecato dal razzismo e dal malessere, stupido quanto folle, la mia è un’analisi che è politicamente scorretta. Come dicono quelli che parlano bene. Oltre che molto poco democratica. Però sarei anche arcistufo di pagare più tasse per le vostre colpe e d’essere deriso dal resto dell’Europa. Dal momento che ogni due per quattro v’innamorate ottusamente del primo pagliaccio o ladro che vi racconta la storia di Cappuccetto rosso e gli credete. Come questa del Referendum. Che la destra di regime vi ha spiegato a modo suo gridando al lupo al lupo e la sinistra degli intellettuali del cazzo ha dirottato sullo stesso binario morto dell’incostituzionalità della riforma nel quale si è andata a rottamare da sola. E comunque per quante bottiglie di spumantino la Lega di Salvini abbia stappato stanotte assieme ai Fratelli d’Italia non ha i numeri per governare il BelPaese nemmeno se si alleasse al Cainano e se le elezioni fossero domani l’altro. Si andrà a votare invece non prima del prossimo autunno. E nel frattempo il vuoto di potere sarà totale coi cinquestelle, appena sopra il 32 per cento, che continueranno a starnazzare come le oche del Campidoglio senza arrivare mai a togliere un ragno dal buco. Fiorello ci scherza sopra, io invece proprio non ce la faccio più e m’attizzo soprattutto con i dalemiani che per disprezzo scrivo senza apostrofo e che comunque faranno una fine uguale a quella impopolare e ingloriosa di Fausto Bertinotti e dei suoi compagni che consegnarono l’Italia al bunga bunga d’Arcore pur di toglierla a Romano Prodi. Cioè scompariranno sotto l’albero di Natale. “Alle prossime primarie Matteo e io – ha confessato Giorgia Meloni a Fiorello – ci presenteremo insieme. Così o prendo più voti o un furgone senza targa prende Salvini in pieno. Mentre ci vorranno due o tre o al massimo cinque fumogeni per stanare Renzi da Palazzo Chigi”. Neanche quelli. Il Boy scout di Pontassieve è salito già ieri sera al Quirinale per presentare le dimissioni a Sergio Mattarella. Che la metà della Cloaca del No non sa neanche che è il nostro presidente della Repubblica. Porca schifosa ignoranza italiota. Renzi voleva cancellare le troppe poltrone del Senato, delle Province e del Cnel che altro non è che il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Tanto per sapere chi cavolo avete salvato. Come proponeva di fare anche il comico di Genova sino a un paio di anni fa. “Non ce l’ho fatta e allora la prima poltrona che salta è la mia”. E si è dimesso quando avrebbe anche potuto restare presidente del consiglio. Ma il voto era politico e lui l’aveva detto subito e capito per primo. “In Italia non perde mai nessuno e dopo ogni elezione resta tutto com’era. Io invece ho perso” e ha tolto il disturbo. Con coerenza e grande dignità. Ma con 13.432.208 voti a favore uno può anche ritornare e pure stravincere. Tra un anno o forse pure meno.