Il mio gazzettino: tutti i giorni su questo schermo

Oggi l’Unità non è in edicola. E la cosa molto mi addolora. Se chiude invece Libero sarebbe sempre tempo e ora. Da oggi, se vi va, leggiamo insieme i giornali buttando magari un occhio anche alla televisione. Sempre a modo mio, è chiaro. Non prendendo per oro colato tutte le cose strambe che scrivo e non prendendomi quindi troppo sul serio. Tutti i santi giorni. O quasi. Qualche mattina vorrei anche dormire e il pomeriggio fare un salto al golf. Specie se sono in vacanza ed eccezionalmente a Cortina non piove. E’ finito luglio, ma, pur con il bene che gli voglio, è tornato il sole. Durerà il bel tempo? Non credo. Tutta colpa dell’anticiclone delle Azzorre, ci fa sapere il Carlino, che è rimasto ovviamente sotto l’ombrellone delle Azzorre. Proprio un bel pigrone, ma del resto cosa ci viene a fare nel nostro paese? Quando piove non scherza e quando c’è il sole Silviaccio, come lo chiama Benigni, baruffa con la Pascale, il boyscout Renzi con le riforme e Paola Ferrari con i congiuntivi. Eppure vorrebbe assieme alla Pitonessa salvare l’Unità. Ma mi facciano tutti quanti un piacere. Questo è il mio primo gazzettino e allora eccezionalmente voglio essere con voi carino. Perdonatemi le rime, ma mi piacciono da impazzire. Come la Pausini con l’accappatoio aperto dall’ombelico e senza mutandine.  Oggi ho comprato per voi Chi, così vi faccio risparmiare due euro. Ilary Blasi in copertina, ancora Buffon e Pirlo al mare, le solite storie: è meglio Ilaria o Alena? Un bel match, niente da dire. E tra Deborah e Valentina? Preferisco l’ex moglie del Magnifico Pirlone. Signorini ci campa con i calciatori, ma adesso che sono tornati tutti dalle ferie a chi andrà a rompere i maroni? Gli consiglio proprio Francesca Pascale che ultimamente, racconta Repubblica, è parsa nervosetta alquanto: ha licenziato la cuoca che da una vita lavorava a Villa San Martino senza dire niente al suo non più giovane moroso che non l’ha presa assolutamente bene. Assolutamente è l’avverbio più usato da Nicoletta Strambelli, veneziana come me, ma più anziana di un anno. Ce l’ha fatto sapere Malcom Pagani in una straordinaria intervista a Patty Pravo che non vi potete per l’appunto assolutamente perdere. Voto 9 all’ex ragazza del Piper Club e 10 con lode al giornalista del Fatto che oltre tutto mi ha ricordato una canzone del ’69 che Herbert Pagani rubò a Edith Piaf e che ho sentito recitare giusto poco tempo fa in modo sublime da Gino Paoli a teatro. “Io lavoro al bar di un albergo a ore, porto su il caffè a chi fa l’amore, ma sono rimasto lì come un cretino…”. Patti, Piaf, Paoli: manca solo Ornella. Eccovi serviti: proprio oggi sul Gazzettino, quello doc, del Papetti, non Fausto, il sassafonista, ma Roberto, il trombone, ho trovato la Vanoni, 80 anni come Gino, che dice d’amare Venezia, dove ha pure una casa, ma di doverla lasciare: “E’ diventata invivibile e nessuno l’ha mai difesa”. Parole sante. Aborro invece l’idea che la Juve possa cedere Vidal, ma succederà a ore. Anche se nessun giornale più lo scrive: temono forse di perdere la pubblicità dalla Fiat? Oggi sono andato un po’ lungo: era il primo giorno oltre che il primo del mese, ho preso lo stipendio e posso bruciare un’altra carta di credito, ma i giornali si devono leggere di giorno in dieci minuti e la sera semmai gustare anche in un paio d’ore. La mia Tigre del resto, quando lavorava a Venezia, in campo Sant’Angelo, si divorava il Gazzettino con la gi maiuscola in filovia da Mestre a piazzale Roma. E poi in vaporetto faceva le parole crociate. Mentre l’avvocato Gigi Porelli, buonanima, strainnamorato di Bologna e quindi affezionatissimo al Carlino, raccontava che gli bastavano 15 piani per leggerlo dalla prima all’ultima pagina. Quando infatti le porte dell’ascensore si aprivano al diciottesimo piano del grattacielo che ancora ospita gli uffici della Legabasket, di cui lui è stato il miglior presidente della storia, e senza storia, aveva già richiuso il giornale e gli erano anche avanzate tre rampe di scale per buttare l’occhio sulle tette della generosa segretaria. O, se preferite, sui generosi seni della ragazuola.