Aridatece i napoletani: De Laurentiis li ha resi odiosi

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E meno male che i due rigori della finale del Viareggio in favore dei ragazzini bianconeri di Fabio Grosso, quello del rigore mondiale a Berlino 2006, c’erano entrambi e grandi come una casa. Che dico? Come le torri degli Asinelli. Ma i somari, anzi i ciucci, esistono in tutte le parti dello Stivale. Soprattutto all’altezza del malleolo. O poco sopra. Dove ci sta Napoli. Con il golfo e il Vesuvio. E i suoi tifosi malati che s’attaccano a tutto pur di sputtanare la Juve e non s’accorgono, ogni giorno che passa, d’essere sempre più simili agli intertristi inguaribilmente frustrati che spiano la Signora dal buco della serratura e non vedono i 417 milioni, quattro uno sette, di debito della loro Beneamata che non so come Thohir riuscirà mai a coprire. Forse con qualche cambiale di Moratti? Semmai non c’era il rigore fischiato da Valeri de Roma in aiuto del Palermo che solo così avrebbe potuto momentaneamente pareggiare. Lo ha sottolineato persino Tramezzani, il Tramezzino della Gialappa’s, che è più nerazzurro ancora di Mamma Rosa. E ce ne vuole. La Gazzetta non dà molto peso infatti al deficit spaventoso accumulato dal suo club del cuore che sarebbe una sorta di ghigliottina, tra capo e collo, in qualsiasi altro paese d’Europa, però usa la lente d’ingrandimento per convincere il mondo che il gol di Maxi Lopez era regolarissimo. E ne continua a parlare ogni giorno da due settimane. D’accordo, l’argentino che fa fatica a pagare gli alimenti ai tre figli avuti da Wanda Nara, ora moglie di Mauro Icardi, era in linea con Cuadrado (senza q e non è un errore) e quindi in posizione regolare per una questione di pochi millimetri. E così la Juve avrebbe vinto il derby per 4-2 e non per 4-1. Ah già, dimenticavo: Alex Sandro doveva essere espulso per l’entrata da rigore in scivolata palla-piede, prima la palla e poi il piede del famoso cascatore Bruno Peres. E chi l’ha detto? Francesco Ceniti sulla Gazzetta più nerazzurra che rosa o verde di bile, a seconda dei casi. Ceniti chi? Non ho il piacere di conoscere né lui, né sua nonna in carriola. E comunque Beppe Mar(m)otta en passant ha voluto ricordare che quest’anno sono stati assegnati 35 rigori senza che l’arbitro dovesse esibire alcun cartellino giallo o rosso agli autori dei falli. Ma lui è di parte: e quindi non vale. Tralasciando che tutta la stampa estera, in primis quella inglese, ha urlato al penalty per un’ancata in area di Gaston Silva su Cuadrado, ma cosa volete che ne sappiano gli inglesi di calcio? L’hanno solo inventato. E comunque non scendo ai piani bassi o sotto terra, altrimenti trovo gli ultras napoletani. Assieme agli intertristi che intanto sono risaliti dalle fogne. E io non sono napoletano. Napoletana era la mia cara mamma. Mentre De Laurentiis è de Roma e una delle persone più sgradevoli che ho avuto la sfortuna di conoscere nell’ultimo mezzo secolo. Lo zio Aurelio ce l’ha con il mondo e per lui siamo “tutti delle merde”. Tranne i suoi orrendi panettoni. Sei una merda mi disse un giorno perché avevo scritto che a mezzanotte sarebbe arrivato in Val di Sole il Pipita Higuain appena acquistato dal Real Madrid. Come poi si è avverato allo scoccar dell’ora in cui Cenerentola perse la scarpetta. E non mi ha mai più chiesto scusa. Figuriamoci. Una volta i tifosi napoletani di “Giulietta è ’na zoccola” mi piacevano: erano simpatici, divertenti, geniali, vivaci, insomma unici. Adesso, scimmiottando il loro presidente, sono diventati noiosi e, contro natura, persino prevedibili, banali, mediocri, insomma odiosi. Cantano solo, dalla mattina sino a notte fonda, “Juve merda e Juve merda e Juve Juve Juve Juve merda” calpestando la loro storica sagacia e ironia popolare. Peccato. Non ho il mito dell’onnipotenza dello Zio Aurelio che sa tutto, vede e prevede ogni cosa, però nel mio piccolo non mi perdo nulla e prima o poi c’arrivo anch’io. Con calma e gesso. Per esempio mi era sfuggito il rigore con il quale il Napoli ha vinto 1-0 a Palermo, ma ho rimediato giusto ieri rivedendolo in televisione. Se era rigore quello, io sono il Divin Bambino. E, se ancora non mi sbaglio, i gol del 2-1 e del 3-1 del trionfo azzurro sul Genoa sono stati viziati il primo da un’entrataccia di Koulibaly su Cerci, al quale ha disossato una gamba, e il secondo da un limpido fuorigioco di Gabbiadini, ma non se ne è mai parlato su nessuna gazzetta. Non c’era spazio: bisognava idolatrare Higuain nel giorno dello stupido record di Buffon. Due punticini rubati qua, due punticini rubati là e poi ladra sarebbe solo la Gobba. Intanto la Juve ha battuto anche l’Empoli, mi spiace per voi senza polemiche e senza potersi aggrappare sugli specchi. E, contando le vittorie dei bianconeri nelle ultime ventuno partite, ho preso pure sonno prima d’arrivare a venti. Come non mi succede neanche con le pecorelle. Ho dormito come un angioletto e poi stamattina sono volato a Udine. Cosa dite? Guferò il Napoli? E’ molto ma molto probabile. E l’ho fatto. Con il risultato che ben conoscete: 3-1 per i friulani di Sassi De Canio, Marx Sarri e il Pipita espulsi e completamente fuori di senno. E forse anche dallo scudetto. Gufata compiuta.