Non tutte le bottigliette d’acqua minerale sono eguali

bottiglia acqua basket

Come si dice a casa mia, sono rimasto indietro di un bogio. Traduco: devo ancora parlare del ciapa e tira di MaraMeo Sacchetti, che diventa ciapa no quando Johnson-Odom (0/6 da tre e sei palle perse) e Henry Sims (3/13 da due) hanno le polveri bagnate e nessuno va a rimbalzo sotto canestro. E non so ancora come sono terminate Milano-Cantù e Brescia-Varese di gara-2 mentre mi siedo alla scrivania, comincio a scrivere, sono molto più lento di una tartaruga e, prima che venga buio, mi piacerebbe anche raggiungere il Taliercio per il secondo atto di Venezia-Cremona. Playoff senza respiro. E io che sono rimasto indietro di un giro, ho il fiatone e a malincuore ho già rinunciato alla pro-am di un paio di giorni a Franciacorta, un diciotto buche che è un amore. Anche sui modi di dire delle mie parti dovrò tornare prima o poi. Così magari riusciremo a capirci meglio. Perché il dialetto veneziano è molto schietto e diretto. Qua non se imbarca cuchi: si dice per esempio. Qui non s’inganna nessuno e, se non mi credete, andate pure tutti quanti in mona. Che per calli e campielli non è una volgarità, ma ci vorrebbe troppo tempo per spiegarvelo. Mentre adesso vado di fretta e vi aggiungo solo che invece “ghe manca un bogio” significa di persona che è ancora cruda come quando alla pasta manca un niente per essere al dente. Pane al pane e vino al vino. A sbrega baeòn: assai velocemente. Dalla Repubblica Cisalpina rimbalza la bufala che il nuovo allenatore della Virtus è Sergio Scariolo che avrebbe firmato un triennale e sarà presentato domani a mezzogiorno alla stampa. Marco Martelli, prossimo diesse della Segafredo e tessera numero 007 della Banda Osiris, lavorava alla Repubblica di Bologna: cominceremmo proprio bene. Peccato che Alessandro Dalla Salda all’oscuro di tutto diventi operativo da metà della prossima settimana e che Don Gel sia nato il primo d’aprile: un pesce insomma fuori stagione. Io avrei giocato stasera ad Avellino e difatti avrei ridotto da due a una le giornate di squalifica del Paladelmauro e poi l’avrei congelata con una multa di 18mila euro che avrei fatta pagare per intero a quel delinquente che ha scagliato la bottiglietta contro l’arbitro Emanuele Aronne da Viterbo. Il prezzo è invece troppo salato per la Sidigas e sproporzionato rispetto ai tremila euro d’ammenda inflitti alla Segafredo per il lancio di una mezza minerale che ha colpito ad un avambraccio Aleksa Avramovic (Openjobmetis) mentre stava tirando dalla lunetta. Al Taliercio vedo le partite come stasera dal loggione e dall’altra parte del campo dove sono sistemate le panchine. E per questo, anche se ho ancora la vista lunga, non potevo immaginare che MaraMeo avesse un occhio viola per una rovinosa caduta dalla bicicletta. Difatti avevo maliziosamente pensato che piuttosto non si fosse tolto la camicia da notte: la Vanoli giocava male, e difendeva pure peggio, e Sacchetti pareva addormentato. Come Edi Dembinski che non si era accorto del doppio fischio contro Rich e Wells (antisportivo) che sono costati alla Sidigas cinque punti e la sconfitta con Trento. E glielo ha dovuto spiegare Acciughino Pittis. Al cittì dunque chiedo venia. Mentre a Sacripantibus dico solo, e stavolta non scherzo, che Paternicò avrebbe anche potuto chiudere un occhio soprattutto dopo quello che gli aveva combinato Sahin a Firenze in Coppa Italia. Perché bisogna applicare il regolamento, d’accordo, ma si può e si deve arbitrare anche con un po’ di buonsenso. Eurosport ha preso la bella abitudine che non ha mai avuto Sky di mostrare il tabellino dei punti segnati dai giocatori d’entrambe le squadre più volte nel corso della partita. Di modo che uno si può rendere conto di come stanno andando le cose sul parquet. Per esempio dopo sette minuti di gara-2 tra l’Armani e la Red October (17-15)  Kuzminskas 7 e Micov 6 non potevano aver giocato male come del resto Thomas addirittura 8. Così come al contrario gli zero di Goudelock e di Culpepper non dovevano di certo aver fatto molto piacere a Pianigiani e Sodini. Ve l’ho anticipato: vado di corsa e allora salto a metà del secondo quarto con Cantù doppiata (50-25), Bertans (13) scatenato e il solo Burns (14) che gli tiene testa. Non c’è di nuovo partita e non mi sbaglio. O, meglio, non mi ero sbagliato quando, spernacchiato, avevo comunque indicato Milano favorita nei playoff dello scudetto nonostante la Reyer sia pure una macchina da guerra e abbia un’alta qualità di gioco. Il Forum in delirio e le scarpette rosse con il sorriso, dite la verità: da quanto tempo è che non le vedavate? Però al primo criticone che salta adesso sul carro dei vincitori sapete cosa gli faccio? Lo rimando in mona e, già che ci sono, gli regalo un altro doppio proverbio veneziano arrangiato ad hoc: passar dal pero al pomo così xè peso el taccon del buso. Chiaro? Nella ripresa Culpepper ha fatto il Culpepper (24) ma quando i buoi erano già scappati dalle stalle. Mentre vi confesso che mi è mancato il tempo di vedere anche la Leonessa contro Artiglio Caja, però so che con l’ultima zampata del solito fantastico Landry ha vinto di nuovo Brescia, ma stavolta d’appena due punti. Segno che Varese non è ancora morta.