Buona Pasqua a tutti e in particolare ai miei coniglietti

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Pasqua è anche la festa dei conigli. E così adesso devo fare gli auguri a un sacco di loro. Cominciando da Ciccioblack Tranquillo che è sempre in cima a tutti i miei pensieri cestistici. Buona Pasqua allora a Ciccioblack che prima mi sfida a duello (anche televisivo) sulla pubblica piazza e poi se la dà a gambe insieme al suo compagno di merende, Jena ridens, che per chi ancora non lo sapesse è Andrea Bassani. Andrea Bassani chi? Ecco, molti di voi non lo conoscono, ma non importa: vi assicuro che non perdete niente. I due fratelli coniglietti evidentemente pensavano che me la facessi sotto quando mi hanno spedito una mail dal loro avvocato scritta coi piedi o, meglio, a sei zampe. Pensarono male. Difatti mi cercai subito un padrino e, tra cento che si erano proposti, scelsi Paron Tonino Zorzi perché della sua esperienza e furbizia avrei potuto fare tesoro. L’idea era anche carina. E invece non se ne è fatto più niente per una sola ragione molto semplice: sono scappati entrambi a Lampedusa, nell’isola dei Conigli, e di lì non si sono più mossi. Buona Pasqua anche a Giannino Petrucci, sindaco di San Felice Circeo, che non ha il coraggio di dirmi in faccia che sono un bastardo. Può pure essere, non lo escludo, però non capisco come possa gridarlo ai quattro venti se giura a tutti d’ignorare i miei messaggini d’amore. Mistero buffo. E così mi tocca anche dargli del Pinocchio dal momento che la prima cosa che fa ogni mattina un secondo dopo il trillare della sveglia, che per lui suona sempre alle sei in punto, è di fiondarsi subito a leggere quel che il bastardo ha scritto sul suo blog. Che poi è questo. Di satira o supposta tale: ve lo ricordo per l’ultima volta. Buona Pasqua a Giovanni Bruno o Bruno Giovanni, cambia poco, che ha paura della sua ombra e soprattutto del suo gran capo, Matteo Mammì, nipote dell’ex ministro Oscar e moroso segreto (poi non tanto) di Diletta Leotta, che gli ha imposto che Basket Rum, il salotto degli ubriaconi, vada in onda su Sky almeno cento volte al giorno, prima e dopo i pasti, in modo tale da bloccare l’indigestione persino a quei poveri quattro gatti che hanno ancora il fegato di guardare Ciccioblack e le due scimmiette, Mortimer Soragna e Mammoletta Mamoli. I conigli mi sono per la verità molto graditi: in umido o, meglio, alla cacciatora. E, scherzi a parte, mi piacciono forse anche perché mangiano una quantità industriale di carote che sono la mia grande passione. Dopo i pomodoro e le ciliegie. I conigli poi fanno figli come conigli e sono sempre allegri. Le carote del resto fanno bene alla vista, ma anche al buon umore. Al buon umore? Certo. O per caso avete visto qualche volta un coniglio incazzato? Io mai. A parte quelli che faccio arrabbiare e che fanno una doppia fatica: a incavolarsi e a farsela passare. Tanto io non mollo la presa e li tormenterò in eterno. Non fosse altro perché da anni il tormentone è un pilastro d’acciaio della mia ironia da tre soldi e qualche spicciolo. Buona Pasqua pure al mio sindaco che ha il terrore di rilasciarmi un’intervista che mi ha promesso prima di Ferragosto e che non mi ha dato neanche dopo Natale. Santa pazienza. Sarò difatti anche pestifero, ma non mordo, al contrario di Bau Bau Mann, e non ho mai mangiato nessuno. Napoleone Brugnaro è sempre in Brasile e, fosse per me, ci può anche restare ancora un paio di mesi. Come mi hanno suggerito di scrivere molti suoi cari concittadini. In effetti a Venezia e dintorni si campa meglio senza di lui e le sue grottesche levate di scudi, ma soprattutto la Reyer con Fassotuttomi in Sud America ha ripreso a vincere: otto giorni fa a Caserta e addirittura ieri a Cantù spalancando il portone dei playoff che sembravano a rischio dopo la sconfitta con Milano sotto gli occhi del padrone. Ora non dico, per carità di Dio, che porti sfortuna perché non sono come lui così superstizioso, però è altrettanto vero che Walter De Raffaele ha potuto lavorare meglio in queste ultime due settimane senza il fiato di Napoleone sul collo e i buoni frutti li hanno visti anche i ciechi di Sorrento. E qui mi fermo perché la fila dei conigli ai quali dovrei augurare la buona Pasqua è lunga almeno un chilometro e per contarli tutti correrei il rischio di prendere sonno rovescio sul personal computer. Ho scoperto infatti che i conigli mi fanno lo stesso effetto delle pecorelle: ottantasei, ottantasette, ottantotto e già dormo. Buonanotte, a domani. Lo so, domani è Pasquetta, ma io non riposo come gli sfaccendati delle gazzette. Tanto più che le uova sode e di cioccolato sono buone anche il giorno dopo.