Se avete urgente bisogno di un idraulico di fiducia, rivolgetevi al Gran San Bernardi del basket

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Se al Gran San Bernardi chiedi un favore, uno qualsiasi, stai tranquillo: per te si farà in quattro. E non lo dico per prenderlo per il cesto. Anzi. Se per esempio hai bisogno d’un tipo in gamba perché hai delle perdite dal tubo del lavandino, ci pensa lui a trovarti nel giro di un quarto d’ora un buon idraulico. Che, se vuoi, ti imbianca pure il tinello o ti stira le camicie, e persino le mutande, o t’aggiusta la televisione che si è rotta. Cioè non ne poteva proprio più, neanche lei, di sentire le cifre e le percentuali di Dembinsky, o come cavolo si scrive, che parla in continuazione. Ma quanto parla? E parla soprattutto sopra alla povera Alice Pedrazzi rischiando di soffocarla e comunque non lasciandole mai finire mezza frase. Per la verità non scherza nemmeno Mitraglietta sul web tivù della Legabasket che sta migliorando. Dai, coraggio. Però almeno ha sempre al suo fianco una valletta, di nome Michela, che balbetta peggio di Fabio Fazio e indovina il nome di uno sponsor di una squadra una volta su tre, quando è fortunata, ma è tanto ma tanto carina. E generosa. Al punto che me ne sono innamorato e le posso perdonare assolutamente tutto. Penserete che ho bevuto. Neanche un goccio, ma questo lasciate che lo dicano in giro quelli della Confraternita del baccalà e del merluzzo che da Alice a Monza vanno a pranzo e si ubriacano. E’ che, avvicinandomi alla doppia cifra (del sei), come direbbe il buon Denbynskoli, o come cacchio si chiama, mi son fatto finalmente furbo e nomi più non ne faccio. O quasi. Anche perché, come nei film, sono tutti (da me) inventati. Lo sanno del resto ormai anche i sassi che il Paron nella pallacanestro è il mio caro amico Tonino Zorzi. E che Artiglio è Caja. Del quale Varese è entusiasta e presto gli dovrebbe offrire un contratto per un’altra stagione. O che Acciughino è Pittis. Così come a Livorno sanno tutti benissimo chi sia Acciuga e quindi non serve utilizzare la sottotitolatrice per spiegare che è Massimiliano Allegri. E comunque, se non ci arrivate da soli, vi aiuto io. Sono qui apposta. A patto che non mi domandiate chi sono il capo e il vice della nuova Confraternita del Lambro perché uno è Fratel Coniglio e l’altro è Iena ridens, ma sono così identici, e in egual misura fifoni, oltre che parimenti intimidatori, peggio di Mexes e Pasquale Bruno, che persino io li confondo e in ogni caso li lascio cucinare nel loro brodo. Magari con la Pastina glutinata Buitoni. Tornando a monte, provate a chiedere al Gran San Bernardi se ha per le mani un allenatore che possa tornarvi a fagiolo: lui in un secondo, snoccialandoli a raffica, ve ne proporrà almeno tre: GasGas, Sacripantibus e Pierino la Peste. Come ha fatto un paio di settimane fa col Pesciolino Rosso che ha incontrato in laguna. Ora è ovvio che, se lo domandate al diretto interessato, cadrà dalle nuvole e vi giurerà che non è vero. Come fece quest’estate quando fu beccato a prendere un caffè con Carlo Recalcati sulla strada che da Mestre va a Treviso e si chiama il Terraglio. Oppure devo credere che Pesciolino Rosso abbia chiesto a Gran San Bernardi il nome di un idraulico che gli aggiustasse la vasca da bagno e che sapesse, oltre che stirare e cucire, pure dipingere il soggiorno? E’ molto più probabile. Anche perché che senso avrebbe che la Reyer cambiasse allenatore dal momento che, nonostante la brutta caduta di Caserta, è pur sempre seconda in classifica? A meno che Recalcati non voglia riavvicinarsi a casa, magari a Milano, ma non credo. E non me lo auguro. Soprattutto dopo che con Fassotuttomi ha chiarito ogni cosa pranzando insieme all’Harry’s Bar in Calle Vallaresso. Dietro Piazza San Marco. O il Pesciolino Rosso ha il coraggio di negare anche questo? Lo sapete che non vi racconto storie. Almeno sul basket della mia città. E difatti, quando nove mesi fa scrissi che Gigi Brugnaro si sarebbe candidato sindaco a Venezia, non mi sembra d’essermi sbagliato. E comunque ditemi voi cosa devo fare adesso? L’avevo chiamato Fassotuttomi e il nomignolo non mi dispiaceva. Anzi, gli calzava proprio a pennello. Ma pure Napoleone Bonaparte non è male. Guardatelo bene in faccia: è tale e quale. Basterebbe solo che il barbiere gli aggiustasse il ricciolo sulla fronte e il presidente dell’Umana sarebbe uguale all’imperatore dei francesi. Due gocce d’acqua, sperando che il nostro non conosca Waterloo e nemmeno il madrasso. Che è un gioco di carte veneto. Dove, se vai in “Casson”, perdi la partita. Aprirò allora domani un sondaggio. Anticipandovi sin d’ora che Vincenzino Esposito non è poi così male come mi avevano detto. Ma me ne raccontano tante ogni giorno che non posso correre dietro a tutti. E a qualcuno tirare pure le orecchie.