No, non è uno scherzo: è proprio tutta una barzelletta

E’ morto un bischero. Tapin tapun. Già cantavano a Reggio Emilia. E anch’io, amici miei, ho tremato. 59-49 per la Grissin Bon all’inizio del terzo periodo. Con la Montepaschi che non c’è più. Haynes si è spento. Carter ha già dato tutto. Green è scomparso. Ortner non c’è mai stato. Quando Silins frana su Green che sta sparando la tripla dei disperati. Il fallo c’è ed è grande come una casa: lo dice anche Alice in tv. Come non c’è nulla da eccepire sulla grande T che l’arbitro Biggi fischia, disegnandola con le mani, al bambinone lettone che nega d’aver rubato la Nutella, ma ha le dita sporche di cioccolata. Con le quali si gratta i capelli a spazzola regalando a Siena cinque ineccepibili tiri liberi, uno più prezioso dell’altro. E’ qui, vuol farci credere Max Minetti, che Reggio ha perso la partita. Ma mi faccia il piacere, onorevole Trombetta: avrebbe sghignazzato il grande Totò. E io assieme a lui di gusto. Perché prendersela con gli arbitri che ammiccano alla Montepaschi è una favola vecchia come il cucco che ci hanno raccontato in tanti nell’ultimo decennio per nascondere le loro crepe e le loro sconfitte. Vero Don Gel? Vero Gas Gas? Vero Frank? No, non è uno scherzo. Come subito pensò la vedova di Giorgio Perozzi davanti al marito burlone appena morto e al conte Mascetti. Quello della supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra. Siena è ancora viva, alla faccia vostra, e per abbatterla non so cosa dovrà fare domani la Grissin Bon. E Roma dal prossimo weekend. Ridete? Di norma ride bene chi ride ultimo. Però intanto la Montepaschi ha riconquistato la simpatia di tutti e, se arrivasse in finale, non farebbe strappare i capelli più a nessuno. Neanche a qualcuno della Bandissima che ha sempre nel cuore Paperoga Crespi e col quale si messaggia di nascosto almeno cinque volte al giorno. Peggio dei fidanzatini di Sky. E comunque sapete l’ultima? Paperoga, sconsideratamente ripudiato da Casarin a Venezia e da Alberani a Roma, potrebbe finire ad allenare la Virtus Bologna. Buona questa. L’allenatore di Siena rischia invece di restare a spasso perché Renato Villalta, che un rivoluzionario non è mai stato, avrebbe voluto cambiare il mondo, ma poi alla fin fine ha riconfermato Arrigoni, Valli e persino Bottai. Senza parole. Piuttosto ne ho una più bella ancora. Sul fardella sera, prima di Milano-Pistoia, mi ha cinguettato un uccellino amico: “Vai tranquillo (con la ti minuscola): tramontato Gherardini, le società affiliate alla Banda proporranno nei prossimi giorni Andrea Bassani come presidente della Lega”. Quale? Forse quella di Matteo Salvini? “No, proprio quella della pallacanestro?”. Ma è una barzelletta? “No, è assolutamente una scelta ponderata e seria”. Ma stai parlando dell’Andrea Bassani che con Flavio Tranquillo costò l’occhio della testa alla Lega Basket a cavallo degli ultimi due millenni? “Sì, lui. Però non scriverla, altrimenti lo bruci”. Ma se è quello che voglio. Ed è qui che per una pura coincidenza (non credo) è saltato il server. Per cui l’articolo che sarebbe dovuto uscire ieri al tramonto lo potrete qui trovare solo oggi non prima di mezzogiorno. Intanto Milano senza Gentile e Melli ha spazzato via Pistoia. Un’altra fatalità? Non penso.