Ora Pisa come la torre non pende più dalle labbra di Luca Banchi

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Il problema è che alla mia età mi arrabbio ancora. Non lo dico io, e avrei potuto farlo benissimo, ma lo scrive Sandro Gamba su Repubblica e allora: chapeau, lascio volentieri la parola a lui. Che è una persona meravigliosa: tutta d’un pezzo. Un’antica putrella. Oltre che un amico sincero. “Olimpia pessima, sconfitta severa: è ora e tempo di riflessioni”. Difatti sto meditando se sia davvero il caso di mettere in croce Luca Banchi come stanno facendo un po’ tutti i voltagabbana milanesi dopo il rovescio dell’Armani nei Paesi Baschi contro un Vitoria che è nono nel campionato spagnolo, come nel nostro è la Virtus Bologna di Villalta che con i soldi che in due stagioni guadagna Shawn James, il disastroso cambio di Samardo Samuels, disputerebbe un lussuoso campionato e mezzo. E le avanzerebbero ancora i soldi per comprare un pivot migliore di James che ha per agente Boris Gorenc, lo stesso, se non mi sbaglio, dell’allenatore di Grosseto. Mentre Sergio Mattarella viene eletto presidente della Repubblica con 665 voti. E tutti lo applaudono, tranne i grillini e i berlusconiani, che nel cassetto avevano nascosto il nome di Gigi Brugnaro. Che così adesso potrà tranquillamente puntare alla poltrona di sindaco di Venezia. Anch’io, bastian contrario nato, avrei preferito in verità vedere un altro successore di Napolitano al Colle. Se non proprio Fassottuttomi, magari lo stesso Sandro Gamba, socialista di vecchio stampo, se non ricordo male, e comunque mai intrallazzato con il nostro Silvio Martire. Così come non mi dispiacerebbe Carlo Recalcati alla guida della Lega del basket prossimamente su questi schermi. E qui non scherzo perché sono straconvinto che solo l’attuale allenatore della Reyer, dopo aver fatto bene anche a Venezia, potrebbe tener testa a Giannino Petrucci che, per i miei gusti, si sta allargando troppo e soprattutto sta mettendo i piedi in testa a Nando Marino e, di conseguenza, a tutti i club di serie A. Ai quali sta togliendo persino il diritto a scegliersi la televisione che vogliono per trasmettere da ottobre le loro partite. Ma si può? Si può tutto: basta cambiare lo statuto della Lega. E Petrucci lo vuol fare. Ho perso il filo. Maledetta politica. Tranquilli: lo riprendo subito. Dicevo di Sandro Gamba, il più amato di tutti i cittì d’Italia, che da un pezzo non risparmia le critiche all’EA7 che lui continua a chiamare Olimpia. Le manca la leadership, ha scritto giovedì, che è inesistente sia nel capitano (Alessandro Gentile) che nel playmaker (Joe Ragland). Difatti Luca Banchi vorrebbe tornare sui suoi passi e riprendersi Curtis Jerrells dal Kazan, ma per farne cosa? Per buttar via altri soldi? Non so se Giorgio Armani ci senta ancora da quell’orecchio. Tanto più che Milano può vincere benissimo lo scudetto, ora che ha recuperato Hackett, anche senza Ragland e pure senza Jerrells che costa oltre tutto un occhio della testa. Mentre i buoi sono già scappati dalle stalle e i playoff dell’Eurolega sono più lontani della luna. La mia antica Putrella si chiede anche dove sia andato a finire Melli e parla di difesa fantasma. Come per la verità anche Andrea Meneghin che ha preso coraggio a due mani e l’altra sera non ci ha messo molto per tirare le orecchie a Banchi: “Ha chiamato un time-out un po’ tardivo”. Cioè sul 15-4. Ovvero a barca già (quasi) affondata. “Invece una difesa così morbida e inesistente al centro, dove Samuel indietreggia, doveva esser subito rimproverata e corretta”. Almeno con Moss che picchia. Ma soprattutto è stato clamoroso il voltafieno di Pisa che non pende più, come la famosa torre, dalle labbra di Luca Banchi, ma gli spara un altro 4 e mezzo in pagella, e in faccia, il terzo di fila in EuroLega, neanche il tecnico di Grossetto fosse di Livorno. E si sa quale amore leghi i pisani ai livornesi. E viceversa. L’ultimo 4,5 di Massimo Pisa di Repubblica s’è accompagnato poi anche a queste feroci tredici righe: “Banchi ottopone le sue corde vocali a due ore di punizione, scartavetrandole a ogni time out, sempre più paonazzo, confortato dalla remissività di troppi. In difesa la sua Milano non esiste, lascia autostrade in area e viene divelta sul pick’n’roll. Forse l’accenno di zona 3-2 andava perseguito, forse il quintetto iniziale di Ragland oggi è improponibile in Europa, ma questi sono dettagli in una serata in cui non si salva niente e nessuno”. Povero Luca: bocciatissimo. Come neanche Pisa osò tanto col Livido Proli in passato.